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October 24, 2017
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MovEasy: dalla Sicilia al mondo, un sito salvagente per turisti e viaggiatori

L'intervista all'imprenditore e avvocato Gero Salamone, che ha ideato la start up che difende i diritti dei passeggeri

Liliana RosanobyLiliana Rosano
MovEasy: dalla Sicilia al mondo, un sito salvagente per turisti e viaggiatori

L'imprenditore e avvocato siciliano Gero Salamone, inventore di MovEasy

Time: 5 mins read

La sua è la storia di un peregrinare con ritorno. A partire dall’età di cinque anni, quando con la famiglia ha lasciato Londra, dove è nato e vissuto per alcuni anni. Gero Salamone è uno dei siciliani under 40 che ha deciso di fondare la sua start up a Mussomeli, un paese di 10.000 abitanti in provincia di Caltanissetta. Uno storia di  mobilità che trova in Sicilia il suo centro di gravità. Nell’isola Gero si è formato e diverse volte l’ha lasciata per poi farvi ritorno. C’è anche New York tra le sue tappe. Nella Grande Mela ha lavorato come corrispondente per “La voce d’Italia”, il giornale degli emigrati in Venezuela.

MovEasy , la start up di Gero, è un portale di tutela dei viaggiatori, inclusi quelli con disabilità o mobilità ridotta. Si occupa di ritardi e cancellazioni voli, overbooking, perdita coincidenze aeree, danneggiamento e smarrimento bagagli e danno da vacanza rovinata. “L’idea mi è venuta in mente osservando l’aumento dei flussi migratori, specialmente dalla Sicilia, da dove MovEasy opera”. Gero, che nel frattempo continua a fare base nella sua terra, quando gli chiediamo il perché del suo ritorno, risponde: “È importante, non tanto per un fatto meramente nostalgico, ma principalmente perché la Sicilia e, più in generale il sud d’Italia, ha bisogno di servizi, soprattutto in termini di innovazione”.

MovEasy aiuta i viaggiatori a conoscere i propri diritti quando subiscono disagi e disservizi

Una laurea in giurisprudenza, un’abilitazione all’esercizio forense e poi la scommessa con  MovEasy.

“MovEasy nasce con l’obiettivo  di tutelare i passeggeri viaggiatori, i quali, ormai quotidianamente, subiscono disagi e disservizi da parte delle compagnie aeree. Ci troviamo in un mondo abitato da persone in continuo movimento. Da qui nasce il nome MovEasy. L’idea mi è venuta in mente osservando l’aumento dei flussi migratori, specialmente dalla Sicilia, da dove MovEasy opera. C’è uno spaccato di realtà molto evidente: chi parte con i barconi per arrivare in Sicilia, chi invece lascia la propria terra, spesso per questioni di lavoro, utilizzando principalmente l’aereo come mezzo di trasporto. L’obiettivo è anche quello di tutelare i viaggiatori con disabilità nel caso di mancata o inadeguata assistenza o, per esempio, di negato imbarco o danneggiamento ai dispositivi di assistenza. Attraverso il nostro portale vogliamo permettere al viaggiatore con disabilità di tutelarsi ed informarsi sui propri diritti e di esprimere un giudizio di qualità sui servizi di assistenza offerti dalle compagnie aeree e sull’accessibilità degli aeroporti”.

Quali sono i risultati raggiunti fino ad ora?

“Siamo ancora in una fase di start up ma i risultati già vanno al di sopra delle aspettative. Abbiamo già assistito numerosi  passeggeri che vivono anche all’estero. Non dimentico quella volta in cui mi contattò una famiglia del Friuli, quindi da un posto geografico agli antipodi dalla nostra sede sicula, a cui una nota compagnia aerea aveva cancellato il volo rovinando in parte la loro vacanza presso la nota località di San Vito Lo Capo a Trapani”.

Hai una casistica che potrebbe essere rilevante?

“I casi più frequenti riguardano il ritardo e la cancellazione di voli per lo più ad opera di compagnie aeree low cost che dominano il mercato del trasporto aereo. Diversi, poi, sono i casi di overbooking, danneggiamento, smarrimento  o ritardata consegna del bagaglio”.

Come commenti gli ultimi casi che hanno visto protagoniste alcune compagnie aeree americane e il loro trattamento nei confronti dei passeggeri?

“Purtroppo le compagnie aeree spesso hanno poco rispetto dei diritti dei passeggeri, approfittando del fatto della scarsa conoscenza che questi ultimi hanno dei loro diritti, né le compagnie fanno alcunché per informarli guardando solo al loro interesse di profitto. Sebbene si tratti di piccole pretese risarcitorie (c.d. small claim) non bisogna comunque  rinunciare a fare valere i propri diritti”.

Quali sono le tutele ai quali un viaggiatore non può assolutamente rinunciare?

“Anzitutto non rinunciare al diritto di assistenza in aeroporto, con cui ogni compagnia aerea è obbligata a offrire ai passeggeri gratuitamente buoni pasto, chiamate telefoniche, e-mail e spiegare ai malcapitati i motivi del disservizio qualora vi sia un ritardo del volo di almeno due ore. Nei casi di ritardo del volo di oltre tre ore, o di almeno quattro ore per i voli internazionali, o cancellazione, o overbooking, le compagnie aeree sono tenute in applicazione del regolamento comunitario 261/2004 a corrispondere un indennizzo monetario da 250 sino 600 euro in base alla distanza chilometrica del volo. Non bisogna rinunciare, inoltre, a richiedere un indennizzo monetario anche nel caso di danneggiamento, smarrimento o ritardata consegna del bagaglio in quanto previsto dalla Convenzione di Montreal”.

Sei nato a Londra, hai un doppio passaporto ma hai deciso di ritornare nella tua Sicilia, a Mussomeli.

“Si, sono nato a Londra e ci sono rimasto sino all’età di cinque anni. Quella della mia famiglia è una storia di emigrazione di ritorno che avvenne in un contesto storico, gli anni ’80, diverso da quello attuale. Per i siciliani il richiamo della propria terra è una costante. Credo che se non mi fossi trovato in Sicilia non mi sarebbe venuta in mente l’idea di MovEasy. Ho visto molti miei amici e conoscenti fare le valigie e partire con il primo aereo disponibile spesso per motivi di lavoro per poi subire disagi e disservizi da parte delle compagnie aeree”.

Ti sei fermato anche a New York per alcune esperienze nel mondo del giornalismo. Cosa ti ha insegnato l’esperienza americana?

“New York è un ottimo laboratorio per capire come fare business, oltre ad essere una città che ti regala ogni giorno stimoli e idee che puoi sviluppare ovunque. Quello che più mi ha trasmesso New York è quel pragmatismo di molti americani e italo-americani e soprattutto la voglia di fare con entusiasmo senza piagnistei”.

Cosa significa oggi, per un giovane siciliano come te, decidere di non lasciare la terra?

“È importante, non tanto per un fatto meramente nostalgico, ma principalmente perché la Sicilia, e più in generale il sud d’Italia, hanno bisogno di servizi soprattutto in termini di innovazione. Bisogna anche tenere conto che i reclami dei passeggeri viaggiatori vengo gestiti interamente online attraverso il nostro portale, utilizzando anche i social network per interagire con i nostri clienti. Insomma  per fare impresa nel settore dei servizi il luogo geografico non è più così dirimente grazie l’avvento di internet” .

Cosa consigli ai tuoi coetanei che vogliono avviarsi nel mondo dell’impresa moderna?

“Guardarsi attentamente attorno, fotografare la realtà e appuntare quali sono le reali esigenze del cittadino in questo nuovo mondo globalizzato”.

Quali sono i requisiti affinché nuove start up riescano ad avere successo?

“Credo di non avere l’autorevolezza per dare lezioni del genere. Posso semplicemente dire di puntare molto sull’innovazione digitale, associando un ottimo ingrediente: la voglia di fare senza avere paura di sbagliare. Sono un avvocato e sono anche fermamente convinto che, in Italia, la professione forense abbisogni di una grossa ventata di innovazione, così com’è già avvenuto nel mondo anglosassone”.

Come e quanto è cambiata la Sicilia oggi dal punto di vista professionale?

“Negli ultimi anni ho visto un cambiamento in atto. Diverse imprese innovative sono nate in Sicilia e hanno avuto come orizzonte operativo l’Europa. Anche dal punto di vista della ricezione turistica, in Sicilia, sono stati fatti dei  passi in avanti grazie a una buona strategia di marketing e una nuova offerta di servizi. Relativamente al problema dei flussi migratori dalla Sicilia verso il nord o l’estero inizio pure a notare un sovraffollamento delle città metropolitane (quasi a rischio overbooking), con retribuzioni salariali al palo e costo della vita in continuo aumento”.

Continui a fare l’avvocato nel tuo studio ma sei anche un imprenditore. Come gestisci le due cose?

“È tutto collegato: se le compagnie non riconoscono quanto previsto dalle norme in materia posso citarle in giudizio. Quando parlo di innovazione nella professione mi riferisco a una concezione imprenditoriale della stessa come avviene nel mondo anglosassone”.

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Liliana Rosano

Liliana Rosano

Sono nata a Catania, dove sono sempre tornata dalle mie peregrinazioni che mi hanno portato prima in Grecia, poi a Parigi. Con la mia laurea in Scienze Politiche, sognavo di lavorare nella cooperazione internazionale, ma sono finita a fare la giornalista, prima nella redazione di Telecolor poi del Quotidiano di Sicilia. ll mio ponte con l’America è iniziato grazie a un tirocinio per le Nazioni Unite a New York. Sono una freelance e collaboro con diverse testate e magazine nazionali. Vivo a Fairfield, nelle praterie sperdute dell’Iowa, in una comunità alternativa ed eco friendly e sono sempre alla ricerca di storie di italiani all’estero da raccontare.

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