Chiunque conosca il competitivo mercato degli affitti a New York sa che trovare un appartamento stabilizzato è un po’ come vincere un terno al lotto. Eppure, anche il 44% dei newyorkesi che vive in uno di questi subirà l’aumento del costo della vita nel 2023.
La Rent Guidelines Board, organo che decide questi prezzi, ha infatti votato, in maniera preliminare, per l’incremento più alto degli ultimi dieci anni. Dopo un biennio di affitti bloccati, ed un decennio di aumenti ridotti con l’amministrazione de Blasio, gli affitti dei contratti annuali cresceranno tra il 2 ed il 4%, mentre quelli da due tra il 4 ed il 6%. La città non vedeva percentuali simili dal 2013, quando la commissione aveva approvato una crescita tra il 4 ed il 7.75%.
La votazione, annuale, è avvenuta nella serata di giovedì e dovrà essere confermata nel giugno di quest’anno. È improbabile, però, che la Rent Guidelines Board cambi idea: dal 1989 ad oggi, infatti, il consiglio non ha rispettato il primo voto in soli due casi.

La decisione toccherà 2.4 milioni di persone, che risiedono negli oltre 940.000 appartamenti ad affitto stabilizzato della città. Considerando una famiglia di quattro persone, un terzo di loro guadagna meno di $40.000, cifra cioè di poco superiore alla soglia di povertà newyorkese.
Il sindaco Adams, soddisfatto del voto, sostiene di aver contribuito a mantenere basso l’aumento,: inizialmente, infatti, il consiglio puntava ad un incremento fino al 9%.
“I numeri riportati inizialmente erano veramente alti, quindi ho richiesto un equilibrio migliore. Sono felice che il consiglio abbia puntato più in basso,” ha dichiarato Adams, promettendo comunque di impegnarsi affinché gli affitti rimangano accessibili anche alle famiglie a basso reddito.
“Se gli affitti ed il costo della vita saliranno per via dell’inflazione e di altri problemi economici, lo stesso deve accadere per quanto riguarda il supporto del governo”, ha aggiunto il sindaco.
Gli edifici ad affitto stabilizzato, quelli costruiti prima del 1974, non sono convenienti quanto quelli ad affitto “controllato”. Questi ultimi, infatti, rappresentano solo l’1% delle abitazioni nei cinque distretti: devono essere stati costruiti prima del ‘43 e abitati dal 1971 dallo stesso inquilino, che continua a pagare l’affitto richiesto cinquant’anni fa.
Pierina Sanchez, membro del consiglio comunale che presiede l’Housing and Buildings Committee, sostiene che la commissione avrebbe dovuto aspettare la pubblicazione dell’Housing Vacancy Survey per votare, in modo da capire la vera condizione economica di chi vive in questi appartamenti.
What @CMPiSanchez said!
New Yorkers are hurting badly at the grocery checkout and the gas pump, and we’re already paying some of the highest rents in the world.
The most important goal for the RGB should be keeping our neighbors in their homes. https://t.co/rwNaOJsFCp
— Council Member Tiffany Cabán (D22) (@CabanD22) May 6, 2022
“La Rent Guidelines Board non può muoversi in questa direzione in buona fede, senza riconoscere il vero impatto che la pandemia ha avuto sulle famiglie che vivono negli appartamenti stabilizzati”, sostiene Sanchez. “Gli oneri dei padroni di casa non sono più importanti di quelli degli affittuari”.
Anche dalla parte dei proprietari c’è chi lamenta la decisione del consiglio, per un aumento che secondo loro non è sufficiente. I costi dell’energia, delle assicurazioni e della manutenzione continuano a crescere con l’inflazione, in maniera sproporzionata rispetto agli affitti. Per i due anni della pandemia, inoltre, i costi per i cittadini sono rimasti invariati, mentre i padroni di casa non hanno potuto sfrattare gli affittuari che non pagavano, per via della moratoria.
“Il voto di oggi ha confermato la nostra più grande paura, cioè che il consiglio consideri come il suo unico compito quello di rendere accessibili gli affitti”, ha dichiarato Joseph Strasburg, presidente della Rent Stabilization Association. “Quello è compito del governo! La Rent Guidelines Board deve scegliere le percentuali più alte tra quelle proposte, solo così potremo permetterci di pagare gli aumenti dovuti all’inflazione, le tasse di proprietà, le bollette ed altri costi operativi”.
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