CMA CGM Marco Polo è una nave portacontainer registrata alle Bahamas, della classe Explorer. Il 6 novembre 2012, è diventata la più grande nave portacontainer al mondo anche se nel 2013 è stata superata dalla Maersk Triple E class. La costruzione è lunga 395 metri e larga 54 metri, con immersione di 16 metri. Con portata lorda di 186.500 tonnellate, la nave è in grado di trasportare 16 mila TEU, l’acronimo inglese di twenty-foot equivalent unit, che è la misura standard di volume nel trasporto dei container ISO, invece le dimensioni esterne sono: 20 piedi (6,096 m) di lunghezza x 8 piedi (2,4384 m di larghezza x 8,5 piedi (2,5908 m) di altezza.
La Marco Polo è una versione ingrandita della classe Christophe Colomb della stessa compagnia, che con 365 metri ed un larghezza di 51 metri, ha una portata lorda di 153 mila tonnellate e una capacità di 13.800 TEU, e venne consegnata da Daewoo nel 2009. Prende il nome dal mercante e viaggiatore veneziano Marco Polo ed è più grande dell’Empire State Building, basti pensare che ha una lunghezza pari a cinque isolati di Manhattan. Entrerà nel porto di New York, al terminal di Elizabeth-Port Authority, il 20 maggio per scaricare una serie di beni di consumo, che vanno dalle decorazioni natalizie all’estratto di vaniglia. Sarà la più grande nave mai attraccata sulla costa orientale e questo è possibile anche grazie all’innalzamento della carreggiata del ponte di Bayonne avvenuto nel 2017.

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Nonostante la pandemia, la quantità di merci scaricate nei porti marittimi di New York e del New Jersey durante il primo trimestre del 2021 ha raggiunto livelli record ed è aumentata del 21% rispetto allo stesso periodo del 2020, secondo i dati della Autorità Portuale. Dopo aver lasciato il New Jersey, la Marco Polo proseguirà lungo la costa orientale fino alla fermata successiva a Norfolk, in Virginia. La storia delle navi portacontainer è un pezzo importante della globalizzazione ed è relativamente recente. L’idea di caricare le navi per il trasporto delle merci con contenitori di dimensioni standard, i container appunto, è più o meno nota fin dall’antichità: greci e romani stipavano le loro navi da trasporto con anfore tutte uguali, e dal Diciottesimo secolo alcune navi furono attrezzate per ospitare grandi casse di legno tutte delle stesse dimensioni. Le prime vere navi portacontainer, però, risalgono alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, e la persona che le inventò non sapeva quasi niente di navigazione.
Nella prima metà del Novecento i container erano usati nei trasporti marittimi in maniera saltuaria e poco efficiente e Malcolm Purcell McLean fu colui che inventò un nuovo metodo di trasporto intermodale, cioè grazie all’utilizzo di un contenitore standard è stato possibile trasportare lo stesso carico via nave, con un autocarro o su un treno, risolvendo così la gran parte dei problemi logistici che affliggevano i trasporti via mare. Con la sua nuova compagnia di trasporti, la Sea-Land, McLean cominciò a diffondere il nuovo metodo di trasporto negli Stati Uniti e poi nel mondo. I container hanno reso le spedizioni marittime non soltanto più rapide, ma anche più prevedibili e affidabili.