Avevo scritto che non avrei mai più parlato della traslazione dal cimitero di Sant'Orsola alla chiesa di San Domenico, sempre a Palermo, della salma del Giudice, Giovanni Falcone. E coerenza vuole che anche oggi non ritorni sull'argomento , non ne ho diritto.
E tuttavia, quando ho saputo che le spoglie della dottoressa Francesca Morvillo, moglie del Giudice Falcone, saranno trasferite dal cimitero di Sant'Orsola al cimitero dei Rotoli, un grande dispiacere ha attanagliato la mia mente. La dottoressa Francesca Morvillo, anch'essa Giudice, troverà pace eterna in una sepoltura monumentale, che sarà concessa gratuitamente dal Comune di Palermo.
Nelle more che trattasi di decisioni private, il mio cuore è colmo di tristezza. I due Giudici, appartenevano e appartengono a tutti gli italiani ed ora pensare che il trasferimento delle spoglie della dottoressa Francesca Morvillo sia la conseguenza di un atto che allora non ho condiviso, mi rende particolarmente triste.
Ricordo che una delle mie prime azioni, ogni volta mi recavo al cimitero di Sant'Orsola, era fermarmi e “parlare” col dottor Giovanni Falcone e pregare per loro due. Il mio non era un mero atto di routine o perchè obbligato a passar davanti loro mentre andavo a trovare i miei cari, sepolti a pochi metri dalla loro cappella. No! Il mio era un atto d'amore e di rispetto: era un momento di raccoglimento a mo' di ringraziamento per il grande onore d'avermi accettato nel suo ambiente di lavoro. Non posso dire altrettanto per la dottoressa Morvillo. La incontrai una sola volta in modo occasionale mentre era in compagnia del dottor Falcone. Successe prima del loro matrimonio, quando nei salotti buoni di Palermo si ridacchiava del loro amore. Miserabili individui!
Quindi, anche la dottoressa Morvillo lascerà quella che fu la dimora condivisa con suo marito. Non spetta a me dare giudizi sulla decisione di aver posto in essere la separazione del dottor Falcone da sua moglie dottoressa Morvillo, tuttavia prego di rispettare la mia tristezza. Non oso immaginare, la mia frustrazione, quando per la prima volta passerò inanzi alla cappella, che per anni aveva custodito i corpi martoriati di Falcone e Morvillo.
Il gesto vigliacco e miserabile di Cosa nostra, li vide morire insieme: altri, invero, li hanno divisi. E non posso qui non ricordare le parole del collaboratore di giustizia Gino La Barbera, che fu l'ultimo a veder vivi Falcone. Morvillo e i miei colleghi periti nella strage di Capaci. La Barbera aveva pedinato le auto per segnalarne i movimenti a Brusca.
Alla mia domanda, “ ..cosa hai pensato nel vederli andare a sicura morte?” Rispose, senza un segno di mimica facciale: “ …niente era u me travagghiu!” ("niente, era un lavoro").
Con infinito rammarico di non vederli più accanto, spero che riposino in pace.
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