Andrew Cuomo, governatore dello Stato di New York, ha annunciato che dalle 8 di mattina di martedì 30 marzo tutti i residenti newyorchesi di età pari o superiore ai 30 anni potranno prenotarsi per ricevere il vaccino contro il Covid-19.
E non solo. Dalla settimana successiva, a partire da martedì 6 aprile, l’eleggibilità sarà estesa anche ai residenti più giovani, quelli a partire da 16 anni di età.
Fino ad oggi, soltanto alcune categorie di persone erano ammesse alla vaccinazione. Tra queste si distinguevano cittadini con specifici impieghi lavorativi, come i first responders (soccorritori impiegati in situazioni di emergenza), operatori sanitari, poliziotti, pompieri, insegnanti delle scuole della prima infanzia, elementari e medie, dipendenti dei trasporti pubblici, nonché gli impiegati di ristoranti, negozi di vendita al dettaglio e fattorini. Inoltre, il vaccino era disponibile per i cittadini affetti da specifiche patologie a rischio Covid, come obesi, diabetici, malati di cancro, persone affette da malattie polmonari, demenza, malati di Alzheimer, ma anche donne in gravidanza.
Secondo i dati raccolti dalla CDC – l’istituto federale per il controllo e la prevenzione delle malattie – alla data odierna sono più di 52 milioni le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino, ovvero il 15,8% della popolazione. Mentre sono più di 95 milioni (28% sul totale della popolazione) quelle che hanno ricevuto soltanto la prima dose.
Sono questi numeri ben diversi da quelli che si stanno registrando in Italia, dove, secondo il rapporto del Governo, hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino Anti Covid-19 soltanto circa 3 milioni di persone, costituenti circa il 5% sul totale della popolazione.
Nella classifica degli stati americani con più vaccinati, il podio spetta al New Mexico, con il 23% di vaccinati sul totale della popolazione. Mentre il fanalino di coda spetta allo Utah, con soltanto l’11% della popolazione completamente vaccinata.
Lo stato di New York si attesta sulla media nazionale, con il 16% della popolazione totalmente vaccinata. Ma i dati variano molto in base alla contea che si prende in considerazione. L’area metropolitana della città di New York si attesta su valori medi, con il 17% di adulti totalmente vaccinati e il 32% che hanno assunto almeno la prima dose.
La corsa al vaccino nella metropoli, evidenzia ancora una volta le disparità di trattamento tra ricchi e poveri e tra diverse etnie. Manhattan, il quartiere più ricco, è anche quello a registrare il tasso più alto di vaccinati (22%), mentre spetta a Brooklyn il dato più basso (13%). La comunità afro-americana e quella ispanica sono quelle che registrano i valori più bassi di vaccinazioni (rispettivamente 8% e 9% completamente vaccinati sul totale della popolazione).
Il Presidente Biden, che si era posto l’obiettivo di vaccinare 100 milioni di persone nei primi 100 giorni della sua presidenza, è riuscito ad accelerare il processo, portando a casa l’obiettivo entro i primi 60 giorni di governo. Biden ha anche dichiarato che il 4 luglio non sarà una festa dell’indipendenza qualunque, ma dovrà essere la festa dell’indipendenza dal virus.
Nonostante le vaccinazioni corrano a spron battuto, New York City è ancora considerata zona ad alto rischio di contagio. I casi continuano ad aumentare. Nella giornata del 28 marzo si sono registrati quasi 8mila nuovi casi e 91 decessi. Fanno soprattutto paura le nuovi varianti. Lo stato è prossimo a raggiungere il traguardo di 50.000 vittime, mentre la città ha superato quota 30.000. L’11 settembre ne aveva causate poco meno di 3.000.