Qualcuno dice di averlo visto anche a New York. Le apparizioni del Presidente della Lazio Claudio Lotito, neo consigliere federale e uomo ombra di Carlo Tavecchio, stanno facendo impallidire anche il più fervente credente. Lo hanno visto a Bari, con la giacchetta della Nazionale alla vigilia della sfida con l’Olanda, lo hanno notato a Oslo per la gara con la Norvegia. In sede (Federcalcio) gli hanno dato pure un ufficio nel quale dicono si presenti ogni giorno. Al proprietario del ristorante via della Pace nel Lower East, laziale fino al midollo, per il nervosismo gli stanno cadendo i capelli. Per edulcorare diciamo che il numero uno della Lazio non è un suo “Role Model”.
San Claudio da Lazio è ovunque, quasi ubiquo. Uno che era partito con la “moralizzazione didascalica del calcio” (ancora oggi mi chiedo il significato) si ritrova adesso a essere il presidente in pectore della Federcalcio e intanto si gode la sua squadra. Era anche all’Olimpico per gustarsi la prima vittoria biancoceleste in campionato, contro il Cesena.
Non so perché ma in quest’avvio di stagione la mia attenzione è lontana dal campi di gioco. Sarà perché siamo solo all’inizio, forse perché il livello non è così alto, sta di fatto che è lì, sulle tribune, che riesco a divertirmi. Ma non c’è solo il burattinaio Lotito. Il vero protagonista, fino adesso, è un altro presidente, quello della Sampdoria, Massimo Ferrero. E’ lui la vera rivelazione di quest’anno. La sua squadra vince la prima in casa stritolando il Torino, grazie a Manolo Gabbiadini e Stefano Okaka (gran gol il suo, quasi come un Mario Balotelli d’altri tempi), e lui cosa fa? Scende in campo alla fine e corre sotto la curva lanciando baci agli spalti. Il meglio di sé, però, lo dà davanti alle telecamere nel corso delle interviste. Vedi il post Palermo con l’imitazione del dialetto palermitano o l’intervista rilasciata a Gazzetta Tv nella quale dice che presto costruirà il nuovo stadio. Il punto è che però non sa ancora quando incontrerà il Sindaco di Genova per discuterne la fattibilità. Grande! “Chi paga lo stadio”? chiede il cronista. “E chi lo paga”? risponde il Presidente “Pantalone, paga!” Mito assoluto. Mi sembra veramente di essere in un film. Mancano solo Oronzo Canà, Aristoteles e siamo completi.
Intanto restano a punteggio pieno Roma e Juventus che nel sabato italiano hanno sconfitto rispettivamente l’Empoli al Castellani e l’Udinese a Torino. Entrambe, dunque, mantengono le attese in campionato, in vista del debutto in Champions League: martedì per i bianconeri e mercoledì per la squadra di Garcia. Lì, dove il gap con le altre pretendenti negli anni passati è stato una voragine, sarà il vero banco di prova per le due formazioni italiane.
Occhio al Milan che porta a casa la seconda vittoria consecutiva in una pirotecnica partita in casa del Parma (4-5). Vogliamo dirla bene difese a mare, ma alla fine sotto il sole ci vanno i rossoneri che restano in testa alla classifica.
Nel frattempo l’Inter si sbarazza del Sassuolo di Simone Zaza (prova incolore, forse è rimasto con la testa in Nazionale) trascinata da Mauro Icardi. In tribuna vip al Meazza giurano di non aver visto la tripletta dell’argentino. Erano tutti impegnati a osservare la compagna Wanda Nara esultare per i suoi gol. Hanno visto però gli altri quattro. Che legnata per il Sassuolo, recidivo tra l’altro. Sette a Zero, come lo scorso anno proprio contro i nerazzurri. Set-Te a Ze-Ro. Sembrava di sentire Fabio Caressa nella semifinale tra Brasile e Germania.
La Fiorentina non sa più vincere senza Giuseppe Rossi (By the Way torna presto Pepito!). Dopo la sconfitta con la Roma al debutto pareggia in casa con il Genoa nonostante una buona prova.
Al San Paolo intanto cantavano “Nu jeans e na maglietta”, in onore alla divisa del Napoli. Sembra firmata da Nino D’Angelo. La formazione Rafa Benitez ha sfoderato la nuova maglia dal colore jeansato, ma la prova contro il Chievo è rimasta incolore. Male male. Gonzalo Higuain sbaglia un rigore nel primo tempo, i veneti puniscono nel secondo. L’Atalanta vince in trasferta contro il Cagliari zittendo il Sant’Elia, non Zdenek Zeman. Lui è quasi sempre muto, quindi non fa testo.
Nel posticipo il Verona in rimonta ha battuto il Palermo 2-1, con un autogol dei rosanero.
Risultati
Empoli – Roma 0-1 (giocata sabato)
Juventus – Udinese 2-0 (giocata sabato)
Sampdoria – Torino 2-0
Cagliari – Atalanta 1-2
Fiorentina – Genoa 0-0
Inter – Sassuolo 7-0
Lazio – Cesena 3-0
Napoli – Chievo 0-1
Parma – Milan 4-5
Verona – Palermo 2-1 (giocata lunedì)
Classifica
Juventus 6
Roma 6
Milan 6
Inter 4
Sampdoria 4
Atalanta 4
Verona 4
Lazio 3
Udinese 3
Napoli 3
Chievo 3
Cesena 3
Palermo 1
Cagliari 1
Genoa 1
Fiorentina 1
Torino 1
Sassuolo 1
Parma 0
Empoli 0
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