New York si sveglia in festa e ricca di colori per la parata del Gay Pride che chiude il mese dell’orgoglio LGBTQ. Dopo due anni di assenza a causa della pandemia, torna oggi, domenica 26 giugno, la marcia più eccentrica dell’anno, che nel 2019 ha festeggiato il suo cinquantesimo anniversario.
Il percorso è ormai storico e ricco di tradizione. Si parte dalla 25ª strada e si raggiunge il West Village sfilando lungo la Fifth Avenue, per poi risalire lungo la Seventh Avenue fino a Chelsea. Migliaia di persone, carri e travestimenti marceranno per ribadire ancora una volta la loro presenza nel mondo e i loro diritti proprio nel momento in cui gli Stati Uniti, scossi dalla sentenza che ha cancellato la Roe vs. Wade eliminando le garanzie sull’aborto, vivono con preoccupazione un clima di regressione sociale.
Ma New York, come sempre, è la città della diversità e l’inclusione e si muove in controtendenza rispetto a quanto accade nel resto degli Usa. È infatti di qualche giorno fa l’annuncio che lo Stonewall di New York, il primo monumento nazionale degli Stati Uniti dedicato ai diritti e alle battaglie della comunità LGBTQ voluto da Barack Obama nel 2016, dal 2024 avrà un ufficio turistico. Si tratta di un’iniziativa dal grande significato simbolico, perché ricorda le rivolte del 1969 che partirono dallo Stonewall Inn, bar e nightclub nel West Village, spianando la strada alla nascita del movimento gay.

Cinquantatré anni dopo, in tutti e cinque i borough (Manhattan, Brooklyn, Bronx, Queens e Staten Island) sono state organizzate decine di manifestazioni. Tra le tante spicca quella di Times Square, che ha deciso di fare le cose in grande e organizzare un suo Pride, il “Pride In Times Square”, con un programma ricco di esibizioni live, installazioni artistiche e dibattiti a tema.
Gli effetti speciali sono poi dati dal “Polar Rainbow”, un’opera dell’artista lettone-britannico Kristaps Ancāns che porta un arcobaleno virtuale nel cielo della piazza visibile attraverso il proprio telefono.
Ispirata dalla scoperta che gli arcobaleni non esistono né al polo Nord né al polo Sud, la scultura in realtà aumentata crea un doppio arcobaleno virtuale che si estende tra i due poli lungo la linea del meridiano 74W, che taglia proprio Times Square lungo la 7th Avenue.

Al Pride saranno presenti anche diverse autorità istituzionali. Per l’Italia a New York è arrivato l’inviato speciale della Farnesina Fabrizio Petri, chiamato dal padre gesuita James Martin a una conferenza di sensibilizzazione di religiosi cattolici verso la comunità LGBTQ.
Gli Stati Uniti saranno invece presenti fisicamente alla parata grazie a Christopher Lu, ambasciatore presso le Nazioni Unite per la gestione e la riforma, e Jessica Stern, inviata speciale per la promozione dei diritti umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali (LGBTQI+).
I funzionari statunitensi marceranno insieme a Petri e saranno affiancati da membri di OutRight Action International e del LGBTI Core Group dell’ONU, un gruppo interregionale di Stati membri delle Nazioni Unite istituito nel 2008 per educare l’opinione pubblica alle questioni di genere, contribuire ai negoziati multilaterali e cercare un terreno comune in cui poter dialogare.