Ride Antonio, piange Carlo. Il secondo turno di Champions League verrà ricordato per i contrastanti il tonfo di Ancelotti (3-0) contro il Paris Saint-Germain, che gli è costato la panchina del Bayern Monaco. Sentimento opposto per l’ex ct della Nazionale che vince sul difficile campo dell’Atletico e rafforza la candidatura per la vittoria della coppa dalle grandi orecchie.
KNOCK OUT ANCELOTTI – È forse la più brutta sconfitta della carriera per Carlo Ancelotti quella subita al Parco dei Principi. Un 3-0 senza storia che ha portato il club bavarese a sollevarlo dall’incarico. Già in estate erano circolati rumors di malumori tra i tifosi bavaresi, soprattutto per il poco utilizzo di Muller. Ieri Carlo ha provato a vincere la partita schierando l’attaccante beniamino dei tifosi, in una riproposizione tattica dell’albero di Natale milanista che prevedeva accanto a lui James Rodriguez, a supportare il centravanti Lewandoski. A farne le spese due senatori come Robben e Ribery. La decisione del presidente Rummenigge ha un po’ sorpreso tutti, in fondo Ancelotti lo scorso anno, alla sua prima stagione alla guida del Bayern, aveva conquistato lo scudetto ed era stato eliminato dal Real Madrid in Champions in uno scontro caratterizzato da evidentissimi errori arbitrali a favore degli spagnoli. Sulla partita di Parigi il Bayern ha pochi alibi, gara dominata dai francesi. In gol i due ex litiganti Cavani e Neymar e anche chi si è prestato a fare da paciere con una cena di armistizio, l’ex juventino Dani Alves. Il Paris Saint-Germain ha incantato il pubblico con le giocate in velocità del tridente delle meraviglie, migliore in campo il nuovo acquisto Kylian Mbappé.
GRINTA CONTE – Era una lotta di nervi e temperamento quella andata in onda al Wanda Metropolitano, la bellissima nuova casa dell’Atletico Madrid. Antonio Conte contro Diego Simeone, grinta contro grinta. Due tecnici celebri per la loro forza emotiva, per la loro capacità di caricare la squadra e tenerla sempre concentrata e tesa al risultato. L’ha vinto l’allenatore pugliese in extremis, con un gol al 94° minuto, in una gara dominata per superiorità tecnica. Nel primo tempo i suoi Blues avevano costruito almeno quattro nitide palle gol con Hazard (palo) e Morata (impreciso), ma era andato sotto per una sciocchezza in area di David Luiz che aveva regalato un rigore ai colchoneros. Nella ripresa il rovesciamento con le reti di Morata e Batshuay. Una vittoria importante per il club di Abramovich ma anche per la Roma, che ieri ha battuto, a fatica gli azeri del Qarabag a Baku (2-1) e ora si trova seconda nel girone, con 4 punti, alle spalle proprio del Chelsea, 6 punti. A rischiare ora è l’Atletico del Cholo Simeone, con solo 1 punto, che però al prossimo turno potrà approfittare dello scontro diretto, allo Stamford Bridge, tra blues e giallorossi.
OK ITALIA – Detto della Roma e della sua vittoria striminzita a Baku, bene anche il Napoli e la Juventus che hanno riscattato le sconfitte della prima giornata contro Shaktar Donetsk e Barcellona. Nel Napoli in rete tutto il trio dei piccoletti: Mertens, Insigne e Callejon. Gloria anche per il portiere Pepe Reina che ha parato un rigore concesso dall’arbitro un po’ generosamente. Maurizio Sarri ha però lasciato il campo di gioco infuriato, tanto da dire che non ricordava neppure se la squadra avesse vinto o meno. A mandarlo in collera il gol concesso nel finale agli olandesi, a tempo scaduto, per una incertezza tra i due centrali Koulibaly e Maksimovic. La Juventus invece, contro l’Olympiakos, ha ritrovato il suo goleador, Gonzalo Higuain, finalmente a segno. El Pipita inizialmente era rimasto in panchina – seconda esclusione consecutiva, dopo quella del derby – poi l’ingresso decisivo a mezz’ora dalla fine, sullo 0-0, al posto di Cuadrado. Prima il gol, con una zampata su una respinta del portiere, poi l’assist a Dybala sul raddoppio di Mandzukic, in una partita dominata nel possesso palla (75%), ma dove i bianconeri faticavano a sbloccarla.