Formula 1 non è solo velocità, ma anche tanto, tantissimo turismo.
Il Gran Premio di Miami, vinto dalla Red Bull di Max Verstappen davanti alle due Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz, ha fatto registrare numeri da capogiro.
Per uno stadio, l’Hard Rock, con una capienza di 80.000 persone, sono arrivate richieste per 250.000 biglietti e attorno al circuito si è fatta una stima di 300.000 spettatori.
I ticket, partiti da un prezzo di circa 1.000 dollari, con il passare dei giorni sono arrivati a una media di $2.400, toccando picchi di $33.000 sulle piattaforme di rivendita.
Ma gli introiti dovuti alla corsa sono la fetta più piccola degli incassi registrati nella metropoli della Florida. Solo qualche dato: la zona dei Miami Gardens ha calcolato, con la creazione del circuito e l’arrivo delle monoposto, un impatto economico annuale di 400 milioni di dollari, comprese 35.000 prenotazioni alberghiere e 4.000 nuovi posti di lavoro.

Oltre a questo, nella zona sono arrivate anche compagnie di ogni genere, interessate ad investire e salire sul carro del vincitore. L’exchange di criptovalute FTX ha ospitato un festival di concerti di tre giorni a Miami Beach, insieme a Mercedes-AMG Petronas e IWC Schaffhausen. Il night club E11even ha chiamato a suonare DJ famosi in tutti il mondo, facendo pagare i suoi tavoli da 5.000 a 100.000 dollari.
Sulla stessa linea anche gli hotel. In molti hanno proposto pacchetti esclusivi per le star e i magnati accorsi al Gran Premio. Uno su tutti il St. Regis Bal Harbour, che ha offerto jet privati di andata e ritorno, una villa sull’oceano e gioielli con diamanti di De Beers per 110.000 dollari.
Un trend che si ritrova perfettamente nelle parole del Ceo del gruppo Formula One Stefano Domenicali, che in un’intervista alla CNN si era detto incredulo del successo avuto dall’esperimento automobilistico di Miami. “Fantastico è l’unica parola mi viene in mente – aveva raccontato – ormai le persone parlano più della Formula 1 che del SuperBowl: è straordinario”.

Parole pesanti, quelle di Domenicali, perchè sollevano il paragone con l’evento sportivo dal maggior peso economico del mondo. I dati, però, gli danno ragione.
Secondo alcuni studi di settori, l’impatto del weekend del Super Bowl di Los Angeles ha portato attorno ai 477 milioni di dollari di incassi, con almeno 150.000 tifosi arrivati da fuori città per vivere, in tribuna o nei dintorni del So-Fi Stadium, l’evento più atteso dello sport statunitense.
Numeri non troppo lontani da quelli avuti a Miami, dove, oltre all’ondata di spettatori, sono arrivate limousine cariche di star.
Un successo, quello automobilistico, che veste i colori dell’Italia. Domenicali, il numero 1 di questo progetto pensato per esportare la cultura della velocità su quattro ruote anche oltreoceano, è nato ad Imola e sempre in Emilia ha sede la Ferrari, che di rosso ha tinto 2/3 del podio.

Podio accessoriato da un’altra Ferrari, quella del vino, che ha sponsorizzato l’evento aggiudicandosi l’intero palcoscenico durante la premiazione finale.
Ferrari, che ha sede a Trento, è un’azienda vitivinicola specializzata nella produzione del Vino Spumante – Metodo Classico, destinato sia al mercato italiano che internazionale. L’azienda fa parte del Gruppo Lunelli e commercia 15 differenti etichette per 5 milioni di bottiglie, che rispecchiano lo stile tipico delle sue Cantine.
A partire dalla stagione 2021 e per tre anni, le bollicine Ferrari sono partner ufficiale della Formula 1, e accompagnano i successi dei campioni portando sul podio una bottiglia formato Jeroboam di Ferrari Trentodoc.
All’epoca fu proprio Domenicali ad accogliere con parole d’affetto la stretta di mano tra vino e motori. “Festeggiare il successo è insito nel DNA di entrambi e Ferrari Trento, che da sempre suggella i momenti più importanti dello sport, è il partner ideale per noi. Per oltre un secolo, Ferrari Trento è stato sinonimo di eccellenza italiana, in grado di creare con la propria passione bollicine di grande eleganza, capaci di valorizzare ogni momento”.
Un connubio italiano di successo, che ha saputo rapito anche il cuore a stelle e strisce degli Stati Uniti.
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