Riuscirà Vincenzo Montella a mangiare il panettone? Per l’allenatore del Milan la situazione si fa ora pesante dopo la terza sconfitta in sette partite e la sua permanenza sulla panchina rossonera per il 2018 è tutt’altro che scontata, dopo il ko interno contro la Roma. I rossoneri sono stati anche un po’ sfortunati nella partita persa contro il suo amico (e socio di un negozio di abbigliamento ad Empoli), Eusebio Di Francesco.
C’era grande attesa per il nuovo Milan cinese, dopo la roboante campagna acquisti da quasi 200 milioni di euro, con l’arrivo dei vari Bonucci, Kalinic, Calhanoglu, Andre Silva, Conti, Kessie, Rodriguez, Biglia, Musacchio e Borini. Le prime sette partite hanno mostrato una squadra incerta negli schemi e nella formazione. Tre sconfitte (Lazio, Sampdoria e Roma) e quattro vittorie (Crotone e Cagliari, Udinese, Spal) non sono un bilancio degno delle aspettative. I nuovi vertici rossoneri, Fassone e Mirabelli, hanno più volte confermato la fiducia nel lavoro dell’Aeroplanino, ma certo la situazione non potrà proseguire con questi alti e bassi. Parziale soddisfazione per ora dagli incontri di Europa League, sei vittorie su sei partite, anche se nell’ultima partita contro i croati del Rijeka, il Milan ha rischiato la beffa facendosi rimontare da 2-0 a 2-2, prima del gol risolutivo del giovane Cutrone. Proprio la prolificità in avanti è uno dei problemi evidenziati in questo avvio di stagione dalla squadra di Montella, solo 10 gol segnati in 7 turni, peggio di Udinese e Torino. Ancora oggetto misterioso André Silva, costato 38 milioni di euro, e poco chiaro come si inseriscono in questo disegno Calhanoglu e Suso. Montella, nonostante i nomi a disposizione, ha fatto spesso affidamento a Cutrone e a Borini. Anche in difesa le cose non stanno andando come ci si aspettava dopo il clamoroso acquisto di Bonucci, subito promosso capitano. L’ex juventino però è apparso spesso poco concentrato e nervoso (anche domenica ha rischiato di finire anzitempo per un colpo proibito a Dzeko).
Più di un commentatore ha espresso perplessità sul profilo di Montella, tecnico che si è affermato a Catania, fortificato a Firenze e fatto un’esperienza opaca nella Genova blucerchiata (di cui era stato una bandiera da giocatore). Un allenatore emergente, sì, ma senza esperienza in campo internazionale: una sola partita di Champions League con la Roma, quando subentrò in corsa a Ranieri. L’ombra di Carlo Ancelotti, dopo l’esonero dal Bayern Monaco, rappresenta un richiamo evocativo molto forte per il popolo rossonero e metterà alla prova la tenuta dei nervi di Montella. Molti tifosi, infatti, vedrebbero bene il ritorno dell’allenatore emiliano, con cui i rossoneri hanno vinto due Champions League, una Supercoppa europea e uno scudetto. Uno scenario però molto complesso, nonostante le tante spese la squadra non è certo al livello delle ultime formazioni allenate da Ancelotti. Ed è, poi, risaputo come Carlo non ami entrare in corsa, in oltre vent’anni di carriera è accaduto solo due volte: nel ’99 alla Juventus quando sostituisce Marcello Lippi e nel 2001 al Milan al posto di Fatih Terim. La disponibilità sul mercato di Ancelotti però sarà un’ombra pesante per Montella, in particolare se dovesse sbagliare la prossima partita, che potrebbe essere già decisiva per il suo destino. Dopo la sosta per gli impegni della Nazionale contro la Macedonia e l’Albania, il campionato riprenderà con il derby Inter-Milan. Pur non giocando bene la squadra di Spalletti ha già sette punti di vantaggio sui cugini e arrivare a dieci potrebbe essere insostenibile soprattutto per la rivalità cinese tra i proprietari: Yonghong Li contro Zhang Jindong. Montella ne è consapevole: “Sento la fiducia del club, ma conosco i rischi del mestiere dell’allenatore”.