Quella che conosciamo di più è la spirulina, che già da anni frequenta l’ambiente nutraceutico in virtù degli alti contenuti proteici; è un’alga azzurra, precisamente un cianobatterio: senza entrare troppo in laboratorio, ne va sottolineata l’encomiabile capacità fotosintetica, comune a tutte le sue microsorelle.
Questi organismi unicellulari, diffusi in ambienti marini, d’acqua dolce e terrestri, sintetizzano dal sole la vita: “Ogni chilogrammo di microalghe “mangia” 2 chilogrammi. di CO2, utilizzata con l’energia radiante del sole per produrre zuccheri – per il proprio metabolismo – ed ossigeno, in parte usato nella respirazione ed in parte rilasciato all’esterno”, spiega scientificamente Alberto Bertucco, ingegnere chimico e professore ordinario di Impianti chimici alla facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Padova, ove dirige il centro studi di economia e tecnica dell’energia “Giorgio Levi Cases”, nonché vicepresidente di AISAM-Associazione Italiana per lo Studio e le Applicazioni delle Microalghe, nata nel 2018 senza scopo di lucro e indirizzata a sostenere lo studio e le applicazioni delle microalghe e dei cianobatteri in Italia.
Le microalghe presentano un ventaglio di applicazioni stupefacente, a partire dalla suddetta capacità di assorbimento di CO2 atmosferica, interessante per la produzione di biocombustibili (etanolo, metano) e proseguendo con la possibilità di riciclo della parte di biomassa residua post-estrazione dell’olio come fertilizzante organico: addizionare alghe ai terreni coltivabili aumenta la qualità del suolo e la crescita delle piante, sia dal punto di vista della germinazione, che della resa delle colture.
Sostenibilità ancora in primo piano per l’uso nella depurazione di reflui civili e agro zootecnici. Delle doti come integratori già si sa, essendo da tempo sul mercato, ma le nostre sono di valido impiego anche nell’industria farmaceutica; è sotto studio, infatti, un possibile controllo dell’ipertensione, grazie ad una molecola della spirulina che avrebbe notevoli proprietà vasodilatatrici.
Le ritroviamo in formulazioni cosmetiche (precisamente estratti dalle alghe brune) e, new entry, anche nell’attrezzatura sportiva.
La “green ski revolution” parte dagli USA, ma ha anche i colori dell’Italia: Checkerspot, azienda biotecnologica californiana, ha sintetizzato da microalghe marine – precedentemente ingegnerizzate e trasformate per via fermentativa in oli trigliceridi, tramite bioreattori progettati dalla lombarda Solaris Biotech Solutions – due biomateriali chiamati Algal Core e AlgalWall, per realizzare i nuovi Vital 100, sci performanti, lanciati sul mercato con il marchio WNDR Alpine, guidato dalla leggenda del freeski Matt Sterbenz.
I Vital 100 sono costituiti dall’Algal Core, un nucleo composito laminato di poliuretano ad alta densità e pioppo, abbinato all’AlgalWall, un poliuretano colato a base biologica che protegge il core e offre uno smorzamento e una resistenza agli urti superiori rispetto ai tradizionali materiali da costruzione degli sci.
Non solo prestazioni, ma, naturalmente, anche sostenibilità: per questo il prodotto ha ottenuto l’ISPO Award 2021 con le seguenti motivazioni: “WNDR Alpine ci mostra che l’eco-innovazione è ancora possibile nell’industria dello sci, con questa biotecnologia dalle alghe inclusa in quattro delle parti principali dello sci. Gli ultimi sviluppi nella chimica hanno creato questo sci, mostrando una combinazione di stimolanti tecnologie dei materiali e design di prodotto. L’olio a base di risorse rinnovabili come le microalghe è uno dei materiali più importanti utilizzati in questo sci high-tech. Questo sci è quasi completamente biologico e quasi completamente riutilizzabile o rinnovabile dal legno alla cera”.
Eleonora Sforza, ricercatrice al dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università patavina, membro del comitato scientifico AISAM e del team guidato da Bertucco al PARLab-microalghe@DII del Levi Cases, mette in luce anche un aspetto etico collegato alla ricerca sulle potenzialità delle microalghe: “Uno dei grandi obiettivi è trovare una fonte proteica sostenibile dal punto di vista alimentare. L’OMS ha, in questa direzione, individuato risorse come appunto le alghe o gli insetti”. Suggerimenti che trovano terreno fertile tra consumatori veg o senza particolari “paletti” mentali, ma forse prematuri per il largo consumo; la spirulina, tuttavia, ha già creato un interesse trasversale, pioniera per un’alimentazione futura più salutare, come ipotizzato con lungimiranza dalla FAO, nel 2008.
A sostegno di quanto dichiara Sforza, arrivano anche i positivi risultati di uno studio apparso sull’International Journal of Biological Macromolecules del 15 febbraio scorso, portato avanti dai ricercatori del Centre for marine bioproducts development (Cmbd) dell’Università australiana Flinders per verificare, attraverso l’analisi di un modello in vitro, la digeribilità di estratti di spirulina e altre alghe, conglobati insieme a polvere di latte in microsfere di alginato, uno zucchero di derivazione sempre algale. Le applicazioni alimentari proiettano l’immagine di un “superfood” proteico, amico del nostro stomaco e del nostro intestino, di produzione sostenibile e utilizzo versatile.
E, coerentemente con i capisaldi dell’edizione 2020 – opportunità, mobilità, sostenibilità – il padiglione Italia ad Expo (rimandato di un anno a causa della pandemia e in programma a Dubai dall’1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022) accoglierà un’installazione di Tolo green, partner tecnico, per riconvertire in ossigeno l’anidride carbonica emessa dai visitatori, grazie alle microalghe.