Martedì sera l’Empire State Building si è tinto di rossonero.
In concomitanza con la primissima uscita stagionale del nuovo Milan targato Giampaolo nell’International Champions Cup, il Milan Club di New York ha deciso di festeggiare l’arrivo dei propri beniamini nella terra promessa invitando, nel loro iconico luogo di ritrovo – a due passi dall’Empire State Building – l’ex Capitano e leggenda eterna rossonera, Franco Baresi (che con Baggio sfiorò anche la coppa del mondo proprio negli USA nel 1994).
La gioiosa serata di festa, condita con cori da stadio e pourparler strettamente calcistico, ha anche avuto risvolti benefici, dato che il Milan Club NYC, in collaborazione con Fondazione Milan – la public charity del Gruppo A.C. Milan – ha organizzato una lotteria con in palio delle ambitissime maglie firmate dai campioni rossoneri. Per la modica cifra di 20 dollari, i tifosi presenti hanno potuto acquistare un biglietto e sperare di essere sorteggiati durante l’intervallo della partita.
Ma aldilà dell’aspetto caritatevole, ogni tifoso presente ha potuto farsi fare un autografo e, per una manciata di secondi, mettersi in posa di fianco al proprio idolo per una foto ricordo. L’ex Capitano del Milan si è messo a completa disposizione per l’intera serata, dilungandosi addirittura a vedere, assieme ai tifosi rossoneri, tutti i 90 minuti della partita.
Il tutto si è svolto nella stupenda e calorosa cornice del Football Factory at Legends, pub che ospita più di 30 official fan club di squadre di calcio, dalla Premier League Inglese, alla Ligue 1 Francese, alla nostra Serie A – anche il Juventus Club ha base al Football Factory, quindi potete immaginare la caldissima atmosfera quando c’è di scena Milan-Juve.
Ogni weekend il pub si riempie di tifosi speranzosi di vedere la propria squadra vincere, diventando un vero e proprio punto di ritrovo nel cuore di Manhattan per gli appassionati di calcio.
Mercoledì sera invece, è andata di scena la partita tra Fiorentina e Benfica alla Red Bull Arena nel New Jersey. Una serata che ha visto protagonista Rocco Commisso – il magnante Americano, nuovo proprietario dei Viola – che è entrato a fare un giro di campo celebrativo al termine del primo tempo.
L’accoglienza che i tifosi viola allo stadio hanno regalato a Commisso mi ha ricordato molto – con le dovute proporzioni – l’adorazione dei tifosi del Milan verso Silvio Berlusconi durante i suoi primi anni a comando del grande Milan.
Commisso non ha certamente fatto il suo ingresso in campo con un elicottero, come invece faceva Silvio le prime volte a Milanello e a San Siro, ma non ne ha avuto il bisogno: sentendo le grida di ammirazione che sono piovute dalle gradinate ogni volta che Commisso passava davanti a una nuova sezione dello stadio, si è capito quanto il sessantanovenne nato a Marina di Gioiosa Ionica, abbia già fatto breccia nel cuore dei tifosi della Fiorentina.
La partita in se non ha riservato grandi emozioni ai 12 mila che hanno riempito lo stadio Mercoledì sera, probabilmente anche dovuto al fatto che entrambe le squadre sono nel bel mezzo della preparazione estiva – la Fiorentina ha incominciato sul serio solo un paio di settimane fa e non ha ancora tutti i calciatori a disposizione. Quando però tutto sembrava risolto con un noioso 1 a 1, al terzo e ultimo minuto di recupero del secondo tempo, il giovane fantasista brasiliano Caio Lucas Fernandes, lasciato troppo solo dalla difesa dei Viola, ha trovato la rete con un bel tiro potente che si è infilato sotto la traversa. Lo stadio, prevalentemente dalla parte del Benfica – dato che poco distante, nel Newark, si trova uno dei più grandi quartieri Portoghesi di New York e dintorni – è esploso di gioia.
Nonostante l’International Champions Cup sia considerata come una competizione amichevole, volta solamente ad aiutare gli allenatori nella messa appunto degli schemi e delle tattiche in vista della nuova stagione, qua negli States la prendono molto sul serio. Allo stadio infatti, non mi aspettavo di ascoltare un livello tale di commenti calcistici che hanno dimostrato una grande conoscenza verso le due squadre presenti e verso il calcio Europeo in generale. Poi ovviamente, c’erano anche tanti Americani che non capivano niente, ma che si sono comunque recati allo stadio per bersi una birra ghiacciata e godersi una serata in compagnia.
È anche questo il bello del calcio e dello sport in generale: la capacità di unire nazionalità, culture, e religioni diverse per 90 minuti di sano divertimento. La Red Bull Arena, Mercoledi sera, ne è stata l’esempio.