Napoli- Real Madrid finisce 1-a 3. Vincono i blasonati madrileni, passano il turno e si qualificano ai quarti di finale di Champions League. Ecco, questa è la cronaca, calcistica della gara di ritorno degli ottavi di finale che si è disputata ieri, 7 marzo, allo Stadio San Paolo di Napoli, da cui se il Napoli ne esce sconfitto ma a testa alta, Napoli ne esce vincitrice.
Una partita che è stata l’occasione, già nella gara di andata al Santiago Bernabeu di Madrid e ancora di più in quella casalinga, per sognare e per unire al di là delle differenze sociali, di status, di razza, di orientamento sessuale anche, una città, Napoli. Al di là del risultato, insomma. E se il tabellone ha segnato numeri, 1 a 3, che hanno fatto male al cuore dei tifosi partenopei, tutto il resto ha fatto invece bene, benissimo al cuore, all’anima, alla compattezza di questa città, così divisa, a volte così spaccata nelle sue mille contraddizioni e invece terra di calcio per una notte.
Terra di amore e di passione, che se nei giorni normali ad un napoletano che incontri chiedi, “Ciao, come stai?”, nel giorno di Napoli-Real Madrid, chiedi: “Ciao, dove la vedi stasera la partita’” e finisci ogni frase con “Forza Napoli. Sempre”. Sì, lo so, non ditelo: ci vuole il calcio per unire una città, per rendere orgoglioso un popolo, per permettergli di dimostrare che esiste, eccome se esiste che ha voglia di esserci e di essere rispettato? Sì, ci vuole il calcio. Tant’è, quindi mettiamoci l’anima in pace e godiamocela, come se l’è goduta Napoli, come ha accolto il Real Madrid , i suoi giocatori e i suoi tifosi come li ha avvolti e gli ha dato il benvenuto, come allo stadio ha incoraggiato i suoi campioni in maglia azzurra con coreografie spettacolari, con un “pizzino” per la Curva B fatto girare nei giorni prima della gara che invitata ad andare allo stadio con la sciarpa, del Napoli manco a dirlo per essere protagonisti e così è stato.
Gli 11 agli ordini di mister Sarri hanno dato spettacolo in campo per 50 e passa minuti, sugli spalti i tifosi lo hanno fatto per 90 e oltre. Che urlo l’urlo Champions, è andata come è andata ma che emozione esserci, essere lì, protagonisti nella bolgia per una notte paradiso dei tifosi, che ci sono stati: 56mila, si fa fatica anche solo ad immaginarli, se non li si è visti applaudire, cantare, e applaudire ancora, fino alla fine ed oltre. Insieme ai tifosi madrileni, che tornano a Madrid vittoriosi certo ma pieni di quella meraviglia azzurra.
Io la partita l’ho vista lì, da giornalista ovvio, con la testa, da napoletana col cuore, altrettanto ovvio. Accanto a me un collega, giornalista, spagnolo, che divertito ci guardava esultare e palpitare, riavviare i nostri cuori e sussultare, ringraziare Dio e San Gennaro al palo-gol-mancato di Ronaldo, perdere ogni speranza al gol di Ramos. Josè Luis, si chiamava il collega, lui che sorridendo mi ha confortata e mi ha dato coraggio: “Il Napoli es mejor del Real Madrid”. Già. Il Napoli è stato mejor. E poi mi confessa di tifare azzurro: “Estoy por el Atlético de Madrid”. Eh, un tifoso deluso in più, allora. Il Napoli che domina e segna, illude certo, un po’ come il tuo ex, che ti promette una vacanza alle Maldive e poi ti porta al Lido balneare sotto casa. E tu non vivi alle Maldive, ma a Napoli. Tant’è. E’ pur sempre mare. E’ pur sempre amore. Grazie Napoli per averci fatti essere lì. Per i sogni ci sarà tempo, per ora applausi. Per voi. E per Napoli.