Venerdì un pannello di esperti consiglieri della Food and Drug Administration ha dato il via libera all’approvazione del vaccino Johnson & Johnson’s, attesa per oggi secondo il New York Times.
Si tratterebbe del terzo vaccino disponibile negli USA e, quando e se approvato anche dalle autorità europee, del quarto per l’UE. Se come previsto la FDA darà l’ok entro la giornata di sabato, le prime dosi saranno consegnate negli USA nei giorni immediatamente successivi.
L’efficacia del vaccino J&J è lievemente inferiore a quella degli eccellenti Moderna e Pfizer, ma comunque molto soddisfacente. Dai trial clinici emerge che esso previene la malattia grave nel 86% dei casi negli USA, e nell’82% in Sudafrica; sembrerebbe, dunque, un buon alleato anche contro la variante sudafricana che tanto preoccupa gli immunologi. L’efficacia generale nel prevenire qualunque forma di sintomi, non solo gravi, è del 72% negli USA e del 64% in Sudafrica.
Sebbene leggermente meno potente, il farmaco J&J ha però due grandi vantaggi rispetto agli altri per ora disponibili. Per prima cosa richiede una sola somministrazione, e non due. Sono in corso i trial per valutare se una doppia somministrazione potrebbe aumentarne l’efficacia, ma i risultati probabilmente non saranno disponibili fino a Luglio.
In secondo luogo, il vaccino J&J non richiede di essere mantenuto alle temperature bassissime degli altri, alleggerendo molto il processo di trasporto e conservazione. Questo dipende dal fatto che adopera una tecnologia differente. Come i vaccini Pfizer e Moderna, anche questo nuovo arrivato si basa su un principio simile, cioè iniettare nel corpo umano le informazioni genetiche che codificano la proteina spike del COVID-19. Una volta riprodotta all’interno del corpo umano, la proteina spike viene riconosciuta dal sistema immunitario, che prepara la sua risposta producendo anticorpi che combatteranno il virus se la persona dovesse imbattervisi in futuro.
Mentre Pfizer e Moderna iniettano l’informazione genetica sotto forma di un singolo filamento di mRNA, molto fragile e deperibile che richiede temperature bassissime per essere conservato, il vaccino Johnson & Johnson’s contiene un filamento di DNA del COVID, posto all’interno di un adenovirus inoffensivo, che fa da “postino” e trasporta l’informazione genetica dentro le cellule del corpo umano. Il DNA è protetto dall’adenovirus in cui è contenuto, e perciò il vaccino J&J può essere mantenuto in un normale frigorifero fino a tre mesi.