A poche settimane dalla riapertura delle scuole a New York, prevista per il 13 settembre, insegnanti e famiglie continuano a preoccuparsi per l’aumento dei contagi e la poca chiarezza delle direttive.
Durante l’estate, il Dipartimento dell’Istruzione della città è riuscita a mettere in pratica alcune delle pratiche di sicurezza previste per i prossimi mesi grazie al programma “Summer Rising”, corsi estivi per i bambini che uniscono istruzione e intrattenimento. Molte famiglie hanno deciso di iscrivere i loro figli al programma per reinserirli nel sistema scolastico, dopo che per un anno di didattica a distanza non hanno interagito con i coetanei.
A partire da settembre, però, il sindaco de Blasio ha annunciato la didattica a distanza non verrà offerta in maniera continuativa, ma solo per le classi chiuse temporaneamente.
Come già è accaduto durante il “Summer Rising”, ogni classe in cui verrà confermato un caso positivo chiuderà per un periodo di quarantena, in cui le lezioni continueranno online. Se in una scuola dovessero esserci più di quattro contagi in classi diverse, l’intero istituto dovrà chiudere e mettere in atto programmi di DAD temporanei. Continuerà, inoltre, l’obbligo di mascherina all’interno delle scuole.
Il sindaco ha negato la richiesta di molte famiglie di poter scegliere che i loro figli svolgano un altro anno completamente online, dicendo che gli studenti sono più al sicuro a scuola che nelle loro case.
La preoccupazione dei genitori è dovuta al continuo aumento dei contagi, non solo a livello nazionale, ma precisamente nelle scuole durante il “Summer Rising”. Le classi infatti, che sembravano non comportare un rischio per la diffusione del virus, hanno visto un peggioramento nelle ultime settimane, con 36 nuovi casi solo nella giornata di ieri e 35 classi chiuse di conseguenza. La situazione, secondo le famiglie, non può che peggiorare con il rientro di tutti gli studenti e il meno tempo passato all’aperto durante autunno e inverno.
Nonostante i contagi in aumento, i test positivi nelle scuole rimangono molto bassi, solo 0.13 percento di quelli effettuati.
Secondo le nuove regole annunciate dal sindaco nelle scorse settimane, insegnanti e operatori scolastici fanno parte della fascia della popolazione che sarà obbligata a vaccinarsi o ricevere test settimanali a partire da settembre. Nonostante il 60% di essi abbia già ricevuto l’inoculazione, i numeri non sono saliti quanto si sperasse.
Allo stesso tempo, i bambini rimangono vulnerabili: nessuno dei vaccini è stato testato sotto ai 12 anni e la fascia d’età tra i 12 e i 17 anni è quella con il minore tasso di vaccini effettuati, solo il 25%.
Nonostante inizialmente le scuole non causassero picchi di contagi, con la bassa percentuale di vaccini e la difficoltà a mantenere il distanziamento sociale questo potrebbe cambiare nei prossimi mesi.