Dopo l’incontro in Consolato con i giornalisti di New York, il sindaco di Milano Beppe Sala ha proseguito il suo tour americano con una visita allo Statue of Liberty Museum, appena riaperto, su Liberty Island, a pochi metri da quella statua divenuta simbolo della Grande Mela che accoglie chi vi approda. In quella cornice, tanto significativa quando si parla di immigrazione, Sala ha mandato un messaggio chiaro al ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. “Mi sono informato su quanti Sala sono passati da qui”, ha spiegato il Sindaco in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook. “Più di 2000”, ha sottolineato. “E poi la curiosità è stata di verificare quanti Salvini: 254”. E ha proseguito: “Ora un piccolo richiamo al nostro Vicepremier. Ognuno fa la sua parte, la politica è interpretazione dei fabbisogni della società, però entrando qua non si può non riflettere e ripensare ai nostri antenati, che sono arrivati affamati, magri, scalzi, e a quello che succede oggi. Per cui ognuno faccia la sua parte, però un po’ di cuore in più non basterebbe”.
Un messaggio ribadito durante l’evento tenutosi alla Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University, dove il primo cittadino del capoluogo lombardo è stato intervistato dal direttore Stefano Albertini. Un evento introdotto da un omaggio video alla baronessa Mariuccia Zerilli-Marimò, nata a Milano nel 1926, fondatrice della Casa che porta il suo nome e molto attiva nelle attività di filantropia culturale. Proprio della cultura, nel senso lato del termine, di cui Milano si fa portavoce si è parlato a lungo durante la conversazione con Albertini. Una cultura che si respira per le strade della città, a partire dai suoi luoghi più iconici, come La Scala, su cui si affaccia lo stesso ufficio del Sindaco, e che si concretizza nelle scelte politiche dell’amministrazione.
Sala è tornato a parlare di quel “modello misto” già citato durante la conferenza stampa in Consolato, che si poggia sulle università, sulla creatività, e sul turismo. Quest’ultimo termine – ha fatto notare Sala – fino a qualche anno fa difficilmente sarebbe potuto essere associato al capoluogo lombardo. Milano, per Sala, è “un esempio di crescita, sviluppo e solidarietà”. Un approccio solidale che, ha ricordato, è difficile da mantenere di questi tempi per un Sindaco di centrosinistra in un Paese di tutt’altra tendenza politica.
Quindi, l’attenzione alla sostenibilità ambientale, con l’apertura di una nuova linea di metropolitana, un’area B a basso livello di emissioni e traffico limitato, e una tassa sul traffico nel centro della città che lo ha ridotto del 40%. E nella gestione dei rifiuti, ha sottolineato, Milano è nella top 5 delle città migliori al mondo.
Altra faccia della questione dell’immigrazione – e su questo il Sindaco ha ribadito che l’integrazione passa dal lavoro –, Sala ha poi parlato del suo impegno per rendere Milano sempre più internazionale, autentico ricettore di talenti da tutto il mondo. Non solo, ha spiegato, alcune università stanno cominciando a investire nella strutturazione di un campus accademico, ma nella città sono stati attivati 100 corsi di laurea in inglese (nonostante le polemiche di cui, qualche ora fa, noi della Voce gli abbiamo chiesto conto), iniziativa che ha contribuito ad attrarre 18mila studenti dall’estero lo scorso anno. “Stiamo lavorando per rafforzare le relazioni tra chi offre lavoro e le università”: lo scopo è quello di dare la possibilità, agli stranieri che studiano a Milano, di pensare a costruirsi un futuro nella città e a formarsi una famiglia lì. Milano, ha affermato il Sindaco, a differenza di Roma, Firenze e Venezia, è l’unica città in Italia che oltre a vantare “la storia, la cultura, l’arte, offre anche una finestra sul futuro”.
Una visione che comprende anche l’attenzione ad attrarre investimenti stranieri, su modello dell’iniziativa londinese “London and Partners”, e comunicata anche grazie ai canali social. A chi ha osservato la efficace presenza su Instagram di Sala e la sua cura nel rispondere ai follower, il Sindaco ha spiegato: “Instagram lo gestisco da solo, mentre per Facebook e Twitter ho un team. Ma Instagram è il mio campo”. Perché, si sa, la storia recentissima insegna che i voti li si conquista anche sui social. E su questo, ha osservato Sala, la sinistra si è fatta ampiamente sorpassare dalla destra. Certo: quello delle nuove piattaforme online non può essere l’unico piano di comunicazione con i cittadini. Ma comprenderne l’importanza è ormai diventato imprescindibile.