A Manhattan da qualche tempo non si cammina tranquilli. Le notizie di aggressioni, sparatorie e omicidi si susseguono giorno dopo giorno e LaVocediNewYork comincerà a tenere un conto settimanale.
A soli 4 mesi dal suo insediamento sono in tanti a chiedere al sindaco Eric Adams di tornare ad una sorta di tolleranza zero, e di dare priorità al contrasto della criminalità e delle armi illegali.
Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando a metà degli anni ’70 una persona appena atterrata al John Fitzgerald Kennedy riceveva dagli agenti di polizia in borghese un volantino con il disegno di un teschio coperto da un cappuccio e la scritta Welcome to Fear City, “Benvenuti nella Città della Paura”.
Ed è proprio in questo clima, tornato incerto nelle aree e nei quartieri dove la polizia non riesce ad arrivare, che tornano a vedersi i Guardian Angels.
Dal Bronx non se n’erano mai andati ma adesso il nuovo quartiere da monitorare è la zona residenziale di Forest Hills nel Queens.
La gente sta salutando il loro arrivo con favore.
Berretto rosso, senso della giustizia, assistenza al cittadino, atteggiamento da vigilantes, l’organizzazione fondata nel 1979 da Curtis Silwa sembra tornare a riprendere visibilità.

Silwa, lo scorso anno, ha corso per la carica di sindaco contro Adams, candidandosi per il Partito Repubblicano. È uscito sconfitto con il 28,2% dei voti. Aveva presentato un programma basato quasi interamente sulla lotta alla criminalità, ma non è stato abbastanza.
Lui, però, non si è dato per vinto e ha ripreso a pattugliare con i suoi ragazzi in rosso i 5 boroughs che tornano a fare paura.
Gli “Angels” si sentono figure protettive nelle zone più scoperte. Nati inizialmente per addestrare i newyorkesi a compiere arresti nel caso diventassero testimoni oculari di un atto criminale, la loro storia ha spaccato fin da subito l’opinione pubblica newyorkese
C’era chi li elogiava, descrivendoli come eroi urbani di cui non si poteva fare a meno, e chi li criticava per il tono eccessivo della loro propaganda che ha portato a volte ad arresti a volte discriminanti e al il ricorso a storie inventate o esagerate per accrescere la loro popolarità.
Molti li vedono come un deterrente durante le ronde notturne e diurne, ma gli angeli rossi vogliono lavorare anche sulla prevenzione del crimine organizzando corsi di autodifesa e arti marziali.
Tengono sempre fede al motto: Dare To Care (rischiare per aiutare). Parole sulle quali Sliwa ha costruito una reputazione e con cui si è fatto conoscere in tutta America e all’estero
Anche oggi, quando cammina per la città, è un continuo alternarsi di strette di mano, fotografie e autografi. Sliwa è una celebrità e sa di esserlo.

“La gente mi saluta con calore perché mi conosce – racconta – uno deve venirci nei posti che noi pattugliamo per capire fino in fondo la realtà di New York. Io cominciai l’avventura dei Guardian Angels proprio nel Bronx. Non lo fa nessuno dei politici, nemmeno i Repubblicani. sono mai venuti a vedere”.
Qualche giorno fa, dopo l’ennesima notizia di cronaca nera arrivata con l’aggressore nella metro a Brooklyn, Sliwa è intervenuto a Fox News TV per proporre una soluzione.
“L’MTA è un sistema che sta precipitando nel baratro – ha detto – e i politici continuano a far finta di niente. Bisogna dare più libertà alla polizia, assumere nuove forze dell’ordine, restituire un po’ di civiltà al sistema”.
Poi, una previsione che sembra già essere in corso: “Se tutto ciò non verrà fatto, in fretta New York non si riprenderà mai più e i suoi residenti compresi i più agiati,fuggiranno in Florida, Georgia, in Carolina del Nord e nel Tennessee”. In effetti, stando alle stime del censimento demografico ufficiale del 2021, lo U.S. Census Bureau quantifica in 328.000 i residenti di New York City che hanno lasciato la città per trasferirsi altrove.

“Noi combattiamo una guerra – raccontano i Guardian Angels – e ci rallegriamo per ogni vittoria che riusciamo a portare a casa. Sappiamo di non poter porre fine al crimine da soli, ma con il supporto delle comunità che serviamo riusciamo ogni giorno a fare la differenza. Ogni rapina, stupro o omicidio non commesso equivale a salvare una vittima o una famiglia alle quali viene risparmiato un trauma. Lo facciamo per i giovani, gli adulti e gli anziani, tutti quelli che quando escono a fare una passeggiata e vedono i berretti rossi si sentono un po’ più al sicuro”.
Per sostenersi, mentre qualcuno di loro aspira ad entrare nel corpo di polizia che Adams vuole rafforzare, gli Angels chiedono un contribuito alla popolazione, di tipo economico o di aiuto in prima persona, e promettono sempre più preparazione.
Finanziare i Guardian Angels vuol dire finanziare la propria sicurezza. È questo che lasciano intendere i tanti spot pubblicitari che incoraggiano i newyorkesi alla generosità.
Un’idea, quelle dei gruppi autogestiti di cittadini per la salvaguardia della sicurezza, che ha radici storiche lontane e che ha sempre attirato curiosità e sostegno. Almeno fino a quando, dalla prevenzione dei crimini, non si è passati all’uso della forza per la conquista del potere.
Potrebbe essere il caso anche dei Guardian Angels?
Loro dicono di no, ma intanto il sindaco Adams per evitare il proliferare di gruppi di vigilantes si muove in anticipo e non finanzia loro ma, spinge sull’acceleratore promettendo nuovi fondi alla polizia.
Sliwa e i suoi ragazzi, però, continueranno a rimanere visibili, sempre inconfondibili con le loro uniformi rosse.