Quando la variante UK di COVID-19 è stata identifica, e ci si è resi conto che fosse circa il 70% più contagiosa, quasi ogni paese ha intensificato le misure di sicurezza: gli USA hanno imposto l’obbligo di tampone negativo per i passeggeri provenienti dal Regno Unito, mentre altri in Europa hanno imposto un vero e proprio divieto di entrata per chi proveniva dal paese “infetto”. Ma è servito a poco: negli USA la nuova strain ha già spopolato, inclusa NYC.
Nelle ultime settimane, infatti, la Grande Mela ha registrato un aumento esponenziale di contagi, dopo mesi di relativa tranquillità: si sono toccati picchi di 18.000 nuovi casi al giorno, un record per New York. L’unico modo per frenare una seconda ondata (che si potrebbe dire è ormai già arrivata), o per lo meno rallentarla, è di vaccinare il più possibile. Ma qui è il nodo della questione: le dosi di vaccino non bastano. Fra due giorni NYC avrà finito le ultime migliaia di dosi rimaste.
Dopo un inizio di campagna di vaccinazioni un po’ zoppicante, durante la quale la città non riusciva a vaccinare abbastanza persone rispetto agli obiettivi, o alle dosi disponibili, ora il problema è l’opposto: ci sono le strutture per vaccinare ed il personale per somministrarli, ma non c’è la materia prima. Cercare di vaccinare il maggior numero di persone il più rapidamente possibile è ovviamente l’obiettivo di ogni città e di ogni paese. Ma a NYC in particolare è vitale per riaprire l’economia.

Come il governatore Andrew Cuomo ha affermato più volte, la città potrà riaprire le sue attività commerciali (alcune, non tutte), con più serenità quando circa il 20% della popolazione della città è vaccinata, e quindi ha ricevuto entrambe le dosi. A causa dell’incapacità della casa farmaceutica Pfizer di fornire abbastanza dosi, però, è diventato chiaro che la città non raggiungerà questa percentuale di vaccinazioni nel prossimo futuro. E quindi Cuomo vuole forse incominciare a riaprire, nonostante sia arrivata la variante brasiliana del COVID-19 negli USA (in Minnesota, per ora).
Il “ceppo” brasiliano del coronavirus, chiamato P.1, è stato identificato per la prima volta in quattro viaggiatori brasiliani che sono stati testati durante uno screening di routine a Tokyo, in Giappone, secondo il Centers for Disease Control and Prevention. Contiene una serie di mutazioni aggiuntive che possono influenzare la capacità degli anticorpi di riconoscerlo, secondo il CDC, informazione che fa temere agli esperti che il vaccino già sul mercato non sia efficace ugualmente nel combattere questa variante.

Nonostante la lugubre notizia di questa nuove versione del coronavirus, però, i numeri per lo stato di New York sono in miglioramento, ed il governatore ha annunciato che Mercoledì allenterà qualche restrizione, sia nello stato di NY sia per le zone micro-cluster di NYC. Le modifiche verranno apportate alle zone micro-cluster esistenti, ma non cambieranno il divieto di poter mangiare all’interno dei ristoranti a New York City.
“Ci stiamo concentrando ora sulle zone micro-cluster, che sono zone gialle e arancioni”, ha detto Cuomo, come riporta ABC News 7. “Questo è ciò di cui stavo parlando. Cenare al coperto a New York è una condizione specifica di New York City. A questo punto non stiamo contemplando alcun cambiamento a riguardo.” Da un paio di mesi, ormai, i commensali sono costretti a mangiare all’aperto, nonostante le costanti temperature parecchio sotto lo zero.

Inutile rimarcare quanto l’industria della ristorazione sia in crisi al tempo del COVID-19: anche se molti ristoranti si sono attrezzati, creando dei veri e propri piccoli “igloo” dove i commensali possono mangiare in una via di mezzo fra aperto e chiuso, in pochi hanno il desiderio di sfidare le temperature polari dell’inverno, che è appena iniziato. “Fra l’aumento dei prezzi, che comprendo data la crisi dei ristoranti, ed il freddo polare di questo mese, mangiare all’aperto è veramente faticoso,” afferma John uno studente della NYU. “Desidero supportare i ristoranti il più possibile, ma ripeto, fra le limitazioni fisiche imposte dal freddo, e l’aumento dei prezzi, non vado al ristorante da mesi.”

La possibilità di riaprire, quindi, per bar e locali di ristorazione, è ancora lontana. Secondo la CDC, circa il 70% dei contagi si verificano al chiuso senza mascherine, quindi in luoghi come i ristoranti. Forse, se le vaccinazioni possono riprendere con un ritmo serrato, in primavera si avranno dei cambiamenti, ed un piccolo passo verso il ritorno alla normalità. Ma per ora bisogna aspettare, sia per vedere quali restrizioni saranno allentate da Cuomo, sia per il futuro dei tantissimi locali della Grande Mela.