Quando arrivo al bar Dugout sulla 161esima e River Avenue nel Bronx, capisco subito di non essere capitata in un normale raduno pre-partita del weekend. Superato il bancone semideserto all’entrata, due sale attigue mi conducono allo stanzone più ampio dove i tifosi del New York City FC si stanno preparando alla 26esima giornata della stagione 2021 di Major League Soccer. È il 25 settembre 2021, ma se non fosse per il buttafuori che controlla distrattamente i certificati vaccinali dei clienti, l’atmosfera mi ricorderebbe una tipica serata pre-pandemica.
⚡Game day!!!!
Join us at The Dugout while we pre-game for the home leg of the Hudson River Derby!TR Members show your 2021 member ID/scarf to receive a free drink from our generous drink partners: @AngryOrchard @ConeyIslandBeer and @Truly (while supplies last) pic.twitter.com/C7TLWjfPQY
— The Third Rail (@ThirdRailSC) September 25, 2021
Ci sono match che ogni squadra ha a cuore più di altri. Da aficionada del Napoli, le ore che precedono uno scontro con la Juventus sono un mucchio di nervi, analisi sportive, pronostici e preghiere agli dei del calcio. I miei amici interisti, milanisti, romanisti e laziali mi raccontano di sensazioni simili alla vigilia delle loro stracittadine, pur con meno corni rossi e rituali scaramantici.
Per i fans del NYCFC, oggi è l’Atto II nella settimana dei due derby contro i New York Red Bulls. Inizialmente fissata per il 21 agosto e rimandata causa maltempo, la gara di andata è stata disputata mercoledì in New Jersey e si è conclusa con un 1-1 dal sapore amaro: due cartellini rossi, NYCFC in nove uomini, pareggio dei Red Bulls su rigore al 102’ dopo i generosi otto minuti di recupero concessi dall’arbitro.
Come tanti suoi amici di pallone, Alec Kossoff, 35 anni, non era tra gli oltre 16mila spettatori alla Red Bull Arena di Harrison per il turno infrasettimanale. Mi spiega: “Purtroppo ero bloccato a lavoro, però ho nascosto il cellulare e sono riuscito a seguire in streaming, urlando allo schermo per quel finale”.
“I loro fans hanno festeggiato il gol come se avessero vinto”, interviene José Villa, 38 anni, che mercoledì era in trasferta a sostenere il NYCFC. “Noi invece abbiamo lasciato gli spalti infuriati, più per le scelte arbitrali che non per la prestazione dei nostri”.

Al bar in pochi hanno voglia di rivivere quei momenti: l’alito degli avventori ha odore di alcol misto a vendetta. I televisori alle pareti proiettano le immagini in diretta degli Yankees contro i Red Sox. Il boato dei presenti al grande slam di Giancarlo Stanton mi ricorda che qui siamo soprattutto in terra di baseball e di Yankees, che oltre allo stadio possiedono il 20% delle quote societarie del NYCFC.
Dall’esordio in MLS nel 2015, il bilancio degli Hudson River Derby per il club del City Football Group è di 6 vittorie, 3 pareggi e 11 sconfitte. Oggi è l’occasione di accorciare le distanze. Ne è sicuro José, che convince anche me: “Penso che vinceremo e non lo dico perché sono tifoso, ma perché giochiamo meglio di loro”.
Se davvero siamo più forti e più motivati, sul campo e in curva l’impressione è differente. Pur imponendosi all’avvio con la stessa sete di rivalsa dei suoi supporters, il NYCFC cede presto terreno ai Red Bulls, che aprono le marcature al 43’ con Omir Fernandez sulla spinta dei cori incessanti del settore ospiti. Complice anche la mano del direttore di gara, nel secondo tempo gli avversari proteggono il vantaggio dai tentativi dei padroni di casa e riportano dall’altra parte dell’Hudson tre punti e la vittoria per 1-0.
🟥 NEW 🟥 YORK 🟥 IS 🟥 RED 🟥 pic.twitter.com/WEWxXo1Xjy
— New York Red Bulls (@NewYorkRedBulls) September 26, 2021
Al triplice fischio dell’arbitro torno al bar tra animi ancora più inconsolabili. Vorrei ottenere un commento dai tifosi rivali, ma delle loro magliette rosse non c’è traccia, mentre le facce cupe sono ovunque al Dugout, alla Yankee Tavern e da Billy’s. Andy Bajaña, 25 anni, non ha molto da aggiungere a quanto leggo su Twitter. C’è chi grida alle dimissioni di Ronny Deila, il coach norvegese alla guida del NYCFC da gennaio 2020. C’è chi vorrebbe la testa dei giocatori più navigati per lasciare spazio ai giovani. C’è chi decide di non perdere il sonno per l’ennesimo risultato deludente (una sola vittoria nelle ultime sei partite). Su una cosa sembrano però tutti d’accordo: a malincuore, per stanotte New York is red.