Non solo ONU per il Ministro degli Esteri Antonio Tajani nella sua visita a New York. Tra guerra, problemi economici e relazioni tra Italia e Stati Uniti, il Vice presidente del Consiglio è stato ospite anche alla Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University per parlare di scuola e opportunità di studio per i giovani americani attratti dall’Italia.
In un dialogo insieme al Direttore della Casa Italiana, il Professor Stefano Albertini, davanti agli studenti della NYU, ad accademici, all’ambasciatrice a Washington Mariangela Zappia e al Console Generale a New York Fabrizio Di Michele, Tajani ha spiegato a lungo come, nel corso della sua lunga carriera politica, abbia compreso l’importanza di un’educazione internazionale. “Viaggiare e conoscere altre culture, modi di vivere, e Paesi – ha raccontato il Ministro – è fondamentale nel processo di crescita di un ragazzo. Studiare non è soltanto mettersi di fronte a un libro, ma immergersi in un contesto diverso da quello in cui si è cresciuti e assorbirne i valori”.
Tante le testimonianze di giovani americani che hanno avuto la possibilità di studiare in Italia, come al distaccamento fiorentino della New York University. “Gli americani che vengono da noi rimangono sempre estremamente entusiasti della loro esperienza”, ha ricordato Albertini. “È normale – la risposta di Tajani – perché per un cittadino degli Stati Uniti immergersi nella nostra cultura e vivere le nostre città è una grandissima emozione. Immaginatevi cosa deve essere per un ragazzo degli States uscire di casa e avere l’opportunità di vedere gli Uffizi, o essere a Roma e trovarsi di fronte al Colosseo durante una passeggiata. Abbiamo una ricchezza artistica, storica e culturale unica, motivo per il quale siamo il primo paese al mondo per numero di siti definiti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità (58)”.

C’è poi il discorso della lingua, quell’italiano che tanto è apprezzato all’estero per la sua musicalità. “Ero a Monaco per una conferenza – ha continuato il Ministro – e durante il mio intervento due persone mi hanno interrotto chiedendomi di parlare in italiano. ‘Lo capite?’, gli ho chiesto. Loro mi hanno detto di non essere molto ferrati, ma di adorarne il suono”.
Molte, dunque, le opportunità di scambio che il governo dovrà impegnarsi a promuovere e rinforzare. “Molte università – ha concluso Tajani – si stanno organizzando per avere corsi in inglese e attrarre sempre più studenti dall’estero. Le tariffe dei nostri atenei, rispetto agli Stati Uniti, sono irrisorie. Al momento l’Italia vanta già alcune strutture di eccellenza in cui è possibile seguire i corsi in inglese, ma integrando questo aspetto e promuovendo i valori aggiunti che uno straniero può avere studiando da noi sono convinto si possano raggiungere grandi risultati”.
Infine una battuta. “Ragazzi, io venerdì torno in Italia: venite con me. Fatevi un periodo in una delle nostre città e non ve ne pentirete”.