Anche quest’anno la comunità di San Patrignano sarà presente alla Maratona di New York, ma questa volta cercherà di tagliare un traguardo ancora più importante.
La comunità di San Patrignano è una struttura di riabilitazione fondata nel 1978 nel Riminese, da Vincenzo Muccioli; è una comunità laica e gratuita che attualmente ospita 1.300 ragazzi e ragazze con problemi di tossicodipendenza, provenienti dall’Italia e dall’estero. L’ente, oltre ad accoglierli, fornisce loro servizi legali e sanitari gratuiti. Non a caso la comunità di San Patrignano ha ricevuto anche riconoscimenti dall’ONU ed è considerata oggi una delle strutture più efficaci presenti in territorio europeo. La chiave del successo della comunità è il suo approccio educativo incentrato sul creare e sostenere la motivazione degli ospiti durante il loro percorso di riabilitazione fisica e sociale.
La filosofia di SanPa – come viene comunemente chiamata da chi vi abita – è aiutare i ragazzi e le ragazze della comunità dando loro la consapevolezza necessaria ad andare a fondo dei problemi che li portano ad usare sostanze stupefacenti per evadere dalla realtà; realtà di vita difficili, spesso caratterizzate dall’abbandono, dalla non accettazione, dall’esclusione sociale.
Diversamente dall’approccio medico di molti paesi, tra cui anche gli Stati Uniti d’America, la comunità non crede che la tossicodipendenza sia una malattia, ma un sintomo, e di conseguenza non utilizza nessun tipo di farmaco per curarla. Le cure farmacologiche vengono viste semplicemente come una scorciatoia che non tocca le cause vere dei problemi: una via non definitiva. La tossicodipendenza è solo la punta dell’iceberg di problematiche più profonde che vanno affrontate se si vuole avere un pieno recupero.
Il percorso di riabilitazione, che dura in media dai tre ai quattro anni, viene affiancato a delle attività educative che vanno dalle associazioni polisportive a corsi musicali o di formazione professionale. Queste attività servono per dare una seconda, ma anche una terza, possibilità a tutti gli ospiti della comunità, a supportare economicamente San Patrignano e a creare delle relazioni sane. I lavori di artigianato prodotti dai ragazzi della comunità durante le attività formative non solo hanno lo scopo di responsabilizzare gli ospiti e far riconquistare loro autostima in se stessi, ma costituiscono anche il 50 per cento del budget della comunità.
Per i ragazzi di SanPa queste attività sono molto più che semplici hobby da coltivare, ma vere e proprie opportunità. Già da diversi anni la polisportiva atletica della comunità manda i ragazzi a gareggiare in varie competizioni in Italia e all’estero. Il running team, infatti, ha partecipato negli anni scorsi alla maratona di Londra e a quella di New York, esperienza che la squadra replicherà anche quest’anno. Dopo il tragicomico episodio dello scorso anno – in cui Gianclaudio Marengo, un ragazzo del team, dopo l’arrivo al traguardo, perse il resto del gruppo e si trovò a vagare per due giorni per New York City – che ricevette molta attenzione da parte dei media americani, la comunità di San Patrignano si vuole rifare e portare l’attenzione sul vero messaggio che intende portare qui negli Stati Uniti.
Dopo una lunga e intensa preparazione di mesi, fatta di allenamenti con sessioni individuali per migliorare i punti deboli di ogni corridore, i 12 ragazzi si sentono pronti ad affrontare la grande impresa. Il 6 novembre 2016 Francesca Airardo Esposito, Virgilio Albertini, Sara Carrena, Azzurra Di Bennardo, Nicola Dzhanshiev, Francesco Carmelo Facecchia, Rosario Fiorinelli, Stefano Folco, Claudio Lotti, Mario Mondelli, Giuseppe Morfese e Roberto Morgese rappresenteranno la comunità di San Patrignano alla Maratona di New York.

Abbiamo raggiunto al telefono due di loro, Virgilio (il primo a destra nella foto qui sopra) e Francesco (in ginocchio a destra), mentre si preparavano alla partenza. Facile intuire la grande emozione che li pervade. Virgilio racconta: “È una settimana che non dormo e penso alla maratona. È una nuova sfida che però io vivo con estrema emozione e non vedo l’ora di essere lì”. Per molti degli atleti, tra cui Francesco e Virgilio, non solo è la prima maratona da corridori, ma anche la prima volta a New York e negli Stati Uniti. Quando chiedo loro com’è il rapporto con il resto della squadra, Francesco e Virgilio raccontano: “Ci conosciamo tutti perché siamo tutti ospiti a SanPa da parecchio tempo, i nostri compagni di squadra svolgono attività lavorative all’interno della comunità, lavorando insieme ci si conosce meglio”. E poi aggiungono: “Abbiamo trascinato e ci siam fatti trascinare!”, perché nel gruppo sono diventati l’uno la motivazione a continuare dell’altro. Il gruppo è diventato la forza e il sostegno.
Riguardo ai risultati che otterranno non ci sono pressioni, lo stimolo è forte e gli atleti sono pronti a mettercela tutta per arrivare al traguardo. Francesco e Virgilio mi spiegano: “Per noi non è importante il tempo raggiunto, ma vivere questa esperienza con serenità”.
Questa maratona non è semplicemente un’esperienza di vita, ma anche un impegno importante per la comunità. Francesco racconta che: “Grazie agli sponsor che sovvenzionano questo viaggio, questa maratona serve anche a tutte le altre attività sportive che ci sono a San Patrignano. Grazie a questi sponsor, che ci permettono di realizzare questo progetto, siamo in grado anche di sostenere tutti gli altri progetti sportivi che ci sono a SanPa”.
Da quello che i ragazzi mi raccontano è chiaro fin da subito che la maratona è soprattutto un pretesto per mandare un messaggio al mondo riguardo alla comunità e che, come ha spiegato Francesco: “Dalle dipendenze se ne esce con tutte le attività che la vita ti propone”. Elaborando il pensiero di Francesco, Virgilio ha commentato che se riuscirà ad arrivare al traguardo: “sarà come vincerla la maratona” e sarà merito sia suo che della comunità che negli anni lo ha saputo aiutare e rimettere in sesto. “Corro per me e per SanPa”, ha concluso. Riuscire ad arrivare al traguardo sarà un messaggio importante per la comunità, ma anche per tutte le persone in Italia che, come dice Francesco: “Credono che davanti alle difficoltà molto spesso non ci sia la voglia di ripartire, di ricominciare e di andare avanti, ma in realtà con l’impegno, la tenacia e la determinazione e con l’aiuto degli altri tutto diventa possibile”.
Allora facciamo un grande in bocca al lupo ai ragazzi di San Patrignano e a tutti gli altri (italiani e non) partecipanti che domenica prenderanno parte alla maratona di New York.