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October 19, 2019
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Ho avuto un sogno: c’era Madre Cabrini, con una lettera per de Blasio e Cuomo

"Vi scrivo perché sono un po’ confusa dal gran parlare che si fa di me in queste ultime settimane, soprattutto nella mia amata Nuova York"

Stefano AlbertinibyStefano Albertini
Ho avuto un sogno: c’era Madre Cabrini, con una lettera per de Blasio e Cuomo

Mother Cabrini (Illustrazione di Antonella Martino)

Time: 4 mins read

English Translation here

Cari figliuoli italiani in America,

Vi scrivo perché sono un po’ confusa dal gran parlare che si fa di me in queste ultime settimane, soprattutto nella mia amata Nuova York. Da quando sono arrivata qui in Paradiso il mio nome l’ho sentito soprattutto sussurrare nelle preghiere di chi si affida alla mia intercessione;  per questo sentirlo urlare e spiattellare sui giornali mi ha fatto un brutto effetto.

Mi sembra che sia cominciato tutto con la faccenda delle statue. Se ho capito bene, avete contato le statue che ci sono in città e vi siete accorti che solo cinque rappresentano delle donne contro le 150 che raffigurano uomini, e così avete voluto rimediare a decenni di ingiustizie e discriminazioni, tirando su un po’ di statue.  E così avete messo in piedi un comitato guidato dalla moglie del Sindaco, quel bravo giovanotto di Bill, che parla così bene a favore degli emigrati che quando lo sento da quassù un po’ mi commuovo. La Signora Chirlane ha indetto una votazione per chiedere a quali donne di questa meravigliosa città bisognerebbe dedicare una statua. 

Ora, devo confessare che nonostante sia una suora e anche una santa, un po’ di vanità l’ho sentita quando mi hanno detto che ero arrivata prima con più di 200 voti e che quella dopo di me non era arrivata neanche a 100, ma tant’è anche qui in Paradiso, una notizia così ci può far montare un po’ la testa. Quando ho saputo che la statua in città non me l’avrebbero fatta però, a mio credito, devo dire che non me la sono presa, anche se non hanno spiegato perché. Poi pare che la statua me la facciano lo stesso e che la pagherà lo stato di NY come ha detto il governatore Cuomo. No, non Mario che era il padre di questo e che mi piaceva tanto, il figlio, che pure è un bravo ragazzo.  Anche con la santa pazienza che una santa come me deve avere, permettetemi di essere un po’ confusa e di rivolgermi individualmente alle persone interessate.

Caro Bill e cara Chirlane,

prima di tutto fatevi dire che vi voglio bene lo stesso e prego sempre per voi. Di statue ne ho fin troppe in giro per le chiese della città e del mondo, poi ho un parco, un boulevard e persino un santuario dedicati a me e io non voglio essere esosa. Un consiglio però ve lo devo dare: pur non essendo un’esperta di politica e sapendo poco di quella che chiamate democrazia, volevo dirvi che dovete stare molto attenti a chiedere alla gente di votare, per poi bellamente ignorare il loro voto. Altrimenti andrà a finire che nessuno crederà più che il suo voto conta e che la democrazia è una cosa seria. Vi abbraccio e vi benedico.

Cari figlioli italoamericani,

che avete votato per me e che fate le proteste per farmi erigere una statua, volevo chiedervi, ma per le altre elezioni, quelle vere del 2016 come avete votato? Ve lo chiedo perché se siete miei figliuoli non potete approvare chi perseguita gli emigranti e gli rende la vita impossibile. Io ho fondato degli orfanatrofi e so bene che la sofferenza più grande per i bambini è non avere i loro genitori accanto. Separare i bambini dai loro genitori è una crudeltà gratuita e imperdonabile. Se voi la condonate non so cosa farmene della vostra statua. Se avessi voluto che mi facessero delle statue, avrei fatto la modella. E non fate quella faccia; già ai miei tempi si faceva a turno nelle accademie d’arte. Ma io ho voluto fare la suora missionaria tra gli emigranti per migliorare la loro vita e dare a loro e alle loro famiglie una speranza per il futuro. Il modo migliore per ricordarmi e rendermi onore è che ciascuno di voi si impegni ad aiutare gli emigranti da qualunque parte del mondo vengono come fanno ancora oggi le mie buone suore.  Tutto il resto è vanità…

Caro Andrew,

come ho detto al tuo collega Bill, (e qui fammi aprire una parentesi, ma un piccolo sforzo per andare un po’ d’accordo tra di voi non potete proprio farlo? Siete paesani, dello stesso partito eppure siete sempre lì a beccarvi come i capponi di Renzo. Sì, Renzo dei Promessi Sposi. Se non l’hai letto, leggilo che male non ti farà). Come ho detto a Bill, di statue ne ho tante in giro per le chiese della città, tutte bruttine a dire il vero, ma ce ne sono parecchie. Se per caso questa nuova statua la fate davvero, potresti accertarti che fosse un po’ più bella delle altre? Non lo dico per vanità e so di non essere mai stata una bellezza, ma certo non assomiglio a quelle creaturine di gesso e carta pesta con la faccia rotonda e gli occhi sbarrati. Ti benedico con tutta la tua bella famiglia.

Siate buoni e vogliatevi bene. God bless!

La vostra Madre Francesca Saverio Cabrini

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Stefano Albertini

Stefano Albertini

Sono nato a Bozzolo, in provincia di Mantova. Mi sono laureato in lettere a Parma per poi passare dall'altra parte dell'oceano dove ho conseguito un Master all'Università della Virginia e un Ph.D. a Stanford. Dal 1994 insegno alla New York University e dal 1998 dirigo la Casa Italiana Zerilli Marimò dello stesso ateneo. Alla Casa io e la mia squadra organizziamo un centinaio di eventi all'anno tra mostre, conferenze, concerti e spettacoli teatrali. La mia passione (di famiglia) rimane però l'insegnamento: ho creato un corso sulla rappresentazione cinematografica della storia italiana e uno, molto seguito, su Machiavelli. D'estate dirigo il programma di NYU a Firenze, ma continuo ad avere un rapporto stretto e viscerale col mio paese di origine e l'anno scorso ho fondato l'Accademia del dialetto bozzolese proprio per contribuire a conservarne e trasmettere la cultura. I was born in Bozzolo (litterally 'cocoon') in the Northern Italian province of Mantova. I obtained my degree from the University of Parma, after which I moved to the other side of the ocean and obtained my Master’s from the University of Virginia and my Ph.D from Stanford. I have been teaching at New York University (NYU) since 1994, and I have been running the Casa Italiana Zerilli Marimò of NYU, since 1998. At the Casa, we organize more than one hundred events annually, including exhibitions, conferences, concerts and theatrical performances. My personal passion, however, continues to be teaching: I created a course on the cinematographic portrayal of Italian history, and one on Machiavelli in its historical context. I also run the NYU program in Florence every summer. I continue to have a close and visceral relationship with my town of origin, and 2 years ago, I founded the Academy of the Bozzolese Dialect to conserve and promote the local culture.

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