I topi a New York aumentano e i cittadini puntano il dito sui tavoli all’aperto tenuti dai ristoranti per pranzare o cenare.
Le richieste di sospendere il programma per concedere spazio esterno ai locali varato durante la pandemia aumentano, perché le strutture allestite offrono ai topi riparo e quindi la possibilità di prosperare e crescere fra la furia dei residenti.
Quest’anno si è già registrato un record di avvistamenti di ratti in città: sono stati 16.000, quanto l’intero 2020 e l’intero 2019. È la cifra più alta in almeno un decennio.
Per cercare di combattere l’emergenza, alcuni gruppi di cittadini si sono rivolti al tribunale e hanno indetto un’azione legale. I ristoratori sono inferociti dall’iniziativa popolare, perché per loro la possibilità di espandersi sui marciapiedi è stata un’àncora di salvezza durante le prime fasi della pandemia.
A favore del programma di pranzo e cena all’aperto è invece il sindaco Eric Adams. “Sono un grande sostenitore – ha detto – I nostri ristoratori hanno attraversato un periodo molto difficile, alcuni di loro sono ancora indietro con i pagamenti. Qualsiasi cosa possiamo fare per aiutare l’industria è importante”.

Le testimonianze di chi, però, sopra i locali ci abita, racconta un’altra realtà. “Quest’area era già folle prima e i ristoranti all’aperto l’hanno resa ancora più ingestibile”, ha dichiarato Patrick Walsh, un 22enne che vive nel Lower East Side. “Ogni singola mattina quando esco di casa mi trovo di fronte drogati, topi e rifiuti”. Walsh ha poi fatto sapere che, per la sua esperienza, alcune strutture all’aperto nel suo quartiere vengono usate come guardaroba. “Questi gazebo non vengono più utilizzati per mangiare, almeno la metà di quelli che vedo”.
Sul tema è intervenuto anche il sindaco Adams, secondo il quale esiste “un modo per modificare e standardizzare l’aspetto delle strutture e il loro utilizzo. Non possono essere usati come magazzini, né per tutte altre cose. Ma sono a favore della ristorazione all’aperto”.
Proprio di standardizzazione parla il direttore esecutivo della NYC Hospitality Alliance Andrew Rigie, che ricorda come la chiave “non sia eliminare il sistema. Si tratta di renderlo standardizzato. Renderlo più sostenibile, in modo da poterlo avere a lungo termine”.
Gli organizzatori dell’azione legale hanno comunque dichiarato di non avere nulla contro i bar sui marciapiedi e di ritenere che il programma abbia funzionato bene quando era regolato dal Dipartimento per gli Affari dei Consumatori.