È una storia che sembra tratta da un film quella di Frank Sciame e Domick Servedio, i due ospiti presenti ieri al Consolato Italiano di New York e protagonisti dell’evento “Great Italian American Stories” introdotto dal Console Fabrizio Di Michele.
Due dirigenti americani che nel cognome e nell’essenza hanno lo spirito italiano. Quello degli immigrati di fine ‘800, la generazione dei loro nonni che arrivò dall’altra parte dell’Oceano partendo dal Sud Italia. Ma anche quello che, nonostante una vita negli States, conservano nella loro quotidianità.
Sciame, nonno di Sciacca e nonna di Palermo, è partito da niente. I genitori erano operai, ma lo zio, un uomo brillante, era riuscito a diventare un “business man”.
“Ogni due anni si presentava a casa con una macchina nuova – racconta – e per noi era un evento. Ero piccolo, ma già sognavo un giorno di essere come lui”. Si chiamava Tony e sulle sue orme Frank fondò nel 1975 la Sciame Construction. “Sei mesi prima di sposarmi”.
Definito “un costruttore con la visione di un architetto”, in poco tempo Frank riuscì a far crescere l’azienda. Oggi è una delle principali società di gestione delle costruzioni a New York, in New Jersey e in Connecticut e ha piani in corso per un valore di oltre un miliardo di dollari.
Scorrere la lista dei progetti completati dalla Sciame Construction è impressionante. Tra i tanti figurano l’aggiunta alla Morgan Library and Museum, la Scuola di Architettura del Pratt Institute, il restauro della Central Sinagoga, l’Harvard Club di New York, i nuovi edifici per il Columbia Medical Center, l’Università di Princeton, la Trinity Church, il CUNY – New York City College of Technology e il capannone di Hudson Yards. Nel 2006, Sciame è stato persino incaricato dal governatore Pataki e dal sindaco Bloomberg di guidare i lavori per garantire la costruzione del World Trade Center Memorial.

Sorte simile, con qualche interesse comune, anche per Dominick Servedio. Oggi è presidente di STV, studio di architettura, ingegneria, pianificazione e gestione di programmi e costruzioni tra i più rispettati a livello nazionale.
Alla ditta ha legato la sua vita, entrandoci nel 1977 e non uscendone più. Dominick ne ha fatta di strada, partendo come Sciame da una famiglia di operai arrivati dall’Italia per cercare fortuna. “Eravamo poveri economicamente – racconta – ma ricchi in tante altre cose”. I valori della famiglia, ad esempio, e la capacità, sin da piccoli, di collaborare per raggiungere un obiettivo comune.
È con questi principi che nel 1999, di quell’azienda conosciuta a fine anni ’70 diventa amministratore delegato, per poi assumerne la presidenza esecutiva nel 2011. Grazie alla sua guida, STV è stata coinvolta in progetti multimiliardari in tutto il paese, tra cui
AirTrain JFK, il pluripremiato restauro del Grand Central Terminal e il progetto Long Island Rail Road East Side Access, un’iniziativa per portare la Long Island Rail Road a Grand Central.
Moderati da Carlo Scissura, President e CEO del New York Building Congress, Sciame e Servedio hanno poi dato un consiglio al pubblico presente al Consolato.
“Per avere successo dovete trovare una carriera che vi faccia svegliare ogni mattina essendo felici di andare in ufficio. Se scegliete il lavoro che amate, se mettete passione e impegno in quello che fate, le soddisfazioni arriveranno”.
“Ma per fare successo è servito essere italoamericano?”, chiede un ospite in sala.
“Chiaro – rispondono – gli italiani, il successo, ce l’hanno nel dna”.