I procuratori di New York se la danno a gambe. Perché? Troppo stanchi della burocrazia, e poi, gli stipendi sono pure bassi!
A rivelare questa tendenza è stata un’indagine del New York Times, che ha evidenziato le dimissioni di 44 procutatori a Manhattan, 36 a Brooklyn, 28 nel Bronx e 9 a Staten Island in soli 3 mesi dall’inizio del 2022. L’ufficio dei procuratori del Queens, ha annunciato al consiglio cittadino di New York che quest’anno la città potrebbe addirittura perdere il 50% dei suoi pm.
“Non ce la fanno proprio più – ha spiegato Darcel Clark, procuratrice distrettuale del Bronx, durante un’intervista. – I soldi non bastano e l’equilibrio tra casa e lavoro non è sostenibile”. Il costo della vita a New York è troppo caro! E nonostante i molti anni passati a studiare, vengono pagati poco più di $70.000 all’inizio della loro carriera. Proprio Clark ha raccontato che i procuratori potrebbero guadagnare $30.000 in più svolgendo attività simili per i grandi studi legali della città, dove certamente non eviterebbero lo stress e la mancanza di una vita privata, ma almeno recupererebbero rapidamente i soldi spesi all’università. “Perché non fare questo salto?” ha chiesto Clark.

Ma secondo il New York Times, non sarebbero solo lo stipendio e le difficoltà poste dalla pandemia a spingere i procuratori ad abbandonare i loro ruoli. Negli ultimi due anni, infatti, lo Stato ha passato due leggi che hanno reso il loro lavoro ancora più laborioso. La prima obbliga i procuratori a presentare centinaia di documenti per molti dei casi di cui si occupano, la raccolta dei quali necessita moltissime ore. Questa regola, entrata in vigore nel 2019, punta ad evitare le condanne ingiuste.
La seconda, invece, viene chiamata Kalief’s law in onore di un adolescente morto suicida a Ryker’s Island dopo tre anni passati in prigione per il furto di uno zaino, pur non essendo mai andato a processo. Questa legge fissa una data di scadenza entro la quale tutte le carte devono essere consegnati per non ritardare di troppo il verdetto.
La crisi degli avvocati d’ufficio di New York, sta portando all’assunzione di procuratori meno esperti, che devono comunque occuparsi di fino a cento casi contemporaneamente.
Tina Luongo, citata dal New York Times in quanto avvocatessa della Legal Aid Society, che si occupa di fornire avvocati difensori a chi non se lo può permettere, condivide l’opinione che i procuratori debbano essere pagati di più, ma allo stesso tempo avverte: “il problema nel carico di lavoro non può essere risolto riducendo i diritti di chi viene accusato di un crimine”.