Come nella prima metà del ’900, quando le notizie prima che dai giornali si apprendevano dalle urla degli strilloni per le strade di Manhattan, è stato affidato ai newsboy il compito di annunciare l’apertura il 7 marzo di un nuovo locale. È The Press Club Grill, un progetto nato per celebrare New York e l’industria della carta stampata. Il ristorante servirà colazione, pranzo e cena al 1262 di Broadway, all’interno dello storico hotel Martinique, nel cuore di Herald Square, la piazza che proprio a un giornale deve il suo nome.
Nella seconda metà dell’800, i principali quotidiani newyorchesi si trovavano tutti a downtown, in quella che venne ribattezzata “Newspaper Row”, nei pressi del palazzo del Comune, dove avevano sede il New York Herald, il New York World, il Sun e il New York Times. Fu con l’avvento del nuovo secolo e con la spinta delle attività commerciali da sud verso il nord della città che la stampa decise di adeguarsi al flusso. Il primo a trasferirsi fu proprio il New York Herald.

Il giornale, che diventerà poi il New York Herald Tribune, si spostò in un palazzo tra la sesta avenue e la 34esima strada. Quel triangolo di Manhattan fu chiamato in seguito Herald Square in suo onore. Anche Times Square prenderà il nome dal New York Times che scelse la zona come indirizzo del quartier generale, a poche strade dall’Herald. Se oggi quel quadrilatero rimanda alla mente i grandi magazzini di Macy’s e lo shopping, un tempo era il cuore pulsante delle notizie.
Ecco perché, in questi giorni di rodaggio prima dell’opening domani, vedere lo strillone con in mano la copia di un giornale dare il benvenuto agli ospiti del ristorante, è stato un tuffo nel passato. “Quando abbiamo deciso la location, abbiamo iniziato a fare tante ricerche”, ci ha detto Stephen Loffredo, uno dei proprietari. “Il concetto alla base dell’arredamento, dell’atmosfera della sala e dei piatti, è quello di un tributo alla città, alla sua storia. E la storia di questo quartiere è intrinsecamente legata alla carta stampata, al giornalismo. Ecco perché abbiamo scelto come nome The Press Club Grill”.
Il periodo storico di riferimento è quello degli anni ‘50 e ‘60, un’era indimenticabile, subito dopo la guerra. C’era il boom economico e le rivendicazioni per i diritti civili; si affermava un nuovo genere musicale: il rock and roll. La città era costantemente in fermento. “Non solo a livello finanziario, ma anche culturale – sottolinea ancora Loffredo – Pensando al business dei ristoranti, in quel periodo si iniziò anche a rimarcare la specificità di ogni cucina, delle tradizioni. Ecco perché abbiamo scelto un menu “continental”, come ulteriore tributo all’importanza dell’etnicità”. In cucina, lo chef, ma anche proprietario, Franklin Becker, conosciuto per aver aperto alcune delle realtà più importanti newyorchesi, come Catch e Capitale.

Gli interni del locale a due piani, in stile modernista anni ‘50, sono la rappresentazione figurata di questa ode. Divanetti in pelle a mezza luna, i tavolini tondi in legno, le lampade stilizzate e alle pareti un’installazione artistica con diverse immagini di luoghi e personaggi dell’epoca.
Grande importanza riveste poi il bar, realizzato in ottone a rimarcare ancora una volta l’idea di club, il luogo preferito dai giornalisti per scrivere o incontrare le proprie fonti. E proprio l’alcool gioca un ruolo di primo piano. “La lista dei cocktail è riadattata secondo il gusto moderno – ci spiega il bar director Max Green – Un esempio è il Three in the Tree, una sorta di Whisky Sour contemporaneo con l’aggiunta di succo di ananas, un goccio di vino rosso, ma senza l’uovo”.
Nella serata di presentazione, completano il puzzle attori che incarnano i personaggi del tempo. Così è quasi naturale veder flirtare Marilyn Monroe con la sua risata indimenticabile, accanto a due uomini, appartati nella saletta privata al piano di sopra per una bisca; mentre il rumore delle dita del giornalista che picchiano veloci sui tasti della macchina da scrivere si confonde con il rock and roll di una band che suona dal vivo.
“Dopo la pandemia, i tempi rimangono difficili”, riflette la manager Gemma Citro, quando ci accompagna a visitare le sale. “Manca la leggerezza che si riusciva a respirare un tempo – dice – È bello pensare che almeno dentro queste mura, nel nostro The Press Club Grill, New York in splendida forma is back! È tornata quella di una volta”.