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June 18, 2021
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A New York lo smart working si fa ancora sentire: gli uffici sono quasi tutti vuoti

Anche se la città è tornata alla vita normale, i lavoratori di Manhattan rimangono a casa, mentre negli altri stati degli Usa le scrivanie sono di nuovo occupate

Andrea ViscontibyAndrea Visconti
Pensate che New York tornerà come prima? La storia di Sarah dovrebbe farvi riflettere

Iconic Chrysler Building. Photo: Terry Sanders

Time: 3 mins read

I colletti bianchi di New York non stanno tornando in ufficio. Il cuore pulsante di Manhattan continua a essere vuoto con una percentuale di persone molto bassa che sono tornate a occupare le loro scrivanie. Non siamo neppure arrivati al 21 per cento del totale. Per essere precisi, solamente il 20,7 percento di impiegati — di basso, medio e alto livello — sono ritornati ad occupare i grattacieli dei due centri direzionali di New York.

Lo rivela una ricerca condotta dal Kastle System, una società di amministrazione di stabili commerciali che ha raccolto dati su scala nazionale. Per determinare la percentuale di presenze la Kastle ha raccolto dati su quante volte sono stati usati i badge per accedere ai grattacieli. La ricerca è stata condotta in duemilaseicento edifici che ospitano circa 41mila uffici in quarantasei stati Usa. I dati riflettono il cambiamento in presenze avvenuto fra l’inizio di aprile e metà giugno.

Maggio 2020, Madison Ave, New York, vuota alle 2 del pomeriggio a causa della pandemia (di Terry W. Sanders)

Questi numeri sono preoccupanti. New York è parecchio indietro rispetto al resto degli Stati Uniti. Infatti, non esiste altra città americana dove i colletti bianchi stiano ancora lavorando in smart working come nella Grande Mela con l’eccezione di San Francisco. Qui le percentuali di presenze in ufficio sono addirittura al 18,2 per cento. Nella vicina San Jose siamo al 20,2 per cento.  

Ci sono altre parti degli Stati Uniti invece dove le scrivanie tornano a essere occupate in modo sostanziale. In Texas per esempio siamo vicini al 50 per cento. A Dallas, Austin e Houston specificamente i dati parlano di presente al 49,7 per cento, 48,7 e al 47,7 rispettivamente.

A Chicago invece i numeri sono più simili a quelli di New York. I colletti bianchi che hanno scelto o sono stati costretti a tornare in ufficio sono il 27,5 per cento del totale. Anche a New York comunque la situazione è in via di miglioramento. In giugno c’è stato un balzo del 2,5 per cento ma le prospettive sono che le presenze in ufficio non varieranno fino a settembre. È quello il mese-chiave su cui tengono gli occhi tutti gli osservatori che studiano la ripresa economica di New York.

Chicago (David Mark da Pixabay).

Alcuni giganti dell’economia intendono segnare il passo per gli altri. La Morgan Stanley, leader globale dei servizi finanziari, proprio in questi giorni ha diffuso un comunicato fra i suoi dipendenti: “Ritornate in ufficio appena dopo il Labor Day oppure il vostro stipendio verrà decurtato”, si legge in una nota firmata dall’amministratore delegato James Gorman facendo riferimento alla festività che ricorre il primo weekend di settembre.

“Voglio che non ci sia alcun dubbio”, prosegue la nota di Gorman. “Il nostro lavoro viene svolto all’interno di uffici perché è lì dove insegniamo alle nuove reclute, è così che si fanno crescere i dipendenti più giovani. Se siamo arrivati al punto che abbiamo l’autorizzazione a frequentare i ristoranti di New York, a maggior ragione possiamo tornare a frequentare gli uffici”.

Il messaggio del big boss della Morgan Stanley viene con un avvertimento di natura retributiva. Specifica infatti che per mantenere lo stipendio attuale i dipendenti devono risiedere e lavorare all’interno dell’area metropolitana newyorkese. Chi nell’ultimo anno di pandemia ha scelto di vive altrove è libero di stare dove si trova ma non si può aspettare lo stesso stipendio che ricevono coloro che devono fare i conti con gli alti costi di New York.

“Eataly”, New York (di Terry W. Sanders)

“Se volete guadagnare uno stipendio newyorkese dovete lavorare a New York. Basta con questa storia che vivete in Colorado ma pretendete una retribuzione pari a chi vive a New York. Mi dispiace, ma le cose non funzionano in quel modo”.

Gorman può fare il duro finché vuole, ma la Morgan Stanley non è l’unica azienda ad occupare uffici a New York. Molte altre imprese in questi mesi hanno scelto di ridurre lo spazio e trasferirsi altrove. Ne parlava l’altra sera un’amica giornalista che lavora per la TV Guide. in maggio hanno cambiato uffici. Sono sempre nel centro di Manhattan ma occupano uno spazio assai ridotto rispetto a prima. Le aspettative? Continuare a lavorare in smart working con puntate in ufficio un giorno, massimo due per settimana. Le scrivanie potranno essere usate a rotazione.

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Andrea Visconti

Andrea Visconti

Andrea Visconti New York Stories è anche il nome della mia pagina Facebook. É una rubrica in cui cerco di cogliere spunti di riflessione sulla quotidianità nella più importante metropoli al mondo, al di là del suo glamour. Per oltre vent’anni sono stato corrispondente da New York per i giornali locali del Gruppo Espresso/Repubblica. Ho collaborato a La Repubblica e al settimanale L’Espresso, lavorando anche nel settore multimediale con video per Repubblica TV e un podcast per Repubblica Sera. Sono stato per anni collaboratore di Radio Capital con uno spazio settimanale fisso su New York. Andrea Visconti New York Stories is the name of my Facebook Page. In my online column I try to develop topics that make us reflect on life in the most important metropolis in the world. For over twenty years, I was the New York based correspondent for the chain of regional newspapers of La Repubblica/L’Espresso. I contributed to La Repubblica and to the newsweekly L’Espresso, with a special interest in their multimedia platforms, such as Republica TV and Repubblica Sera. For several years I contributed to Radio Capital with a weekly radio spot from New York.

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