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Addio a Phil Foglia, l’avvocato dei “miracoli” per i diritti degli italo americani

Nato nel Bronx nel 1951, è stato stroncato dal Covid-19. Tra i fondatori dell'Italian American Museum, l'ultima vittoria in difesa statua Madre Cabrini

Massimo JausbyMassimo Jaus
Time: 3 mins read

Cristoforo Colombo ha perso un amico. Philip Foglia, avvocato e attivista dei diritti civili degli italoamericani, è morto il 22 di aprile dopo aver contratto il covid-19. Aveva 69 anni. Molto noto tra la comunità americana di origine italiana per le sue crociate contro la discriminazione, era il capo del servizio legale della Italian American Defense and Higher Education Fund e uno dei fondatori dell’Italian American Museum di New York.

Philip Foglia nasce e cresce al Bronx nel quartiere di Belmont. Il padre era un pluridecorato detective della polizia e lui un bravo ragazzo studioso, tanto studioso che si laureò in legge con il massimo dei voti mentre lavora al COBO, il Council Of Belmont Organization. La sua passione politica l’aveva già scoperta quando il sindaco di New York, John Lindsey all’inizio degli Anni Settanta, gli aveva offerto un posto al City’s Diamond Jubilee Committee. E’ questo il principio del suo legame con il partito Repubblicano. Un legame che durerà tutta la vita.

Dopo la laurea entrò nella procura distrettuale del Bronx chiamato dall’allora District Attorney Mario Merola. Fece tutta la gavetta fino a diventare capo dell’Investigation Bureau, un dipartimento che indagava soprattutto sui politici corrotti e qui, con l’aiuto di Rudy Giuliani che era il procuratore federale del Southern District (quello di Manhattan), rinviò a giudizio il congressman Mario Biaggi per lo scandalo della Wedtech.

All’apice della sua notorietà ci fu un colpo di scena: il District Attorney Merola morì e tutto faceva credere che sarebbe stato proprio lui il successore. Il governatore Mario Cuomo non la pensò così e nominò invece Paul Gentile, un democratico, al suo posto. Phil Foglia si dimise e andò alla procura distrettuale di Queens per poi passare all’ufficio del New York State Inspector General, carica che ha mantenuto fino a pochi mesi fa mentre svolgeva la professione di avvocato.

Il suo grande amico, l’attore Chazz Palminteri, compagno di infanzia con cui ha condiviso la passione per Yankees, Knicks e Giants (i due molto spesso andavano agli incontri sportivi e al mercato di Arthur Avenue insieme), lo definisce “Paladino in difesa degli italiani d’America. E le cause sposate da Phil Foglia sono state molteplici. La prima è stata quella contro la City University of New York (CUNY), l’università comunale di New York. Qui la sua battaglia ha fatto si che i differenti College del sistema scolastico e accademico della città dessero maggiore spazio agli insegnanti italoamericani.

La seconda battaglia à stata quella per mantenere a New York la statua di Cristoforo Colombo a Columbus Circle. Un combattimento impari: da una parte una comunità ispanica agguerrita e rumorosa capeggiata dalla City Council Speaker Melissa Mark-Viverito, dall’altra Phil Foglia. Alla fine salvò tutto il Congresso che dichiarò la statua monumento federale, quindi intoccabile, evitando così il voto al Comune.

E sempre al comune fu la terza battaglia di Phil Foglia. Quella per la statua a New York di madre Maria Teresa Cabrini, la santa degli emigranti. Il sindaco Bill de Blasio creò alcuni anni fa una commissione per studiare le proposte pervenute al comune di New York per erigere un monumento a “She Built it” un concorso per onorare le donne che hanno contribuito allo sviluppo della città. La commissione era capeggiata dalla moglie di de Blasio, Chirlane McCray. La proposta di Foglia venne bocciata anche se ottenne in commissione più del doppio dei voti della seconda qualificata, Jane Jacobs. Così secondo il comune, la statua della Jacobs sarà eretta, mentre quella della Cabrini, no. Ma i santi, si sa, fanno i miracoli e così Philip Foglia non si diede per vinto e lanciò una campagna di mobilitazione tra la comunità Italo Americana con il suo amico di sempre Chazz Palminteri. E il “miracolo” arrivò. Con uno stratagemma il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo decise di dare il via libera per far costruire la statua di Madre Teresa Cabrini nel parco statale di Battery Park, quindi fuori dalla giurisdizione di de Blasio.

Tre esempi questi per evidenziare la completa dedizione di Philip Foglia alle cause della comunità Italiana d’America. Sono questi gli italiani d’America che con il loro lavoro, la loro passione, danno lustro al nostro patrimonio culturale.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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