Due volte sul tetto del mondo a soli 19 anni (la prima a 17) con in tasca manciate di determinazione, la stessa che l’ha portata in pochi mesi a vincere il secondo titolo mondiale XCE di Mountain bike, a superare la maturità, a prendere la patente e, come se non bastasse, anche ad iscriversi all’Università. Gaia Tormena è un vulcano di vitalità, che nasce e vive nella piccola Valle d’Aosta, regione alpina ai confini con Francia e Svizzera. Oggi si sente internazionale, aperta al mondo: “Sì, adoro viaggiare e ho scelto il liceo linguistico pensando anche a questo. Sono stata fortunata, lo sport mi ha portato spesso a varcare diversi confini”.
Grazie alla sua lungimiranza nella scelta del percorso di studi, oggi Gaia rilascia con naturalezza interviste multilingue ad ogni medaglia conquistata, titoli europei compresi. Dopo il podio di Coppa del Mondo a Barcellona, il 2 ottobre scorso, sta vivendo qualche giorno di tregua. Una breve vacanza prima di tornare a riprogrammare le sue giornate, tra allenamenti in montagna, studio e gare.
La sua stagione dura undici mesi l’anno: “Si, con impegni rigorosi ogni giorno. E tante attenzioni. Ad esempio devo stare lontana dagli altri sport, quelli un po’ più pericolosi, non posso rischiare di farmi male, ci sono le competizioni”. Allenamenti che, per lo più, svolge in Valle d’Aosta, tra le sue montagne. Ma con uno sguardo oltreoceano, dove c’è un’atleta che ispira le sue giornate. Si chiama Kate Courtney ed ha 25 anni: “Nel 2018 ha vinto il mondiale élite di mountain bike nella specialità American Cross Country. Al di là dall’aspetto di gara, mi piace il modo in cui affronta la sua quotidianità, la sua tenacia”.
La Mountain Bike è nata proprio al di là dell’oceano, giusto? : “Si, ma l’Eliminator negli Stati Uniti è una disciplina ancora poco diffusa, piuttosto giovane, la maggior parte degli atleti è europea. È un peccato, perché ogni gara è uno show, e piacerebbe molto agli americani”.
L’Eliminator è la disciplina sprint del cross-country. La gara si sviluppa su circuiti brevi, pieni di ostacoli. Dopo le qualifiche e le batterie parte la gara vera e propria, a eliminazione, fino alle finali. E per questa specialità c’è uno spiraglio, giusto? “Oh si, c’è un grande lavoro per far diventare l’XCE disciplina olimpica. Ci sono già state proposte al CIO, c’è molto fermento.”. E a questo proposito tu avresti un sogno “Eh, mi piacerebbe chiudere il cerchio: spero di partecipare a Los Angeles 2028, di gareggiare laddove è cominciato tutto”.
Così vai avanti con gli allenamenti: “Si, sono molto motivata. Ho sempre avuto fame di esperienze, un pizzico di incoscienza certo, ma il bisogno di fare seriamente. Credo di avere la testa dura di papà, che mi ha insegnato a metterci impegno”. E i risultati sono arrivati. Gaia Tormena non ha agguantato soltanto due titoli mondiali in Eliminator e tre europei, ma anche l’oro per l’enduro nella categoria under 21, e persino medaglie in pista, specialità in cui il livello delle atlete italiano è altissimo. “Io, però, sono per le gare più veloci, voglio andare avanti in quelle. L’enduro mi fa svuotare la testa – dice – poi sono pronta a concentrarmi per le gare XCE”.
Competizioni brevi come durata, ma che richiedono un impegno quasi esplosivo e la mente libera. Andare avanti, dunque, guardando anche al sogno americano. Perché se Olimpiadi saranno, Gaia vorrà essere lì.