President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • Login
VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily Newspaper in the US

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
New York
December 12, 2017
in
New York
December 12, 2017
0

Akayed Ullah, il profilo normale di un terrorista improvvisato

Ha 27 anni e da sette vive negli Usa. Un ragazzo ordinario, che però l'11 dicembre si è legato al torace una "pipe bomb" cercando di farsi esplodere

Giovanna PavesibyGiovanna Pavesi
Paura a Manhattan: gli esplode contenitore a Port-Authority, ferito e arrestato

Akayed Ullah, l'attentatore di 27 anni, dopo l'esplosione (Foto da New York Post)

Time: 3 mins read
Un’immagine che ritrae Akayed Ullah, il 27enne che ha tentato di farsi esplodere in un sottopassaggio che collega Port Authority a Times Square, a New York

Di lui, soltanto due immagini pubbliche. In una è accovacciato su sé stesso, con il volto rivolto verso il basso, immobilizzato a terra. Non si vedono i tratti del viso né la sua espressione. Indossa un paio di pantaloni color sabbia, con le tasche. Attorno si intravedono le scarpe degli agenti che l’hanno fermato. Nell’altra, il ritratto di un ragazzo con occhi scuri e labbra carnose. Ha 27 anni e si chiama Akayed Ullah ed è nato in Bangladesh. Negli Stati Uniti è arrivato sei anni fa, il 21 febbraio 2011, con un family based visa, il visto che consente ai cittadini di altri Paesi di ricongiungersi alla famiglia, residente in America. A New York ha vissuto a Brooklyn, uno dei quartieri più popolosi, a Flatlands. E fino al 2015, ha lavorato come autista. Poi in un’azienda di componenti elettrici.

L’11 dicembre ha confezionato un ordigno, se lo è messo addosso e ha cercato di farsi esplodere. A Manhattan, nel passaggio che collega il terminal dei bus di Port Autority a Times Square. Una specie di lungo corridoio sotterraneo dove, ogni giorno, transitano 220.000 persone. Addosso aveva una “pipe bomb”, un ordigno rudimentale che si è costruito da solo e che non ha funzionato. Poco prima delle 7.20 del mattino, l’ha fissato al torace, con velcro e cerniere, e ha cercato di azionarlo. Non aveva precedenti penali e, stando alle prime ricostruzioni, non era tenuto sotto controllo dalla polizia. In Bangladesh, suo Paese d’origine e focolaio di diverse forme di radicalizzazione, era stato a settembre. Un viaggio normale dove le autorità, per ora, non avrebbero riscontrato niente di sospetto.

La struttura di una “Pipe bomb”

Ha agito in nome di Daesh. E l’ha fatto da solo, costruendosi una bomba grezza e infilando dell’esplosivo in un tubo. Probabilmente, le formule per realizzarla le ha trovate in rete, utilizzando una piccola batteria da 9 volt e delle lucine di Natale. Non ha ucciso nessuno, ma se il suo piano avesse funzionato il bilancio sarebbe stato molto più grave.

A chi lo ha interrogato, avrebbe riferito di aver scelto quel luogo per imitare ciò che altri attentatori avevano fatto prima di lui. Alcuni li chiamano “lupi solitari”, persone pronte a muoversi e ad agire in autonomia, senza eseguire ordini diretti di chi occupa un ruolo rilevante nell’organizzazione. Una circostanza che il terrorismo contemporaneo ha dimostrato di saper sfruttare.

Non più, quindi, cellule organizzate secondo una gerarchia precisa, come accadeva con i progetti terroristici legati a gruppi come Al Qaeda. Non più strutture piramidali con un vertice. Ma gruppi orizzontali costituiti, di fatto, da singoli che, nella maggior parte dei casi, si formano autonomamente e che vengono sedotti da un’idea di violenza che, secondo alcuni studiosi, risulterebbe inedita anche per Al Qaeda.

Akayed Ullah avrebbe ammesso di aver costruito la bomba sul posto di lavoro, forse influenzato e fomentato dal materiale facilmente reperibile sul Web. Il suo è il profilo di un ragazzo ordinario che, per qualche anno, per lavoro, ha guidato automobili e che, in una mattina qualunque di dicembre, ha tentato di farsi esplodere in uno dei luoghi più frequentati di una delle più grandi città del mondo.

Ma la bomba che portava addosso è bruciata e non è esplosa. Si è ferito ed è stato trasportato in ospedale, dove ha iniziato a raccontare tutto. La Procura l’ha accusato di tentata strage.

Share on FacebookShare on Twitter
Giovanna Pavesi

Giovanna Pavesi

DELLO STESSO AUTORE

Giovani, (in)consapevoli e fascisti: Mussolini non è più un tabù

Giovani, (in)consapevoli e fascisti: Mussolini non è più un tabù

byGiovanna Pavesi
Paura a Manhattan: gli esplode contenitore a Port-Authority, ferito e arrestato

Akayed Ullah, il profilo normale di un terrorista improvvisato

byGiovanna Pavesi

A PROPOSITO DI...

Tags: Akayed UllahattentatoBangladeshdaeshfamily based visalupo solitarioNew YorkPort Authorityterrorismo
Previous Post

The Banality of Evil That Squeezes in the Grip of Terrorism New York

Next Post

Sweet vote Alabama: chi vincerà la sfida al Senato?

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Charles Manson, finalmente il diavolo è sceso all’inferno

Charles Manson, finalmente il diavolo è sceso all’inferno

byGiovanna Pavesi
Se nell’America di Donald Trump, scoppia “Minority First”

Se nell’America di Donald Trump, scoppia “Minority First”

byGiovanna Pavesi

Latest News

“Abbiamo sbagliato”: le drammatiche parole della polizia del Texas

“Abbiamo sbagliato”: le drammatiche parole della polizia del Texas

byMassimo Jaus
Cardinal Zuppi New Head of Italian Bishops Conference

‘Italy Church Too’ Organization Says It Was Rebuffed by Zuppi, New CEI Head Responds

byLa Voce di New York

New York

A Bryant Park torna la lirica: va in scena “Il Barbiere di Siviglia”

A Bryant Park torna la lirica: va in scena “Il Barbiere di Siviglia”

byLa Voce di New York
A New York afro e ispanici sono sempre i più fermati dalla polizia

A New York afro e ispanici sono sempre i più fermati dalla polizia

byLa Voce di New York

Italiany

Lo staff di In Scena!

In Scena! Sipario sul festival del teatro italiano a New York che reagisce alla pandemia

byManuela Caracciolo
Il matrimonio Made in Italy tra Kourtney Kardashian e Travis Barker

Il matrimonio Made in Italy tra Kourtney Kardashian e Travis Barker

byLa Voce di New York
Next Post
Alabama_Capitol_Building

Sweet vote Alabama: chi vincerà la sfida al Senato?

La Voce di New York

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • EXPAT
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In