La casa farmaceutica Merck, dopo lo storico accordo con Johnson&Johnson per la produzione di vaccini, torna a far parlare di sé nella battaglia al Covid. Ha annunciato venerdì che richiederà l’autorizzazione emergenziale per l’uso di un suo farmaco, già in commercio col nome di molnupiravir, come trattamento per il Covid.
In un trial clinico preliminare il farmaco mostra una efficacia del 50% nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e annullare il rischio di morte quando somministrato nei pazienti ad alto rischio nella prima fase della malattia. La terapia prevede l’assunzione di quattro pastiglie due volte al giorno per cinque giorni, per bloccare la replicazione del patogeno. Merck ha addirittura comunicato di aver interrotto il trial clinico anzitempo, perché i dati erano talmente promettenti da ritenere più responsabile condividerli immediatamente con la comunità clinica e scientifica.
Sarebbe indubbiamente un momento decisivo dell’emergenza sanitaria: una semplice pillola sarebbe ben più accessibile dei trattamenti per ora disponibili, che coinvolgono anticorpi monoclonali. L’efficacia della pastiglia è tuttavia minore rispetto a quella dei monoclonali, che riducono l’ospedalizzazione fino anche all’85%, ma sono estremamente costosi e devono essere somministrati in ospedale. Il trattamento proposto da Merck costerebbe approssimativamente un terzo, e il governo federale ne ha già preordinato circa 1.7 milioni di dosi.
Pfizer e Atea Pharmaceuticals, che stanno studiando antivirali in pastiglie come quello di Merck, dovrebbero annunciare i risultati dei loro trial clinici nei prossimi mesi.