Nell’ultimo mese è aumentato del 900% il numero di residenti del Bronx che rischia di non avere più un tetto sopra la testa e dovrà presentarsi di fronte al giudice senza avvocato. Un trend preoccupante dovuto alla carenza di avvocati del programma cittadino che si occupava di fornirne uno ai newyorkesi più bisognosi.
La crisi è arrivata in un periodo delicato, proprio mentre le udienze iniziano a smuoversi dopo due mesi dalla fine della moratoria statale, che proteggeva i newyorkesi dallo sfratto. Solo questa settimana, in tribunale ci sono state ben 188 udienza.
“È davvero allarmante”, ha detto Adriene Holder, avvocatessa dell’organizzazione Legal Aid Society, una delle due che si occupa di fornire servizi legali in questo campo. “Prevedo che continuerà a peggiorare”.
Le corti che si occupano di questo tipo di caso, a New York, ne hanno 200.000 in arretrato, in parte per via dei ritardi dovuti alla pandemia. Nel Bronx, molti di questi sono stati presentati dopo il 15 gennaio da parte dei proprietari delle 92.000 case i cui inquilini sono in ritardo con gli affitti, $350 milioni in totale.
Ad oggi, le organizzazioni supportate dal comune che si occupano di fornire avvocati difensori per i cittadini vicini allo sfratto possono coprire solo due dei quattro tribunali del Bronx. La legge di New York, però, garantisce rappresentazione legale per chiunque rischi di venire sfrattato e guadagni il 200% in meno rispetto alla linea federale di povertà.
L’ufficio per la giustizia civile, che ha il compito di assicurarsi che i cittadini meno abbienti abbiano accesso ad un avvocato, ha elencato una serie di soluzioni. La principale risposta al problema è stata quella di richiedere che i giudici posticipino i processi di 4 o 6 settimane. Secondo le organizzazioni che devono provvedere in prima persona ad offrire assistenza, però, questo non basterebbe, in quanto non ridurrebbe in alcun modo la quantità di casi. Infatti secondo Holder, “queste proposte devono avere un numero limite mese per mese”.