L’ondata di freddo dall’Ohio e i primi leggeri fiocchi di neve non hanno fermato le centinaia di persone che hanno aspettato in fila per diversi isolati fuori dalle sedi locali del Dipartimento della Motorizzazione di New York.
È l’effetto della Green Light (“Luce Verde”): da ieri gli immigrati irregolari possono ottenere il rilascio della patente di guida presentando patente, passaporto, documento di identità o certificato di nascita del Paese di origine e superando il test scritto e la prova pratica.
Approvato dalla legislatura dello stato di New York nello scorso giugno, il provvedimento ripristina procedure già possibili prima dell’11 settembre, quando nella domanda non era richiesto il numero di Social Security. In netta controtendenza alle politiche di immigrazione dell’amministrazione Trump, lo stato del New Jersey ha approvato lunedì una legge simile.
New York e New Jersey si sono aggiunti così alla lista del District of Columbia e di altri dodici stati che offrono permessi, autorizzazioni o patenti di guida agli immigrati irregolari. Anche i governatori repubblicani hanno riconosciuto gli argomenti a favore dell’estensione, come la riduzione dei casi di incidenti con omissione di soccorso, un rafforzato senso di sicurezza stradale e di fiducia tra immigrati e polizia e un aumento degli introiti per la Motorizzazione e per le vendite di carburante, auto e ricambi meccanici.
In contee e città con una rete di trasporti pubblici carente, inoltre, guidare una macchina garantisce maggiore indipendenza e scelta nel mercato del lavoro e nella gestione della vita familiare.
I detrattori del provvedimento temono invece incentivi all’immigrazione irregolare e frodi nei registri elettorali. Alcuni paventano il rischio che i dati raccolti vengano condivisi con le autorità federali.
Come per IDNYC card, il documento della città di New York introdotto nel 2015 per includere immigrati irregolari e senzatetto, anche i nuovi permessi di guida dovranno assicurare confidenzialità nelle informazioni.