Sono in molti ad essere preoccupati per le sorti di New York. La pandemia ha fatto scappare i residenti di Manhattan per paura dei contagi. Molti palazzi, che una volta erano adibiti a uffici, ora sono vuoti. Negozi e ristoranti hanno chiuso i battenti, persino a Times Square. I ricchi fuggono dalla città per evitare il contagio e si rifugiano nella natura nelle ville upstate. Con loro si portano i soldi che aiuterebbero la ripresa della città.
Ma, nei prossimi anni, la City – oltre che dalla pandemia e dalla crisi economica – potrebbe essere minacciata anche dall’acqua. Un rapporto del Climate Central – un’organizzazione indipendente di scienziati e giornalisti che studia i cambiamenti climatici – prevede un aumento del livello del mare di 0,6-1,8 piedi (20-50 cm circa) entro il 2050, e di 1,9-6,3 piedi (60cm-2m circa) entro il 2100. Questo significa che, tra meno di trent’anni, alcune coste del New Jersey e di Long Island potrebbero essere coperte dall’acqua.

Anche ‘The Strokes‘ – la band newyorchese indie rock che ha recentemente vinto il Grammy Award come miglior album rock con “The New Abnormal” – nel video di “Ode to the Mets” prefigura una New York sommersa dall’acqua. Nelle ultime scene, l’inconfondibile cartello della Pepsi Cola – che contraddistingue il panorama del New Jersey – galleggia nell’oscurità verde di un’acqua putrida.

New York non si trova da sola ad affrontare il problema. Le ricerche più recenti stimano che l’innalzamento del livello dei mari potrebbe colpire 150 milioni di persone nel mondo entro il 2050. Il Vietnam del Sud, le coste del Golfo della Thailandia, Shangai in Cina, Alessandria d’Egitto e Mumbai in India. Sono soltanto alcuni esempi di zone che potrebbero finire sotto il livello del mare.

“Siamo sull’orlo dell’abisso”, ha detto António Guterres, Segretario Generale dell’ONU. “Dobbiamo agire con decisione per proteggere il nostro pianeta sia dal coronavirus che dalla minaccia esistenziale del cambiamento climatico”.
Il rapporto annuale del World Meteorological Organization (WMO) – l’agenzia delle Nazioni Unite incaricata di promuovere la cooperazione internazionale in materia di scienze atmosferiche, climatologia, idrologia e geofisica – rivela come il livello medio globale del mare sia aumentato nel 2020, raggiungendo il record dal 1993. E sta crescendo a un tasso più alto anche a causa dello scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia e in Antartide.

Per rispondere al riscaldamento globale, a gennaio il Presidente Biden ha rinnovato l’adesione degli Stati Uniti all’accordo di Parigi e il 22 aprile ha annunciato l’impegno degli USA a dimezzare le emissioni entro la fine del decennio. “Sono orgoglioso di annunciare che la scienza è tornata”, ha twittato. Inoltre, con lo slogan “Rebuild America”, Biden chiama a raccolta “costruttori, ingegneri, elettricisti, muratori, produttori di caldaie, lavoratori dell’acciaio” per costruire un futuro più pulito, sicuro e prospero. Il suo piano prevede, tra le altre cose, la costruzione e l’installazione di milioni di panelli solari e migliaia di pale eoliche, nonché la messa a disposizione sul mercato di 70 milioni di autovetture elettriche entro il 2030.

Alexandria Ocasio-Cortez, la parlamentare rappresentante del Distretto 14 di New York (Bronx e Queens), ha colto l’occasione per rilanciare il “Green New Deal”, una risoluzione del congresso che si pone l’obiettivo di raggiungere il 100% di energia pulita e rinnovabile entro 10 anni. “La crisi climatica è una crisi nata dall’ingiustizia – ha dichiarato AOC – ed è una crisi nata dalla ricerca del profitto ad ogni costo, umano ed ecologico”.
Nel frattempo, speriamo di non arrivare con l’acqua alla gola.