Alla fine tutti lo hanno riconosciuto. Anche con uno scarto di soli 8400 voti su Kathryn Garcia, l’ex poliziotto Eric Adams si è aggiudicato le primarie del partito democratico. Quasi con certezza matematica la Grande Mela il prossimo 2 novembre tornerà ad avere un sindaco di colore.
Sarà Adams, 59anni diventato attivista e presidente del consiglio comunale di Brooklyn a sostituire Bill de Blasio e ricalcare i passi di David Dinkins che guidò la città dal 1990 al 1993.
In ogni momento, anche dopo gli ultimi conteggi delle schede postali e del voto anticipato Adams ha continuato a guidare le primarie con un margine minimo sulla sua più diretta sfidante Kathryn Garcia, protagonista di una strepitosa rimonta. Con quasi 800.000 voti espressi complessivamente, Adams ha raggiunto il 50,5% dei consensi e la Garcia il 49,5% . In realtà mancano ancora all’appello poche centinaia di schede contestate ma ormai sono ininfluenti per ribaltare il risultato, che per la prima volta ha sperimentato il “ranked choice” vale a dire il conteggio anche delle seconde e terze scelte degli elettori espresse nelle schede per evitare che New York tornasse al ballottaggio nel caso in cui nessuno dei due candidati con più voti, avesse raggiunto il 50% dei suffragi al primo scrutinio.

Non si era mai vista una corsa così serrata nelle primarie democratiche negli ultimi 40 anni. Ai nastri di partenza si erano presentati in 13.
Il partito democratico nella Grande Mela così come in Congresso e a livello nazionale è diviso ormai in tre parti quasi uguali con una componente progressista molto agguerrita, rappresentata a New York dall’avvocatessa Maya Wiley che però non ha prevalso e dopo essere scivolata dal secondo al terzo posto la Wiley è stata eliminata dal ranked system. Kathryn Garcia invece, già commissario per la sanità pubblica sia con Bloomberg che con Di Blasio grazie soprattutto al voto di Manhattan è passata dal 19,6% del primo conteggio parziale al 49,5% con l’aggiunta delle schede per corrispondenza. Ma non le è bastato. L’errore clamoroso della commissione elettorale che in un primo tempo aveva conteggiato più di 130.000 schede campione per poi annullarle, ha buttato una cattiva luce sui funzionari della città accusati di incompetenza ma nessuno ha gridato al complotto o alla truffa.
In molti avevano pensato che alla fine la Garcia avrebbe anche potuto farcela e diventare la prima donna sindaco nella storia di New York, ma la miglior organizzazione di Adams e la sua ramificazione nei quartieri del Queens ,del Bronx, Brooklyn e Staten Island alla ricerca di una grande coalizione interrazziale, ha finito col portare più voti all’ex poliziotto che in campagna elettorale ha promesso di riportare la sicurezza nella Grande Mela e una durissima lotta al crimine e alle armi.
A sfidare Adams a novembre sarà Curtis Sliwa, 67 anni, l’uomo col baschetto rosso, l’inconfondibile e bizzarro fondatore dei Guardian Angels che ha tra i suoi sostenitori principali anche l’ex sindaco Rudy Giuliani già legale di Donald Trump, adesso sotto inchiesta dell’FBI , considerato però un grande stratega anche da Matteo Salvini.

Con un numero di elettori democratici 4 volte maggiore di quelli repubblicani, Sliwa a novembre avrà di fronte una missione assolutamente impossibile. Tutti i democratici si ricompatteranno e voteranno il moderato Adams che ha avuto anche un passato repubblicano dal 1997 al 2001.
Con un figlio di 26 anni e la compagna insegnante alle scuole superiori, l’aspirante sindaco ha già promesso di ripulire una città diventata troppo sporca con Di Blasio e intende imporsi come un difensore della classe media newyorkese e della scuola pubblica promuovendo un gigantesco piano di edilizia abitativa alla portata non solo degli arabi ma di tutte le tasche