Difficilmente, a New York, capita di assaggiare una cucina italiana di questa autenticità.
Nella piccola stanza del Red Inside Culinary al 109 di MacDougal Street, un salottino casalingo che si affaccia su una cucina professionale, gli chef Massimo Andrea Di Maggio e Pasquale Martinelli, insieme al project manager Toni Augello, hanno portato a Manhattan i sapori della Puglia grazie all’ottava edizione di “Colto e Mangiato”.
Un laboratorio di cucina che ha fatto indossare ai presenti grembiule e cappello da cuoco, mettendoli al lavoro per cucinare orecchiette e melanzane ripiene.
Poco somigliavamo, noi pochi ospiti della serata, alle signore che tra le piccole vie di Bari preparano ogni giorno la pasta fresca. In quella tavola poco sotto a Washington Square Park c’era sicuramente meno manualità, ma non meno entusiasmo.

“Schiacciate con il coltello e arrotolate”, insegnava chef Martinelli, proprietario del Private Culinary Concierge Alloro. I risultati con le orecchiette non sono stati dei migliori, mentre le melanzane, riempite con un uovo, formaggio, origano e pangrattato, hanno avuto grande successo.
Terminato il lavoro pratico, è stato poi il turno del cibo vero, quello preparato in cucina da chi di mestiere, con un piatto, disegna un sorriso sul volto dei clienti.
Menù ricchissimo: Pettola di zucca con foglie di shiso rosso e sciroppo d’acero come entree, poi Pancotto Autunnale del Gargano, Orecchiette fatte a mano con verza, olio nuovo, pane sfritto, mandorle e diavolicchio, Melanzana ripiena con salsa di pomodoro, misticanza e formaggio e infine una Mela cotogna con crema di ricotta di bufala, scaglie di cioccolato fondente e vincotto di fichi.
Il tutto condito dagli indispensabili racconti degli chef, che presentavano ogni piatto spiegando al dettaglio le origini dei prodotti e delle ricette.

L’obiettivo di “Colto e mangiato” è infatti quello di coinvolgere i partecipanti in un’esperienza pensata per generare una maggiore consapevolezza alimentare e valorizzare la dieta mediterranea attraverso il cibo stagionale, possibilmente biologico e a km 0. “Questi arrivano direttamente dall’Italia”, si è sentito dire più volte durante la cena.
Un’idea di cucina che con gli anni ha riscontrato un notevole successo di pubblico, trovando spazio in televisione, sui giornali e sul web, fino a ricevere le attenzioni di New York, dove è arrivato anche grazie alla collaborazione di Cristina Racchella di Princeton, che ha aiutato a portare a Manhattan i profumi del Gargano.
Boato di stupore nel momento dell’arrivo in tavola del pane appena sfornato, preparato poco prima davanti agli occhi dei presenti. Mangiato con l’olio giovane, appena due settimane, e leggermente aromatizzato con uno spicchio d’aglio sfregato al momento, è stato un tocco di semplicità e tradizione capace di strappare un applauso.

Il dessert, per concludere una serata non adatta a stomaci deboli, è nato da una trovata dell’ultimo minuto dello chef Di Maggio. Aveva altro in programma, sceso dall’aereo al JFK, ma quando camminando tra i banchetti dello Union Square Market ha notato una ceste di mele cotogne, gli è tornato alla memoria il dolce che la nonna, in Puglia, gli preparava di piccolo. “Ho guardato i miei colleghi e ho detto: facciamo quello”.
Un’esplosione di sapori difficile da dimenticare anche per chi, di mele cotogne, ne ha mangiate tante.
Dal Gargano a New York. Dalle campagne pugliesi ai grattacieli altissimi di Manhattan. ”Colto e Mangiato“ è ora realtà anche negli Stati Uniti
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