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in Scienza e Salute
December 2, 2020
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December 2, 2020
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Il Regno Unito primo paese dell’Occidente ad autorizzare il vaccino anti Covid-19

Più veloce e flessibile senza l'UE, il governo di Boris Johnson è ormai prossimo alla somministrazione del vaccino Pfizer/BioNTech superando anche gli USA

Maria Teresa AntoniozzibyMaria Teresa Antoniozzi
L’Europa di fronte a Gran Bretagna e Stati Uniti si è accorta di funzionare male

Il primo ministro inglese Boris Johnson (wikimedia)

Time: 4 mins read

Nella giornata del 2 dicembre, che ha segnato il termine del lockdown in UK, quando negozi e tea room hanno ricominciato ad accogliere i clienti e molti cittadini si sono ritrovati in strada per cominciare le compere natalizie, è apparso sui giornali principali in prima pagina la notizia che il governo britannico sta per prendere l’importante decisione di autorizzare la somministrazione del vaccino anti-Covid.

La decisione ultima sarà presa durante il fine settimana dal Medical and Health-Care Products Regolatory Agency (MHRA) che, dopo aver vagliato tutte le informazioni relative al vaccino, potrà dare l’avvio alla distribuzione del vaccino stesso. Ed è previsto che entro 8 ore dalla decisione potrà avvenire la prima inoculazione. Quindi è probabile che da lunedì 7 dicembre in UK, si comincerà a vedere la luce in fondo al tunnel. Il vaccino in questione è il Pfizer/BioNTech, cioè quello di una società farmaceutica americana, di cui la Gran Bretagna ha ordinato 40 Milioni di dosi e di cui 10 Milioni disponibili per l’anno in corso.

A man receiving a dose of the investigational NIAID/GlaxoSmithKline (GSK) Ebola vaccine. Original image sourced from US Government department: Public Health Image Library, Centers for Disease Control and Prevention. (Image www.rawpixel.com)

Il taglio del traguardo in pole position del Regno Unito è dovuto al fatto che, grazie alla Brexit, questo paese è svincolato dalle decisioni della Unione Europea e legato solo al verdetto delle MHRA. Il resto d’Europa dovrà aspettare, invece, la decisione del Regolatore Europeo (EMA) che ha già dichiarato di essere in grado di pronunciarsi solo al termine del mese di dicembre.

Se l’esito della MHRA sarà positivo e quindi a favore del vaccino Pfizer, la Gran Bretagna riuscirà ad abbattere nei tempi anche gli USA dove, il Food and Drug Adminstration, ancora in fase di valutazione dei dati del vaccino Pfizer, ha dichiarato che si pronuncerà solo dopo il 10 dicembre. Alla somma di queste informazioni se ne deduce che il Regno Unito potrebbe ottenere il primato storico ad essere il primo paese nel mondo occidentale ad offrire il vaccino anti-Covid-19.

Il primo giorno dopo il lockdown ad Oxford (Foto di Maria Teresa Antoniozzi)

L’entusiasmo di tale successo lo si evince dalle parole del Ministro della Salute, Matt Hancock, che ha dichiarato: “Ora non abbiamo più bisogno di annunciare avvertimenti, piuttosto, possiamo affermare con certezza che questo vaccino ci sta garantendo un reale aiuto”. 

La veridicità del fatto che Boris Johnson voglia anticipare al più presto la somministrazione del vaccino su larga scala, viene avvallata anche dalla grande mobilitazione delle Forze Armate Britanniche che sembra avranno un importante ruolo nella logistica per la distribuzione del vaccino.

In modo particolare il settore delle forze armate interessato è la MACA (Military  Aid to  Civil  Authorities). Si conta che circa 15.000 unità del personale militare sia in stato di stand by pronto alla mobilitazione e facilitare la logistica del Community Testing. La preparazione logistica è stata anticipata e organizzata nei dettagli dovendo essere certi di garantire che il prodotto Pfizer sia conservato in congelatori al di sotto dei -70C. Una distribuzione del vaccino che rappresenta una grande sfida.

Per il momento sono in stato di allerta importanti ospedali di Londra, lo Ashton Gate Football Stadium di Bristol, mentre a  Manchester oltre agli stadi si stanno attrezzando anche i tennis club. Inoltre, in base ai programmi ci saranno circa 1000 piccole città distribuite in tutto il paese, pronte a mettere a disposizione centri clinici, farmacie, pronti soccorsi, grandi centri sportivi e altre costruzioni di utilità comunitaria.

Con un ritmo di lavoro di 13 ore al giorno, la campagna per la somministrazione del vaccino prevede di inoculare inizialmente lo staff sanitario che lavora in prima linea dell’Imperial Healthcare Trust (che comprende 5 ospedali di Londra).

Brexit (pixabay)

Pero è anche vero che il vaccino, quello considerato un  pilastro su cui poter contare dal governo britannico, rimane quello prodotto dalla Oxford University /Astra-Zeneca (con collaborazione italiana) di cui il governo ha ordinato 100 milioni di dosi. Ciò è dovuto non solo al fatto che questo vaccino è il risultato del lavoro di uno dei migliori centri di ricerca del paese, ma non ha lo svantaggio di dover essere conservato in congelatori al di sotto dei -70C.

Il fatto che Boris Johnson sia disposto a favorire la precedenza al vaccino Pfizer, in una gara ‘a solo’ verso la somministrazione del vaccino stesso, smaschera una visibile desiderio competitivo del Primo Ministro britannico. Infatti per Boris Johnson il giungere primo alla meta potrebbe rappresentare un sensibile trionfo politico di cui del resto ha forte bisogno per diverse ragioni: far dimenticare il vergognoso incitamento all’“immunità di gregge” di cui si era macchiato all’inizio delle pandemia, e riaffermare la validità della Brexit: ‘finalmente, senza l’Europa siamo più flessibili e corriamo più veloci’ sembra voler dire. Ai cittadini britannici non resta che sperare per il meglio.

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Maria Teresa Antoniozzi

Maria Teresa Antoniozzi

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