Gli US Open 2018 si chiudono cona la vittoria di Novak Djokovic, che batte Juan Martìn del Potro in 3 ore e 16 minuti. Una prestazione eccellente da parte del serbo, ma anche una dimostrazione di forza fisica e mentale. Un match che ha riportato il tennis in primo piano, dopo le polemiche e i drammi della finale femminile.
Immaginate di entrare in uno stadio da 20,000 persone: fuori la pioggia batte incessantemente sulla copertura dell’Arthur Ashe Stadium, dentro una tifoseria paragonabile più a una partita di calcio che a un match di tennis. Questa era l’atmosfera che si respirava oggi alla finale degli US Open.
Entra Novak Djokovic: ha vinto Wimbledon ed è a un passo dal record di Pete Sampras. Applausi moderati. Entra Del Potro e la folla ruggisce, intonando “Delpo, Delpo”: tre ore di match giocate tra schiamazzi di un pubblico fin troppo pronto a sostenere l’argentino.
La compostezza del tennista serbo non risente dell’atmosfera “esuberante”, tranne che durante il quinto game del secondo set, quando le urla dei tifosi distraggono il tennista in battuta, che riceve un warning dal Giudice di Sedia.
Dal secondo game del terzo set, invece, non c’è più dubbio: Del Potro è affaticato, non regge il ritmo di Novak, che in poco più di mezz’ora conclude il set e si aggiudica il match.

Per la terza volta Djokovic riesce a vincere Wimbledon e US Open nello stesso anno, diventando il terzo dietro a Roger Federer e Rafael Nadal come numero di titoli del Grande Slam vinti.
“Novak è troppo veloce. La sua difesa è buona. È davvero difficile battere uno come lui” ha dichiarato Del Potro al termine del match, trattenendo a stento le lacrime. Durante la cerimonia di premiazione ringrazia i fan in spagnolo e ammette “Non è facile parlare al momento. Sono contento di aver giocato la finale con questo idolo. Sono contento per lui e il suo team”.
“Sono arrivato qui grazie al supporto di chi mi ama” dichiara Djokovic “I mie bambini, mia moglie e tutto il mio team mi ha appoggiato in questo percorso. Quando sono stato operato ho capito tutto quello che aveva passato Juan Martìn. Ma quando sei a terra impari dalle avversità. Ho imparato a prendere il meglio da me stesso durante quei momenti”.