Mario Corso, il magnifico mancino della Grande Inter campione d’Europa e del Mondo degli anni Sessanta e Settanta, è andato a giocare e vincere la sua partita in cielo. Corso aveva 78 anni. Sul profilo Twitter dell’Inter è stato pubblicato il seguente messaggio: “É scomparso Mario Corso, interista, campione eterno dotato di infinita classe. Con il suo sinistro ha incantato il mondo in una squadra che ha segnato un’epoca. I pensieri e l’affetto di tutti noi vanno alla famiglia in questo momento difficile”.
Io, tifoso interista, nato e cresciuto a Milano, ho un ricordo indelebile di “Mariolino” Corso e del suo modo di essere un campione.
Mio papà, grande Interista, e Mariolino Corso mi hanno insegnato a riconoscere il talento. Un giorno a San Siro vidi un fisico non atletico con i calzettoni abbassati fare cose diverse dagli altri.
In un calcio sempre più totale e veloce che sarebbe diventato presto Olandese, Mario si muoveva come in un film. Vedeva i compagni che i nostri occhi non trovavano dagli spalti e la palla era sempre accarezzata mai colpita. Poi una sua punizione tirata come nessuno al mondo. Un goal unico e inimitabile con il sinistro di Dio.
Mio padre sorrise ai miei occhi spalancati vedendo la palla che rotolava in porta, piano accarezzata. E poi una frase che ricordo ancora “con gli occhi vediamo quello che vediamo anche se con il cervello sappiamo quello che sappiamo”.
Ciao Mario saluta il mio papà.