A New York è scattato l’allarme. Dopo quasi un decennio di assenza, è tornata la poliomielite. La diagnosi è stata effettuata su un uomo giovane, non vaccinato contro la malattia, abitante nella contea di Rockland, cinquanta chilometri a nord di Manhattan, che un mese fa ha accusato uno stato di paralisi.
Il caso arriva quasi un mese dopo l’allarme lanciato nel Regno Unito dalle autorità sanitarie, che hanno rilevato casi di poliomielite in alcune persone della zona nord-est di Londra.
Secondo le statistiche, una persona infettata su quattro presenta sintomi simili all’influenza: febbre, stanchezza, nausea, mal di testa e dolori di stomaco. Una ogni duecento, invece, manifesta sintomi più gravi come rigidità nelle gambe e infezioni nel cervello e nel midollo spinale.
Al momento non esiste cura. Il paziente può essere sottoposto a un trattamento per ridurre gli effetti, ma la paralisi resta permanente. Quello di Rockland County è il primo caso dal 2013. Le autorità sanitarie hanno consigliato ai residenti della zona di vaccinarsi contro la polio.
Secondo i funzionari, il caso è “indicativo di una catena di trasmissione da un individuo che aveva ricevuto il vaccino per somministrazione orale contro la polio”, che non viene più somministrato negli Usa dal 2000.
Al momento non sono stati rivelati altri dettagli sensibili della persona infetta, ma il sequenziamento virale confermato dai Centers for Disease Control and Prevention ha rilevato che il ceppo probabilmente ha origine al di fuori degli Stati Uniti.
Le persone infette dalla poliomielite, come nel caso del coronavirus, possono diffondere il virus anche se non sono malate, poiché i sintomi possono richiedere fino a 30 giorni per comparire.
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