In un campionato che oramai volge al termine e dove l’interesse dei media è quasi esclusivamente focalizzato sulla lotta per non retrocedere, domenica allo Stadio Olimpico si è giocata Roma-Juventus, una partita vissuta sempre con molto pathos da entrambe le tifoserie.
Gli scontri fra giallorossi e bianconeri, come spesso succedeva all’inizio degli anni ’80, negli ultimi campionati hanno messo in palio importanti porzioni di scudetto. I risultati di questi duelli d’alta classifica, tuttavia, non ammettono controrepliche: la dittatura bianconera, instaurata nel 2012, ha relegato spesso in seconda posizione la Roma che, nonostante il bel gioco espresso e i tanti punti conquistati, non è mai riuscita a compiere l’ultimo decisivo passo per la gloria.
Anche domenica, prima del match, la classifica parlava chiaro: a sole 3 giornate dalla fine, alla Juventus sarebbe bastato un pareggio nella Capitale per festeggiare il suo sesto scudetto consecutivo, evento inedito per il calcio italiano.
A Midtown Manhattan, noi de La Voce abbiamo seguito la partita con i ragazzi del Roma Club New York nel loro quartier generale, quel Bar Legends già punto di ritrovo di tantissime altre tifoserie. Appena entrati nel bar, incontriamo il vicepresidente del club, Luca Martano, romano de Roma trasferitosi oltreoceano 4 anni fa e che attualmente ricopre la carica di manager in un’azienda italiana: “Guardiamo sempre la nostra ‘Maggica’ in questo bar – ci spiega Martano. Prima il nostro ritrovo era presso il ‘Bar Basso’, locale gestito da un tifoso romanista, poi sono insorti problemi logistici e di orari e abbiamo deciso di trasferirci qua. Ci troviamo bene, è un bel bar, ma probabilmente, già dalla prossima stagione, cercheremo di riunirci in un posto più privato, esclusivo per noi, per seguire ancor meglio le partite tutti insieme”.
Orario perfetto, alta affluenza e tripudio di vessilli e sciarpe giallorosse: si aspetta solo il fischio d’inizio mentre nel bar risuonano le note di ‘Roma ( non si discute, si ama)’ , storico inno della società capitolina cantato da Antonello Venditti. La Roma parte subito fortissimo e non potrebbe essere altrimenti: vincere sarebbe fondamentale non solo per rovinare le celebrazioni per il tricolore bianconero, ma anche, e soprattutto, per difendere il secondo posto dagli assalti del Napoli.

La Juventus, dopo aver colpito un clamoroso palo con Asamoah, passa in vantaggio al 21’: preciso lancio di Sturaro, assist al volo di Higuain e Lemina, tutto solo in area giallorossa, deposita in rete il comodo 0-1. “In questa stagione abbiamo fallito tutti gli obiettivi, però vederli festeggiare lo scudetto all’Olimpico sarebbe una beffa assurda” ci confida Massimo, turista di Ostia arrivato pochi giorni fa in vacanza negli Usa. Il vantaggio ospite dura tuttavia solo una manciata di minuti per la veemente reazione della squadra di Spalletti che trova il pareggio con De Rossi, uno dei pilastri della Roma e della romanità.
Il primo tempo, molto combattuto e ricco di ribaltamenti di fronte, termina quindi sul risultato di 1-1 e, mentre le due squadre si avviano negli spogliatoi, scambiamo due chiacchiere con Andrea, aiuto regista che si trova a New York dal 2011: “Che dire della ‘Grande Mela’… offre tante possibilità di crescita, non solo dal punto di vista lavorativo ma anche mentale e me ne accorgo spesso quando ritorno a Roma”. Continuando la nostra conversazione su questo tema, Andrea ci spiega: “Voglio subito mettere in chiaro che amo follemente la mia città ma, attualmente, il gap di mentalità che abbiamo con gli Stati Uniti è enorme. Un esempio? Il modo di intendere il lavoro e il sacrificio: qua hai la possibilità e, allo stesso tempo, il dovere di fare qualcosa, buttarti, anche rischiando; in molte realtà italiane, invece, spesso si tende a perdere tempo per cose che si potrebbero fare subito. Non generalizzo, ma conosco gente in Italia che a 35 anni non ha ancora nessun progetto nella vita: situazioni del genere che, qua negli Usa, sono infinitamente più difficili da trovare”.
Poco dopo, incontriamo Claudio Tamborra, vicepresidente del RCNY insieme a Luca Martano: “Mi sono trasferito negli Stati Uniti 5 anni fa per motivi di lavoro. L’azienda con la quale lavoro mi aveva dato questa occasione e l’ho colta al volo. Una decisione che rifarei perchè mi trovo benissimo qua ed, essendo stato in altri luoghi all’estero, devo dire che gli Usa sono il top. Conosco tante persone che han dovuto lasciare l’Italia per precarie condizioni lavorative ed economiche e questa è una grande pecca per il nostro Paese. Io sono molto contento per la scelta che ho fatto: amo la mia Nazione e sarà sempre casa mia ma devo anche mangiare (ride)”.
Nella seconda frazione di gioco, la Roma mostra fin da subito l’aggressività giusta e i suoi sforzi vengono premiati al 56’: El Shaarawy, dopo aver ricevuto palla da Nainggolan, batte con un lento ma preciso tiro a giro un non impeccabile Buffon. Il 2-1 completa la rimonta giallorossa scatenando gli entusiasmi dei tifosi romanisti al bar.

Al 65’ arriva l’apoteosi per il Roma Club New York grazie alla fucilata con la quale Nainggolan, uno dei giocatori più amati dal club, fissa il punteggio sul 3-1. La Juventus, sembrata piuttosto inerme al cospetto del furore agonistico mostrato dalla Roma, cerca una reazione, forse troppo tardiva, con gli ingressi di Dani Alves, Dybala e Marchisio. Complice il risveglio degli ospiti e la stanchezza dopo aver speso molte energie per recuperare l’iniziale svantaggio, la squadra giallorossa inizia a soffrire i continui ma disordinati attacchi bianconeri: i tifosi romanisti al bar, unendosi ancor di più, cercano idealmente di creare un muro per arginare gli attacchi avversarsi e spingere la propria squadra verso una vittoria di vitale importanza. La sofferenza aumenta, Higuain e Bonucci sfiorano il gol che potrebbe riaprire la partita ma la Roma resiste.
Al 93’ c’è l’ovazione dell’Olimpico e del RCNY: tutti in piedi, applausi e cori per l’ingresso di Francesco Totti. ‘Il Capitano’, in questo modo, timbra il cartellino in quello che dovrebbe essere l’ultimo big match della sua carriera: opportuno o senza senso metterlo in campo per soli due minuti? Entrare a una manciata di secondi dalla fine, per un’istituzione come Totti, dovrebbe esser considerata una forma di rispetto o, quasi, una presa in giro? Ai posteri l’ardua sentenza.. Al 95’ l’arbitro fischia la fine del match: inizia a festa e nel bar tutti celebrano la vittoria cantando ‘Grazie Roma’; i giallorossi battono la Juventus e si portano a sole 4 lunghezze dal primo posto.
Un risultato di prestigio che, almeno in teoria, potrebbe riaprire il discorso scudetto. “Io ci credo, è difficile, ma finché la matematica non ci condanna… perchè non sperare?” afferma Eric, tifoso americano amante della Roma e dell’Italia. Martano, molto più realisticamente, ammette: “Oggi la Juventus è venuta all’Olimpico con 7 punti di vantaggio e forse era un po’ distratta dalla finale di Coppa Italia che deve giocare mercoledì: lo scudetto è andato ma abbiamo comunque conquistato una grande vittoria”.

Alla fine della partita abbiamo fatto qualche domanda a Claudio Tamborra, uno dei due vicepresidenti del Roma Club New York.
Parlaci del tuo fans club.
“Il Roma Club New York è stato fondato nel 2008 da Giovanni Peluso, il nostro presidente (che, in queste settimane, si trova in Italia). Da quell’anno, abbiamo sempre seguito assiduamente la nostra squadra in diversi luoghi e da circa un annetto ci troviamo qui al Legends. Il nostro club è in continua crescita e cerchiamo di essere molto presenti sui social networks, come Facebook, Twitter e Instagram. Abbiamo soci e ‘follower’ da ogni parte del mondo. C’è molto da fare e abbiamo numerose idee che vorremmo realizzare, ma per il momento siamo molto contenti di ciò che abbiamo costruito”.
Cosa ne pensi della vicenda legata a Totti?
“Ufficiosamente dovrebbe essere la sua ultima stagione, anche il ds Monchi ha affermato che, per contratto, questo è il suo ultimo anno. Forse tutta la questione poteva essere gestita in un maniera diversa ma noi, essendo semplici tifosi, molte volte non conosciamo tutte le dinamiche quando ci sono di mezzo cose del genere. A parer mio, è mancata un po’ di chiarezza nella vicenda ed è forse questa la cosa più triste”.
Chi raccoglierà la pesante eredità lasciata da Totti (a livello tecnico e di personalità)? La sua maglia numero 10 sarà ritirata?
“In squadra abbiamo già il suo erede naturale, in senso di leadership, ed è Daniele De Rossi. A livello tecnico è un po’ più difficile perchè la Roma attualmente non ha le possibilità economiche di comprare un degno erede di Totti, conoscendo i folli prezzi del calciomercato. Per quanto riguarda la maglia numero 10, anche Totti ha affermato che tutti i bambini hanno il diritto di sognare di indossarla. Secondo me non dovrebbero ritirarla ma, più che altro, metterla in standby e consegnarla a un giocatore che sia all’altezza di chi, precedentemente, l’ha indossata per tantissimi anni, rappresentando uno dei simboli più importanti della storia della Roma”.