I migranti e gli affari che ci stanno dietro. Ovvero il grande business dei centri di accoglienza. Ne parlano i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle che hanno iniziato, a partire dalla Sicilia, un giro tra i luoghi che accolgono i disperati che arrivano nell'Isola con i barconi. Dai comitati di affari che lucrano sui disgraziati a spese della collettività al ‘caso’ di alcuni migranti ospitati a Pisa che vivono in un Hotel, ma si “annoiano”. Una storia che fa imbestialire i vertici nazionali del Coisp, il Sindacato autonomo di Polizia.
Cominciano i grillini: “Improvvisazione, sporcizia ed assenza di trasparenza di gare ed appalti – scrivono in un comunicato -. Dal sistema gestionale informatico che regola i badge elettronici e contiene lo storico riferito ai singoli migranti, modificabile manualmente, ai criteri d'assunzione del personale, basati sulla conoscenza. Dai criteri di scelta dei fornitori, senza bando di gara, ma in modo discrezionale ed arbitrario, alla totale mancanza di un vero sistema d'accoglienza ed integrazione. Molti migranti sono costretti in quel limbo anche per 18 mesi e più ed ovviamente non parlano nemmeno una parola di italiano”.
Insomma, chi gestisce questi centri di accoglienza usa i soldi pubblici e fa quello che vuole. Forniture senza evidenza pubblica, assunzioni per chiamata diretta. Clientelismo allo stato puro con il denaro dei contribuenti. La parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Marialucia Lorefice, racconta questo ed altro dopo aver visitato il Cara di Mineo, in provincia di Catania, e il centro di accoglienza di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Marialucia Lorefice fa parte di una commissione composta da 18 parlamentari che ha avviato una serie di visite ispettive sul territorio nazionale partendo proprio dalla Sicilia. “La questione migrazione nel nostro Paese – dice la Lorefice – diviene un problema ed un pesante aggravio dei costi, non solo per i flussi, ma anche per la gestione ed il business che alimenta le ‘casse’ di spregiudicati faccendieri, vedi il caso di Odevaine che al Cara di Mineo aveva ramificazioni al momento al vaglio degli inquirenti. Di fatto, a Mineo la struttura è coordinata da soggetti di dubbia trasparenza, ma la loro appartenenza politica è invece chiarissima, così come emerso anche dalle intercettazioni dell’operazione ‘Mafia capitale’. I consorzi alla guida hanno gestito decine e decine di milioni di euro. Vogliamo sapere dove vanno a finire questi soldi, perché sicuramente non vengono stanziati tutti per sostenere il centro di Mineo. Con quella quantità di denaro potremmo avere una struttura di avanguardia in Europa, mentre ci ritroviamo uno scempio. Mineo è un'altra triste immagine della decadenza di questo Paese. Un caos totale, ma che risponde ad una logica ben precisa, ovvero gli interessi economici che vi gravitano attorno”.
La delegazione si è recata a visitare anche il CPSA di Pozzallo, nel Ragusano, per capirne meglio il funzionamento, le competenze, il sistema di identificazione, la profilassi sanitaria. “Lo scopo di questa commissione – aggiungono i parlamentari grillini Lorefice, Colonnese, Brescia – non deve fermarsi alla sola indagine e denuncia, ma deve trovare soluzioni in grado di affrontare i tanti problemi connessi al fenomeno migratorio e ai centri d'accoglienza. L'obiettivo ultimo deve essere il superamento e chiusura dei Cara e dei Cie per far posto a forme di accoglienza diverse e più funzionali”.
Sulla questione migranti interviene anche Franco Maccari, segretario generale del Coisp, sindacato Indipendente di Polizia “La gestione dell’immigrazione clandestina – dice Maccari – è per tutti noi un impegno che fatichiamo a sostenere. Le Forze dell’Ordine fanno un lavoro immane in ogni fase dell’arrivo e della permanenza dei profughi, lo Stato impiega uno sforzo che neppure potrebbe permettersi, i cittadini italiani sopportano enormi sacrifici. E loro? Loro… si annoiano! C’è davvero da non credere alle parole riportate nero su bianco dalla stampa che ha raccolto le dichiarazioni di alcuni profughi ospitati a Pisa, in hotel con piscina e confort di vario genere che molti cittadini neppure osano sognare, e che si lamentano! Ma cosa abbiamo creato in questo scellerato Paese? Quanto potrà durare tutto questo? Presto saremo impegnati non solo a vigilare sulla sicurezza compromessa da tanti clandestini non particolarmente avvezzi al rispetto delle leggi e delle regole del nostro Paese, ma soprattutto a contenere le reazioni di tanti, troppi italiani schiacciati da indigenza e condizioni di vita infime che assistono attoniti all’offesa spudorata delle loro sofferenze. Andando avanti così non è assurdo temere che scoppi una rivoluzione. La sicurezza pubblica è ben più a rischio di quel che si possa pensare”. Maccari commenta un servizio stampa pubblicato dal Tirreno e poi ripreso da numerosi organi di informazione in merito alla vicenda di tredici profughi che, da due settimane, alloggiano in quattro stanze dell’albergo “Rosa dei venti”, a Pisa. Si tratta, in particolare, degli stessi tredici che, giunti a Pisa lo scorso 8 maggio, avevano rifiutato di sistemarsi al più modesto hotel 5 Lecci, protestando vivamente e creando più di qualche imbarazzo".
Alla base della protesta di questo gruppo di migranti, che alla fine vivono in un hotel a spese dei cittadini italiani che pagano le tasse (a Palermo centinaia di senza casa non hanno questa fortuna e altri sono stati sfrattati dalla Curia Arcivescovile della città, proprietaria degli edifici dove si erano rifigiati) ci sarebbe "la mancanza di servizi". Mancano acqua, luce e cibo? No: agli immigrati manca la rete wifi e non vanno d'accordo con altri ospiti di religione diversa dalla loro. A un certo punto questi profughi provenienti dal Ghana, dal Senegal, dalla Nigeria e dal Mali, tutti giovani e in Italia già da un anno e mezzo, si sono trasferiti all'Hotel 'Rosa dei venti' di Pisa.
Ma, a quanto pare, la nuova sistemazione, sempre in Hotel a spese dei contribuenti italiani, non gli piace. Dopo appena venti giorni, ecco le lamentele che Maccari descrive così: "Look hip-hop, cuffie grandi sul collo come i calciatori, tablet al seguito, televisione, internet, e immancabile pallone, dal bordo della piscina dell’hotel i clandestini in attesa delle risposte definitive sulle loro richieste di ottenere lo status di rifugiati, hanno risposto al cronista che li ha intervistati con una certa spavalderia: 'Ci annoiamo – hanno detto – perché stiamo vivendo lo stesso giorno da un anno e mezzo. Chiediamo solo che ci diano i documenti che abbiamo chiesto per poter essere liberi di realizzare i nostri sogni in Italia. Ognuno di noi ha dei progetti: c’è chi vorrebbe tornare a studiare e chi cerca un lavoro. Qui, lontani dal centro del paese, siamo in trappola'. E ancora: 'Aspettiamo qui perché non sappiamo dove andare. Vorremmo solo che si facesse in fretta e che si trovasse il modo per riempire le nostre giornate. Siamo stanchi e annoiati… Siamo in prigione, nessuno viene a sistemare le camere e manca la lavatrice. Mangiamo pasta da mesi”.
Maccari è infuriato: “E’ letteralmente sconvolgente leggere cose del genere. Lo è per noi che per fronteggiare le problematiche legate all’immigrazione clandestina siamo sommersi da un superlavoro disumano, malpagato, pericoloso, sprovvisti anche dei mezzi minimi per affrontarlo. Non possiamo che pensare a quanto possa essere insopportabile per i tanti che dormono in macchina e non si preoccupano quindi che non ci sia chi rimette a posto le stanze, che non sanno cosa dar da mangiare alle loro famiglie e chissà che farebbero per avere la pasta tutti i giorni, che non hanno problemi di mancanza di lavatrici perché non posseggono abiti alla moda da lavare…”.
Se i senza casa di Palermo – che sono tanti e che, spesso, non riescono mettere d'accordo pranzo e cena – dovessero legge questo articolo, beh, un po' si potrebbero incazzare…
“Certo è che chi fugge da fame, guerra e miseria – conclude il segretario del sindacato di Polizia – non definirebbe mai una prigione un hotel con piscina da cui si è oltretutto liberissimi di uscire per darsi da fare se lo si vuole. Questo è innegabile e non c’è spirito umanitario mosso più che altro da finta carità pelosa al mondo che possa cambiare questa certezza. Rimane la vergogna di lasciare cittadini e servitori dello Stato abbandonati, mentre oltre tutto devono assistere a tali sostanziali ingiustizie. Così proprio non va”.
E poi si chiedono perché in Italia tanta gente vuole votare Lega Nord…