Passeggiando per Manhattan, a tratti l’impressione è di vivere un déjà vu di quei lunghi mesi del 2020 in cui la “città che non dorme mai” si era assopita in un lungo letargo epidemico. Verande chiuse, caos negli ospedali, metropolitana spettralmente vuota. Con l’avvio della campagna vaccinale, dai cinque boroughs si era però levato un grande coro: “New York is back“. E New York è veramente tornata. Almeno fino a qualche giorno fa, quando a tornare è stato anche il Covid-19.
Nelle ultime due settimane, i contagi nella sola città sull’Hudson sono aumentati del 60%. Il tasso di positività su base settimanale è invece raddoppiato: dal 3,9% di domenica scorsa al 7,8% di giovedì. Per la prima volta negli ultimi otto mesi, la media dei contagi si appresta a superare i 4.000 nuovi casi giornalieri. E venerdì 17 dicembre, i funzionari dello Stato hanno segnalato 21.027 nuovi casi. Numeri statisticamente molto simili a quelli di un anno fa, ma con una differenza notevole: se lo scorso 17 dicembre la media di ricoveri giornalieri era di 33, oggi è – per il momento – limitata a poco meno di 13. Radicalmente diverso anche il numero di decessi: un anno fa circa 27 newyorkesi a settimana perdevano la lotta contro il coronavirus. Oggi, la media è scesa drasticamente a 11.
I grafici dimostrano inequivocabilmente come la nuova ondata pandemica colpisca in gran parte i non vaccinati, che costituiscono il 90% dei nuovi casi e il 93% dei ricoverati. Scorrendo i dati del dipartimento sanitario cittadino, si apprende che il borough più colpito è Staten Island (441.88 casi ogni 100.000 abitanti, media settimanale), seguito da Manhattan (394.67), Brooklyn (310.32), Queens (280.98) e Bronx (221.05).
Una situazione che però è destinata statisticamente a peggiorare, a causa delle vacanze natalizie ma soprattutto per un altro avvento: quello della variante Omicron. Il nuovo ceppo potrebbe anticipare il picco di contagi, previsto per metà gennaio.
Durante la conferenza stampa di giovedì, il sindaco De Blasio è stato chiaro: “Omicron è qui a New York (e) in pieno vigore.” Ne sono riprova le lunghe file davanti alle cliniche pubbliche o ai van che somministrano (gratuitamente) tamponi e test antigenici per tutta la città. A farsi analizzare non è solo chi ha sintomi o ha avuto contatti sospetti, ma soprattutto chi teme di essere asintomatico. Che il virus stia circolando a piena forza lo si nota anche da qualche negozio che è costretto a rimanere chiuso per mancanza di personale (contagiato).
“La variante si muove in fretta. Noi dobbiamo muoverci ancora più in fretta,” ha aggiunto De Blasio. L’amministrazione cittadina ha così deciso di articolare la sua strategia in sei mosse: nei prossimi giorni si procederà così alla distribuzione gratuita di un milione di mascherine K95; sempre a titolo gratuito, verranno donati 500.000 test rapidi fai-da-te alle organizzazioni di comunità. Le autorità lanceranno inoltre una potente campagna mediatica a favore della vaccinazione e della “terza dose”, ampliando al contempo la fascia oraria di somministrazione e la disponibilità dei test anti-Covid.
Si procederà infine anche sull’altro lato, quello della dissuasione: aumenteranno infatti i controlli contro chi non indossa la mascherina sui mezzi pubblici o nei negozi.
Sebbene la città di New York abbia una delle percentuali di vaccinati più alta d’America (71% con doppia dose, rispetto a una media nazionale del 61%), solamente un’esigua parte di questi ha già ricevuto la terza dose – che secondo il CDC costituisce l’arma più efficace contro gli effetti della variante Omicron.
La situazione Covid-19 è critica anche, più in generale, nello stato di New York, dove i contagi (18.276 giovedì) sono addirittura balzati a soglie che non si registravano dallo scorso gennaio. Come De Blasio, anche la governatrice Kathy Hochul ha invitato la popolazione a vaccinarsi e a indossare la mascherina. Per evitare che le vacanze natalizie finiscano per replicare, anche solo in miniatura, le scene drammatiche di un anno fa.