Venerdì 13 novembre, il sindaco Bill De Blasio ha avvertito i genitori degli studenti di New York City di prepararsi affinché le scuole terminino le lezioni in presenza lunedì. Il sindaco ha detto che le porte delle scuole si chiuderanno quando il tasso di infezione della città raggiungerà il 3%. La media di 7 giorni è salita al 2,83%; all’inizio del mese era del 2%. Le scuole di New York City hanno iniziato a riaprire a settembre con una combinazione di lezioni in presenza e a distanza. Il sindaco si atterrà allo standard del 3% per la chiusura delle scuole, elaborato con il sindacato degli insegnanti. Lo standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è del 5%, mentre quello dello Stato di New York è del 9%. La United Federation of Teachers si attiene a questo standard perché le scuole cittadine hanno una densità maggiore rispetto ad altre regioni.
Il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo all’inizio di questa settimana ha rafforzato le restrizioni sugli orari di chiusura di bar e ristoranti. Venerdì ha detto di aver incontrato i governatori del Connecticut e New Jersey per allineare le politiche per evitare che le persone si spostino da uno stato all’altro, nel caso in cui i locali fossero chiusi in uno, ma aperti in un altro. Ha in programma un “vertice di emergenza” questo fine settimana con un gruppo più ampio di sei stati del New England, compresi i governatori e il loro personale, per discutere di coordinamento e preparazione. “La chiusura delle scuole sarebbe probabilmente l’unica politica che spingerebbe il pubblico a rendersi conto di quanto sia grave questa situazione attuale”, ha detto Mark Levine, che presiede il comitato sanitario del Consiglio comunale.

La chiusura delle scuole significherebbe che tutti gli 1,1 milioni di studenti delle scuole pubbliche della città frequenteranno le lezioni a distanza fino a quando i numeri non miglioreranno. Sebbene quasi tutte le scuole cittadine siano aperte, la maggioranza dei genitori ha deciso di far sì che i propri figli imparino da casa per ora, comprese percentuali significative di famiglie asiatiche-americane, latine e nere. Circa un quarto degli studenti cittadini divide il tempo tra istruzione a distanza e di persona con il sistema ibrido della città. Tuttavia, ci sono gruppi di genitori che preferirebbero l’apertura delle scuole. I genitori che sono costretti a recarsi al lavoro, spesso non hanno la possibilità di prendersi cura dei bambini a casa, e sono dunque costretti a stare da soli durante il giorno senza nessuna supervisione.
C’è però una differenza interessante rispetto all’inizio dello scoppio della pandemia: a marzo, i genitori spingevano affinché le scuole chiudessero, mentre i governatori continuavano a ritardare questa decisione. Oggi, invece, ci sono genitori che sperano che le scuole non chiudano nuovamente. Un numero crescente di prove sostiene che i bambini sotto i 10 anni non siano dei “super diffusori”, come inizialmente si temeva, e che la diffusione del virus dalle scuole alle comunità locali, non è più diffusa che da bar, ristoranti o altre attività.
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