Per festeggiare l’arrivo dell’estate, il Giardino Botanico di Brooklyn si è trasformato in un paradiso per gli uccelli ed è pronto a celebrarli con la mostra For the Birds.
Nonostante siano tra le creature più vitali della natura, i volatili stanno diminuendo. Le interazioni umane, da sole, ne uccidono ogni anno più di 500 milioni negli Stati Uniti e le collisioni ad alta velocità con i grattacieli di New York ne feriscono un centinaio. Queste rivelazioni hanno inorridito Randall Poster – apprezzato supervisore musicale e vincitore di un Grammy come produttore – durante il primo inverno pandemico. Così nel 2020, in un’atmosfera surreale nella sua casa nel Bronx e in collaborazione con il Brooklyn Botanic Garden, ha arruolato una schiera di architetti per creare 33 fantasiosi rifugi per uccelli. L’esposizione, organizzata nel verde urbano, rimarrà allestita fino al 23 ottobre, e offre l’opportunità di conoscere meglio gli habitat di chi, in casa, ci entra volando.
“Dal 1911, coltiviamo, preserviamo e promuoviamo la vegetazione e la sua conservazione”, osserva Adrian Benepe, presidente e ceo del Brooklyn Botanic Garden. “Siamo sede di uno dei primi giardini di piante autoctone della nazione e i nostri terreni funzionano come uno spazio meraviglioso e protetto per gli uccelli. For the Birds celebra e sottolinea la connessione esistenziale tra gli uccelli e piante, che sono del tutto reciprocamente dipendenti, con l’arte, l’istruzione e la scienza”.
Ciascuna delle opere è abbinata a stazioni di ascolto che riproducono brani di musicisti come Nick Cave & Warren Ellis, Beck, Damon Albarn, Flaming Lips e Kamasi Washington. Ogni traccia fa parte dei 20 vinili – edizione limitata – di For The Birds: The Birdsong Project, l’iniziativa benefica totalmente a supporto della National Audubon Society.
“Mi occupo di musica da tutta la vita, e così ho aperto le orecchie ai cinguettii di New York, e sono commosso per la bellezza e la varietà delle melodie”, racconta Poster. “Ispirato dalla gioia e dalla rivelazione desidero che gli ascoltatori scoprano un genere musicale sottovalutato, quello della vocalizzazione degli uccelli”.
In effetti l’esposizione, For the Birds, nasce da un’iniziava più ampia incentrata sulla crisi dell’avifauna che ha preso forma concreta a New York, città in cui l’eccezionale inquinamento luminoso e la grandissima presenza di grattacieli sono i principali nemici degli uccelli migratori. “Il Brooklyn Botanic Garden, da centodieci anni, è il ritrovo di molte specie. Accogliere il progetto è stata un’idea geniale”, spiega Randall Poster. Fa eco, Kate Fermoile, direttrice delle mostre del Giardino Botanico di Brooklyn, “vogliamo incoraggiare i cittadini ad agire e il giardino è uno dei luoghi più adatti in città”.
Le casette installate nel parco reinterpretano il concetto più tradizionale di nido, attingendo dalle stravaganze dell’architettura e del design per proporre soluzioni abitative spesso dedicate a una specie particolare.
Tra gli artisti che hanno partecipato ci sono Roman e Williams, Tom Sachs, Misha Kahn, Tatiana Bilbao e Germane Barnes. “Le opere rispecchiano le ispirazioni personali e i materiali sono stati selezionati con lo stesso ingegno che usano i volatili per costruire i loro rifugi”, ci spiega Kate Fermoile. Il nido di cartapesta a forma di cupola di Suchi Reddy imita quello di uno scricciolo della Carolina, con un particolare riparo a forma di uovo, mentre la creazione in legno di cedro di Ellen Van Dusen ricorda i vivaci picchi rossi che visitano costantemente la mangiatoia del suo cortile.
Il contributo di Nina Cooke John, forse il più astratto, interpreta l’atto poetico e poco apprezzato del pettirosso di tessere il nido. “Gli uccelli sembrano sapere che la mostra è per loro. Accoccolati su ogni singola casetta, interagiscono con l’arte”.
Altra chiave di lettura è suggerita dai parallelismi, tra uomo e animale, connessi dai tour di birdwatching, organizzati nei fine settimana per la mostra. Indigo Goodson, educatrice e guida delle visite del Brooklyn Botanic Garden, ci racconta il privilegio di poter assistere al comportamento della variegata e popolosa comunità ornitologica del parco: “sorprende la socialità delle varie specie. Non è raro avvistare uno sfarfallino, uno storno e un merlo acquaiolo mentre mangiano sul prato della Cherry Esplanade. Così come le ghiandaie azzurre che bombardano in picchiata un falco dalla coda rossa, appollaiato su un alto albero, finché non vola via”.
I percorsi stimolano l’ingegno e sottolineano come la scelta del giusto habitat sia di vitale importanza per i flussi migratori che attraversano la Grande Mela. Oggi, nei cinque distretti, si contano più di 495 specie diverse, di cui 180 presenti nel Giardino Botanico di Brooklyn. Si tratta di un ecosistema elaborato con a capo l’azzurrino orientale (Sialia sialis), l’uccello simbolo dello Stato di New York, noto per il suo carattere ottimista e felice. “Nel corso delle camminate è possibile avvistarlo e la gente arriva da tutta la città”. Fare birdwatching è diventato popolare e l’osservazione attenta, la conoscenza di una specie, sia pure, si tratti di varietà comuni, può dare grandissima soddisfazione. “È un’attività che insegna la pazienza e la messa a fuoco del binocolo rende tangibile la grandezza di queste creature”, spiega Indigo.
Il parco è attrezzato talmente bene che ci sono punti di osservazione costruiti nel massimo rispetto dell’ambiente: è, insomma, uno dei posti migliori in cui cominciare l’attività. “Con il naso all’insù, le cose che possiamo fare per aiutare gli uccelli sono le stesse per salvare il pianeta, è tutto collegato”, dice Bob Rich, 43 anni, visitatore dell’esposizione. Per gli ornitologi le aree protette sono fonte di ricchezza ed è importante salvaguardarle per permettere agli animali il foraggiamento e la cura indisturbata delle nidiate. “I sentieri del giardino sono delimitati -spiega Indigo- cosicché è possibile godere degli uccelli senza spaventarli. E questo assicura, ogni anno, il loro ritorno”.
In definitiva la popolazione canterina del Brooklyn Botanic Garden è una specie gregaria semplice, ed estremamente abile nell’adattarsi ad ambienti e condizioni differenti. Lo confermano, in questi giorni, le interazioni gioiose che hanno con i visitatori, al punto che sono incrementati gli avvistamenti, le vocalizzazioni sono più attive, così come le visite nelle casette. “Sono bellissimi e con il canto ci parlano”, dice Indigo. E quando le chiediamo, cosa comunicano con il loro linguaggio, risponde: “se voltate e abbandonate per un istante la prospettiva della vostra corsa e del vostro volo, potete ascoltarci e rispettarci”.