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December 19, 2021
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Nella New York natalizia resta viva la tradizione della ghirlanda

All’Union Square Greenmarket, si compra l’addobbo festoso più apprezzato dai newyorkesi: dall'Europa all'America ecco l'antico racconto della corona di rami

Maria Sole AngelettibyMaria Sole Angeletti
Nella New York natalizia resta viva la tradizione della ghirlanda

Union Square Greenmarket-Christmas wreaths. (Credit Pic: Flickr-Free-Suzuki)

Time: 2 mins read

Molte sono le tradizioni, le pratiche e i simboli familiari del Natale, ma l’addobbo festoso più apprezzato dai newyorkesi sembra essere la ghirlanda. Di struttura circolare, formata da rami di piante sempreverdi (tipicamente conifere), dalla etimologia incerta e dalla storia antica, tante sono le porte della città adornate da questa corona.

Prima che venisse associata al Natale, è sempre stata il simbolo della vittoria e del potere, nell’antica Grecia e a Roma, dove i campioni delle competizioni – sia nella musica che nella poesia, nello sport o nel combattimento – venivano ricompensati e incoronati del trionfo con ghirlande di alloro e olivo, poi appese sulle porte di casa a segno della vittoria conseguita.

Union Square Greenmarket, diversi sono gli stand dove ammirare e acquistare le ghirlande natalizie.

Oltre che per le incoronazioni cerimoniali, venivano anche indossate come copricapi dai reali e dall’élite per sottolineare il loro rango sociale. Si dice che la tradizione d’oggi, sia iniziata nella Germania del XVI secolo, dove i cattolici per non buttare i rami in eccesso, avanzati dalla potatura degli abeti, li intrecciavano tra di loro fino a creare una piccola ruota – forma scelta sia per comodità, sia come simbolo della perfezione divina. Gli alberi sempreverdi erano una specie guardata con ammirazione per la loro sopravvivenza al rigore dell’inverno, simbolo di resilienza e speranza. Dall’albero quindi è nata la tradizione della ghirlanda, la pratica si diffuse poi in Inghilterra e in seguito arrivò in America, i cui abbondanti sempreverdi – cedri, abeti di Douglas, bossi e agrifogli – consolidarono il nord dell’Equatore come il luogo della corona natalizia.

Rick Bishop, proprietario della Mountain Sweet Berry Farm a Roscoe. ( Credit Pic: Melissa Kasper)

Il luogo invece per eccellenza di New York dove poterle ammirare e acquistare è l’Union Square Greenmarket, la grande fonte di sempreverde festivo della città. Ogni stand ha un approccio diverso: Van Houten Farms è tipico per gli abeti, Stokes ha conquistato il mercato con ghirlande realizzate grazie alle erbe aromatiche e River Garden è specializzato per le corone di fiori secchi. Ma è Mountain Sweet Berry che si distingue per l’uso creativo del pino principessa, non un albero ma una pianta perenne simile a una felce originaria degli Stati Uniti orientali che si insinua lungo il suolo della foresta. Rick Bishop, proprietario della Mountain Sweet Berry Farm a Roscoe, ha raccontato al New York Magazine, che il pino principessa è una pianta selvatica e può essere minacciato di estinzione se non viene raccolto con giudizio.

Le sue “Christmas wreath” sono realizzate con l’assistenza di una macchina speciale, anche se il più del lavoro, in particolare l’intreccio, viene svolto manualmente dalle magiche mani dei ragazzi guatemaltechi del team. La corona più venduta è quella di otto pollici da $ 25. “È piccola e leggera. Si adatta a tutte le porte di Manhattan”, afferma Bishop. Ma non sono solo gli abitanti degli appartamenti a essere attratti dallo stand. Nel corso degli anni, Bishop ha venduto ghirlande di tutte le dimensioni e design personalizzati a chef e ristoratori per decorare le facciate delle attività. Sparse per la città si contano migliaia di ghirlande fresche e mentre il Signor Bishop in questo periodo dell’anno trasforma la sua veste di agricoltore in quella di emissario dell’allegria natalizia, New York mantiene la tradizione e addobba il presente.

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Maria Sole Angeletti

Maria Sole Angeletti

Tra i libri di diritto ha capito che la sua vera passione sono le parole. Si occupa di New York, cultura e fa interviste. Content creator, social media director e autrice di podcast.

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