Recenti studi, mostrano che i trattamenti a base di antiretrovirali (ARV) somministrati a pazienti affetti da Hiv, preverrebbero i due terzi circa dei tumori, tra cui il linfoma non-Hodgkin, che è un tipo di cancro dei linfonodi e il sarcoma di Kaposi.
Dette patologie neoplastiche sono molto spesso correlabili a soggetti affetti da Aids conclamato e a soggetti positivi a test per la rilevazione dell’ Hiv.
Si tratta di una notizia molto interessante, anche se l’impiego e le interazioni con questa classe di farmaci va ancora studiata e valutata su larga scala. L’aggressione del tumore è particolarmente insidiosa nei pazienti affetti da Aids in quanto il virus Hiv attacca prevalentemente un tipo di globuli bianchi chiamati cellule T-helper, meglio noti come linfociti T CD4, nonché i monociti macrofagi. Queste cellule ci “proteggono” dai tumori e dalle infezioni e, in condizioni di Aids conclamato e di sieropositività, non riescono a svolgere il loro compito, esponendo il malato più frequentemente di altri individui alle patologie tumorali.
In particolare, il sarcoma di Kaposi è un tumore particolarmente aggressivo che può interessare la cute, il cavo orale, l’apparato digerente e che viene rilevato nei linfonodi. La trasmissione del virus hhv8, in soggetti immunodepressi può portare ad una forma di tumore vascolare multicentrico (KS). La trasmissione del virus hhv8, avviene per via salivare, sessuale, attraverso trasfusioni o trapianti di organi infetti e positivi al virus hhv8.
L’oncologia che si occupa dei malati o dei positivi affetti da tumore è una particolare branca della medicina che studia le correlazioni tra il virus Hiv e l’insorgenza dei tumori. In particolare, la patologia oncologica in pazienti in Aids conclamato o sieropositivi risulta essere ovviamente più “complessa” poiché, in tali pazienti, la patologia neoplastica, deve fare i conti con infezioni maggiormente aggressive a causa dell’immunodeficienza acquisita, con le problematiche correlate alla risposta alle terapie antiretrovirali, con la tossicità e le interazioni farmacologiche.
Un’ottima notizia ci arriva da recenti studi: l’incidenza dei tumori diagnostici in pazienti affetti da Aids è diminuita “in modo significativo” dopo la diffusione nel 1996/97 della potente terapia antiretrovirale di combinazione, il cui “eccesso di rischio” rimane ancora più elevato rispetto a quello della popolazione generale. Questo impiego di antiretrovirali ha trasformato l’infezione da Hiv da patologia fatale in patologia cronica e di lunga durata e ha migliorato le condizioni dei pazienti affetti da patologie neoplastiche ad esso correlate.
Questo è ciò che auspichiamo anche all’evoluzione della storia della cura sul cancro: arrivare ad una “cronicizzazione” che consenta al malato di sopravvivere il più a lungo possibile. L’attivazione di programmi di prevenzione e di sorveglianza oncologica attraverso l’ impiego della immunoterapia e di altre terapie innovative e personalizzate, mira a questo risultato nel più breve tempo possibile, tenendo anche conto della regressione e interazione dei tumori, trattati con gli antiretrovirali.