La terza giornata di campionato ci ha proposto l’applicazione di una nuova regola, quella del due (a due). Quattro partite sono finite con lo stesso punteggio, il 2-2 appunto. Che si tratti di una casualità è fuori dubbio, ma si tratta pur sempre una strana coincidenza. A questa regola bizzarra si sono sottratte solo quattro squadre, la Juve, che nell’anticipo del sabato ha frenato la corsa della capolista Chievo, la Lazio che ha affondato con due reti ( guarda un po') l’Udinese, la Roma sempre con la regola dei due gol che ha sconfitto il Frosinone e l’Inter che nel posticipo di domenica ha vinto il derby di Milano, proposto in calendario appena alla terza giornata.
Con le squadre ancora alla ricerca di gioco ed equilibri, ancora in ritardo di preparazione ed ancora lontane da standard qualitativi accettabili, i famelici impaginatori di scalette, tanto attenti al gioco ed allo spettacolo, si sono mostrati alquanto miopi nel prevedere due scontri al vertice alla seconda ed alla terza di campionato. Le squadre di calcio trasformate in aziende da un imprecisato manipolo di dirigenti hanno sicuramente avuto i loro nefandi motivi per permettere questa anomalia di calendario. Fino a qualche anno fa gli scontri tra squadre di una certa caratura avvenivano a metà girone di andata, o anche oltre. Proprio per permettere al campionato di scaldarsi per poi accendersi nelle fasi salienti del cammino verso lo scudetto. Tutto era molto più interessante. Oggi le logiche sono quelle del business, forse con queste astrusità poco intellettuali si è voluto dare un impulso agli ultimi indecisi fruitori di “panem et circenses” domenicali di stipulare un abbonamento alla TV via cavo e quindi arrotondare i già grassi bilanci delle società televisive e, di rimando anche quelli delle società di calcio.
Nonostante queste premesse la terza di andata ha offerto ottimi spunti di riflessione. L’Inter ha sconfitto il Milan nel derby delle deluse dello scorso anno. I due team si sono ritrovati faccia a faccia dopo i due chiamiamoli “Derby di agosto” mese in cui oltre alle mogli non si riconoscono nemmeno le squadre di calcio. Due vittorie per il Milan non hanno intaccato di un millimetro le ambizioni dell’Inter e nemmeno hanno enfatizzato più di tanto quelle dei rossoneri. E se quello di ieri non era il cosiddetto Calcio di agosto, poco ci è mancato, perché in Italia il clima di questo settembre inoltrato sembra quello dell’Africa Equatoriale, con zone di calore insopportabile al Sud e monsoni tropicali a latitudini più elevate, tanto da provocare un allerta meteo il Liguria e costringere la prefettura a rinviare la gara di Serie A tra la Sampdoria ed il Bologna.
Un derby deciso da lontano. Con pochi spazi a disposizione delle due squadre per poter solo accennare ad un fraseggio dalla tre quarti in avanti, le incursioni nerazzurre finalizzavano quasi sempre con tiri dalla distanza . Ci hanno provato un po’ tutti i delanteros nerazzurri, da Jovetic alla New Entry croata Perisic, subito a disposizione del Mancio per una partita delicata come il Derby di San Siro. Ma è stata la zampata di Freddy Guarin che ha piegato le volontà del Milan ed anche le mani del portiere rossonero Diego Lopez, sorpreso dalla potenza e dalla precisione del tiro del centrocampista dell’Inter, sotto esame dai tifosi della beneamata dopo un paio di prove non abbastanza convincenti. A Mezz’ora dalla fine Sinisa MIhailovich decide di far entrare il Balo per cercare di scardinare la difesa dell’Inter con tiri da lontano, considerate le tenaci occlusioni ad ogni tipo di percussione da parte degli attaccanti. Balotelli fa quello che il Sinisa impone, e sferra un paio di siluri verso Handanovic, uno su punizione e l’altro dopo una bella azione personale, ma l’estremo nerazzurro chiude in entrambi i casi la serranda alle intenzioni del centravanti aiutato in una occasione anche dal palo esterno.
Derby nervoso come dovrebbe, rude e spigoloso come da regole non scritte. Molto agonismo e poche azioni di rilievo. Praticamente le punte Icardi e Jovetic da una parte e Bacca e Luiz Adriano dall’altra sono stati avviluppati in una morsa difensiva in cui era impossibile uscirne vincenti. Sorte diversa per gli esterni che hanno liberato le briglie in maniera più convincente per concludere poi la loro corsa tra le maglie delle mediane avversarie. Un Derby tenace, coriaceo, senza sbocchi, deciso forse casualmente da un tiro da lontano. Ma la regola stavolta scritta recita che “la squadra che vince è quella che fa un gol in più dell’avversario” . Ma uno solo però, mi raccomando.
Diverso avviso per le altre compagini di Serie A. Anche se si è ancora lontani anni luce dalla forma migliore, lo spettacolo di gol non è mancato.
Ad Empoli il Napoli non è riuscito a superare i toscani, anzi si è dovuto anche accontentare di un pari di rincorsa dopo essere passato addirittura in svantaggio. L’ex Sarri non ha mascherato la sua emozione nel sedersi sulla panchina opposta a quella che era la sua preferita lo scorso anno. I vecchi tifosi gli hanno tributato un lungo applauso, mentre i nuovi stanno ancora aspettando una vittoria e già si sentono mugugni dovuti all’insofferenza. “Non è ancora il Napoli che voglio” sentenzia Sarri, che aggiunge: “Abbiamo bisogno di lavorare sodo”. Ma non l’aveva detto anche due settimane fa dopo il pareggio con la Doria? Corsi e ricorsi.
A Torino nell’anticipo di Sabato la Juventus all’82’ di rigore è riuscita nell’impresa di frenare la corsa della capolista Chievo. Potrebbe suonare come una battuta ma i fatti dimostrano il contrario. Dopo aver subito un gol al 5’, i bianconeri non hanno saputo ribaltare il risultato a loro favore e senza quel calcio di rigore, sacrosanto ma evitabile da parte dei difensori clivensi, dubito che sarebbe stata in grado di pareggiare. Allegri pare avrebbe detto che è ancora presto, che c’è ancora bisogno di lavorare sui movimenti. Sarri è avvisato di produrre pericolose emulazioni. Non è affatto la Juve dello scorso anno, ed i limiti li abbiamo evidenziati nei resoconti delle due gare precedenti. Non basta un innesto di spessore per far quadrare i meccanismi inceppati. Occorre la mano e l’olio adatto a sciogliere l’inghippo, che forse è anche mentale. Oltre modo la Juve è attesa all’appuntamento di Manchester contro il City. Una cartina di tornasole davvero interessante.
La AS Roma con la testa al Barcelona si sbarazza con due-tiri-due del Frosinone, neo promossa dalle speranze velleitarie ma squadra volitiva e caparbia come la gente che popola la ciociaria. Tutto nuovo per il Frosinone, ogni gara è una piacevole novità, ma la Roma non affonda e già pensa alla gara di Champions dell’Olimpico contro i Blaugrana.
Eliminatorie di Champions:
Martedì 15 settembre: Manchester ore 20:45 (NYC ore 2:45 pm)Manchester City – Juventus
Mercoledì 16 settembre ; Roma ore 20:45 (NYC ore 2:45 pm) Roma – Barcellona
Le tematiche comuni della terza di andata, considerati i cinque pareggi su otto partite sono state le dichiarazioni degli allenatori, che rispecchiano fedelmente i valori espressi in campo: Squadre in ritardo di preparazione, tanto lavoro da fare ancora, molti innesti non perfettamente in linea con i compagni e compagnia cantante al seguito. Forse alla luce di queste avventure sugli specchi della modernità calcistica, un sano lavoro di squadra al posto di scoordinati e sconsiderati tour asiatici con trofei maldestri e inutili sarebbe tutto sommato la cura per i fantomatici ritardi delle “grandi” del campionato. Le piccole, loro, non hanno questi problemi. Chiedere al Mister Ventura per opportuni chiarimenti sul lavoro di squadra ed annessi sacrifici.
Terza di andata
Empoli – Napoli 2-2
Fiorentina – Genoa 1-0 (giocata sabato)
Frosinone – Roma 0-2 (giocata sabato)
H.Verona – Torino 2-2
Inter – Milan 1-0
Juventus – Chievo 1-1 ( giocata sabato)
Lazio – Udinese 2-0
Palermo – Carpi 2-2
Sampdoria – Bologna 2- 0 (giocata lunedi)
Sassuolo – Atalanta 2-2
Classifica dopo la terza giornata:
Inter: 9 punti
Sampdoria, Chievo, Torino, Roma, Sassuolo e Palermo: 7 punti
Fiorentina e Lazio : 6 punti
Atalanta: 4 punti
Genoa, Milan ed Udinese : 3 punti
Napoli e Verona : 2 punti
Carpi, Juventus ed Empoli: 1 punto
Bologna e Frosinone : 0 punti