L’estate è già iniziata. A Ustica, bellissima isola di origine vulcanica nel cuore del Tirreno a poco meno di 70 chilometri a nord ovest di Palermo i circa mille e 400 abitanti non sembrano molto felici. A Ustica i trasporti vengono assicurati via mare. E il problema è proprio questo: i mezzi di trasporto, perché sia la nave, sia l’aliscafo lasciano molto a desiderare. Anzi, se proprio la vogliamo dire tutta, sono un mezzo delirio, a giudicare dalle lamentele degli abitanti di Ustica. Imbarcazioni vecchie che andrebbero cambiate. Commenta Gabriella Bertacci, un’usticese protagonista, su facebook, di un gruppo agguerrito (Ustica: disagi e disservizi! Cosa non funziona’): “Siamo tornati 40 anni indietro. Aspettando il domani. Era una vecchia telenovela”.
Insomma per un’isola che vive di turismo i collegamenti sono importantissimi. E un aliscafo che si ferma in mezzo al mare per un guasto, com’è avvenuto nei giorni scorsi, non è il massimo. Ma la Regione siciliana, come vedremo, fa finta di niente. Da qui una denuncia alla magistratura da parte dei cittadini. Come se non bastasse, l’attuale amministrazione comunale di Ustica, portando a termine un vecchio progetto, ha praticamente cementificato tre piccole aree della zona abitata dell’isola, realizzando tre “villette” (su facebook le chiamano così) che, a dir la verità, non sembrano la fine del mondo. Cemento al posto del verde. E strane panchine a forma di barche, o forse di gondole. Uno scempio, si legge sempre su facebook. O “architettura criminale”, come aggiunge un usticese. Ma andiamo con ordine.
Cominciamo con i trasporti. O meglio, con i collegamenti con la terraferma. Ovviamente con la Sicilia. Per essere precisi, con Palermo. Collegamenti che, fino a qualche tempo fa, erano assicurati da Ustica Lines. A incasinare la vita agli abitanti di Ustica ha pensato la Regione siciliana. Il governo regionale di Rosario Crocetta, per ‘risparmiare’ – la parola magica che piace tanto al governo Renzi e all’Unione Europea dell’euro – ha deciso di tagliare il budget di circa il 20 per cento. Da qui il bando con il taglio preparato dal dirigente generale della Regione siciliana, Fulvio Bellomo.
Morale: Ustica Lines ha salutato tutti. Così sono rimasti solo quelli della Compagna delle Isole, uno dei tanti disastri inventati dal passato governo regionale di Raffaele Lombardo e dal suo allora assessore tutto fare, Gaetano Armao. Insomma, la Compagnia delle Isole, che già operava ad Ustica, è rimasta l'unica compagnia di navigazione operativa. Con i mezzi della Siremar, la vecchia compagnia di navigazione rilevata dalla Compagna delle Isole. Mezzi di trasporto via mare un po’ ‘vecchiotti’ se non ‘andati’: e si vede, a giudicare dalle proteste degli usticesi…
Ustica Lines è una vera compagna di navigazione. E assicurava i collegamenti con dei moderni catamarani. Così, per i residenti e per i turisti, la traversata era piacevole. E soprattutto comoda e panoramica. Il tutto in un’ora e mezza circa. Con la Compagna delle Isole sono arrivati il vecchio aliscafo e la vecchia nave. Risultato: l’aliscafo impiega oltre due ore e si viaggia scomodissimi. Seduti stretti stretti. Con il timore che il mezzo si blocchi in mezzo al mare. Quanto alla nave, chi la prende si deve mettere il cuore in pace: da tre ore e mezza a quattro ore di navigazione. Questo passa il governo Crocetta a trazione PD.
Ieri, intanto, è andato in scena il nuovo bando. Sempre con lo sparagno (sparagno, in dialetto siciliano, significa risparmio). Bando, neanche a dirlo, che è andato deserto. Ma i cittadini di Ustica non si arrendono. Scrive sempre la battagliera Gabriella Bertacci: “Più di 100 firme per la denuncia alla Procura per il problema trasporti. In più altre adesioni, la gente vuole esserci. Devo fare una nota per allegare le altre firme e spedire tutto. È un segno che la gente vuole aiuto. Si decidesse il sindaco Licciardi (Attilio Licciardi, sindaco di Ustica, centrosinistra, PD ndr) a prendere una seria posizione o si dimetta per rispetto della gente che è costretta a subire i suoi lunghissimi monologhi ai consigli comunali per uscire con un pugno di mosche in mano”. (sotto, a destra, Attilio Licciardi, sindaco di ustica: foto tratta da libreriamo.it)
Da qui la protesta: “L’amministrazione ha il dovere di tutelare il popolo, se non lo fa deve essere mandata via anche in maniera poco civile. Dimettiti sindaco. Non ci ascolti. Non ci difendi. Quindi non hai motivo per rimanere”. Ancora la Bertacci: “Amministratori assenti. Non siamo rappresentati da nessuno. Non abbiamo visto né il sindaco, né un assessore, né un consigliere. Il problema dei trasporti a loro non riguarda. A fine mese quando gli arriva lo stipendio chissà se pensano che gli è stato regalato”. Commenta Francesco Menallo, avvocato, anche lui innamorato di Ustica: “Non hanno chiaro il concetto che sono vostri-nostri dipendenti. Spiegateglielo con parole semplici, sillabando le parole…”. Quindi Agostino Caserta, altro ustiscese: “Nessun rispetto per niente. Non rispondono neanche ad istanze firmate da 50 cittadini, vedi lettera protocollata sul caso ‘bracconiere’ individuato, che rubava pesci nella zona AMP di cui il Comune è Gestore…”. Il riferimento è al fatto che Ustica è sede di una Riserva marina con fondali unici al mondo.
Riassumendo, la vicenda dei collegamenti tra Ustica e la terraferma è finita sui tavoli della magistratura. Procura della Repubblica di Palermo. Anche perché la pubblica amministrazione è obbligata a garantire la continuità territoriale. Che non può passare in secondo piano per risparmiare.
Intanto le corse dell’aliscafo da due sono diventate tre. Ma sempre con il vecchio aliscafo che agli ustiscesi non va proprio giù. Commenta Agostino Caserta: “Le 3 corse erano già annunciate il 18 marzo corrente. La Regione pressata dalle proteste degli usticesi ha rispolverato tutto e le ha tirate fuori dal cilindro con il sindaco che ci fa attorno la danza del ventre… Regione e sindaco in una saga di bugie e imbrogli da guiness record. Ma non è tutta gente stipendiata con i nostri soldi ??!!”. E ancora: “Il Fabricia non ce la farà. I 3 viaggi al giorno forse creeranno più guasti ed invece di risolvere si potrebbe esacerbare il problema con turisti o usticesi lasciati a terra più spesso e a lungo, con più coincidenze perdute sia ad andare che a venire e ulteriori danni materiali e di immagine. Possibile soluzione: proteste a oltranza alla Regione per ottenere un nuovo aliscafo… Si otterrà”.
Dai disastri via mare alle cementificazioni nell’isola. Da settimane, a Ustica, questo è un altro argomento che tiene banco. La storia è semplice. La passata amministrazione comunale di centrodestra – sindaco era Aldo Messina – è riuscita ad acciuffare un bel finanziamento. Per fare che? Per “lavori”. Insomma l’importante è spendere ‘sti soldi e far muovere l’economia. In un Paese normale queste risorse pubbliche avrebbero potuto essere utilizzate per migliorare i collegamenti via mare, anche alla luce delle proteste degli abitanti. Invece, come abbiamo già accennato, hanno cementificato tre angoli di verde.
Sono andati a farsi benedire gli Ibiscus e gli Oleandri di piazza Armeria. La stessa sorte è toccata all’angolo di verde che stava di fronte agli uffici postali. E cemento anche per un altro quadratino di verde. Ed è sparito anche l’acciottolato. In compenso i soldi sono stati spesi… Insomma, non potendo garantire una corretta continuità territoriale con i collegamenti via mare, è stata garantita la ‘continuità appaltizia’ tra la precedente amministrazione comunale di centrodestra e l’attuale amministrazione comunale di centrosinistra. Commenta su un altro gruppo facebook (Ustica nuove villette. Sono orribili!) Maria Grazia Giardino: “Potevano però impiegare meglio questi soldi che non volevano perdere… Io sono disgustata… È stato solo un peccato enorme, andare a mortificare questi due luoghi con l'inganno di voler valorizzare è veramente vergognoso… Chi aveva redatto il progetto non se n'era accorto? Secondo me non si tratta di mancata vigilanza da parte della popolazione usticese, ma del mancato buon senso di pochi che, infischiandosene altamente di ciò che fosse migliore, ha guardato da un'altra parte avallando qualcosa che di bello non ha proprio nulla!”.
A non convincere sono le panchine che sembrano barche, o qualcosa che gli somiglia. Scrive Antonio Spadaro di Passanitello a proposito di queste strane realizzazioni in cemento: “…una gondola stilizzata? ?!! un tema tipico delle isolette siciliane … che tristezza…”. Aggiunge Aldo Cannella: “Questa villetta dovrebbe essere presa di esempio in tutti i corsi di architettura per far comprendere agli studenti il significato profondo di ‘Architettura criminale’ che rientra nel disastro ambientale”.
Gli abitanti delle isole che stanno attorno alla Sicilia sono già svantaggiati. Ma con le scelte adottate dal governo della Regione gli abitanti di alcune di queste isole sono ancora più svantaggiati. Ci raccontano che lo scorso inverno, a Ustica, si erano pure dimenticati di assicurare un paio di bare. Un abitante è passato a miglior vita e stavano quasi per metterli in frigorifero. Poi, in un modo o nell’altro, la bara è arrivata…
Foto tratta da lustricadiving.it