Le autorità sanitarie di New York hanno sollecitato i cittadini a vaccinarsi contro la poliomielite, confermando come tracce del virus siano state rinvenute in un campione di acque reflue di un sobborgo della Grande mela raccolto nel mese di giugno.
Secondo i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), la presenza del virus nelle acque di scarico suggerisce l’esistenza di diverse persone infette nella comunità. La scoperta è preoccupante, perché a New York City non è stato ancora identificato alcun caso e ciò che significa che, probabilmente, alcuni infetti inconsapevoli stanno camminando inconsapevoli per le vie della città.
Il 90% delle infezioni da polio non causi infatti sintomi. I problemi sopraggiungono se il virus entra nella circolazione sanguigna. In circa l’1% dei casi, penetra nel sistema nervoso centrale e colpisce i neuroni motori, portando a debolezza muscolare e paralisi flaccida acuta.
Le paralisi causate sono diverse a seconda dei nervi coinvolti. La polio spinale è la forma più comune, caratterizzata da paralisi asimmetrica che spesso coinvolge le gambe. La polio bulbare porta alla debolezza dei muscoli innervati dai nervi cranici. La polio bulbospinale è invece una combinazione di paralisi bulbare e spinale.
È di qualche settimana fa la notizia del primo caso nazionale di poliomielite dopo quasi un decennio. Il dipartimento della Salute dello Stato di New York ha annunciato che la malattia è stata diagnosticata in un residente della Contea di Rockland, circa 48 chilometri a nord di Manhattan.
Secondo i funzionari, il caso è “indicativo di una catena di trasmissione da un individuo che aveva ricevuto il vaccino per somministrazione orale contro la polio”, che non viene più somministrato negli Usa dal 2000. L’ultimo caso confermato di poliomielite negli Stati Uniti risaliva al 2013.